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Villa Eugenia, depositato ricorso al Tar:
battaglia legale per la residenza napoleonica

CIVITANOVA - A rivolgersi al tribunale amministrativo è Legambiente per conto del comitato che la prossima settimana si costituirà legalmente. L'avvocato Angelo Gattafoni: «Dubbi sulla velocità in cui tutto si è svolto: a giugno presentata la proposta di transazione e ai primi di settembre indennizzo pagato e pratica chiusa». Il legale Cristina Brasca: «Non c’è una perizia che stabilisca se 220mila euro siano un costo congruo oppure no»

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Da sinistra: i consiglieri di opposizione Tommaso Claudio Corvatta (Futuro in comune), Stefano Mei (M5s) Giulio Silenzi (Pd), gli avvocati Angelo Gattafoni e Cristina Brasca, Nicola Lelli coordinatore del comitato e Giorgia Belforte di Legambiente

 

di Laura Boccanera

Il 7 novembre il Tar avrebbe dovuto decidere se il Comune nel 2004 aveva ragione a chiedere la prelazione di Villa Eugenia. E invece quella sentenza non è stata mai pronunciata. Il giorno successivo però Legambiente nazionale ha depositato al Tar un nuovo ricorso col quale impugna e contesta la delibera votata lo scorso 27 luglio dal Consiglio comunale con la quale l’amministrazione e la città rinunciavano alla possibile proprietà pubblica della villa napoleonica in cambio di un indennizzo di 220mila euro. E parte ora un’altra battaglia legale. Il ricorso è stato protocollato e a presentarlo, per conto e per nome del comitato che la prossima settimana si costituirà anche legalmente, è Legambiente nazionale nella persona del presidente Stefano Ciafani assieme al circolo locale. La battaglia dunque amplia i confini locali e investe anche quelli nazionali.

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Corvatta insieme a Stefano Ghio (al centro) e Mei

Gli avvocati Angelo Gattafoni e Cristina Brasca dopo aver studiato attentamente le carte hanno eccepito una serie di elementi che ora rimandano all’attenzione del tribunale amministrativo per la valutazione nel merito. «Se l’amministrazione punta a trasformare questa azione giudiziaria in un’azione politica si sbaglia e non ne ha capito la portata – ha affermato l’avvocato Angelo Gattafoni – il ricorso è stato presentato da Legambiente nazionale che ha sottoscritto questa battaglia ed è così evidente quanto sia scandalosa la delibera. Un fatto che poi apre a dubbi è anche la velocità con la quale tutto si è svolto: a giugno la Lumar presenta la proposta di transazione, a luglio il consiglio la vota e ai primi di settembre già viene pagato l’indennizzo chiudendo la pratica per evitare di andare a sentenza il 7 novembre. Il Comune evidentemente aveva paura di vincere». Nella delibera che viene contestata nel ricorso al Tar mancano molte cose secondo l’avvocato Cristina Brasca: «manca intanto una motivazione con la quale l’amministrazione spieghi il perché dopo 14 anni di causa fa un passo indietro rispetto alla scelta di esercitare la prelazione. Sono cambiate le condizioni? Perché non renderne partecipe la cittadinanza non è un elemento di secondo ordine. Ma soprattutto non c’è una perizia che stabilisce se l’indennizzo di 220mila euro sia congruo oppure no. Come viene quantificata tale cifra? Una valutazione puntuale e tecnica non pare esserci. C’è solo un parere dell’ufficio tecnico, emesso senza anche qui specifiche tecniche con le quali addirittura il dirigente si spinge a dire che non sarebbe vantaggiosa la prelazione in quanto il Comune si ritroverebbe a dover fare un investimento di 2 milioni di euro per la ristrutturazione. Ma anche questa cifra come viene conteggiata?» La battaglia legale pertanto riprende e in settimana il comitato si riunirà per costituire formalmente la propria identità. Parte contemporaneamente anche la campagna di crownfounding per aiutare il comitato a sostenere le spese del ricorso che si aggirano attorno ai 7mila euro.

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