La crisi di Treia è destinata a lasciare dietro di sé strascichi non da poco. Non si placa lo stupore per il rincorrersi di eventi e confronti politici che, nel giro di qualche settimana, hanno portato Il Comune all’imminente commissariamento. Dopo le accuse della sua maggioranza che, capitanata dal sindaco sospeso Franco Capponi, si è dimessa in massa, il vice sindaco facente funzioni Edi castellani ieri ha ripercorso quanto accaduto e, togliendosi diversi sassolini dalle scarpe ha incriminato il “metodo capponiano” come principale responsabile della caduta dell’amministrazione.
Pronta la risposta di Franco Capponi: «Il metodo che la Castellani descrive è l’attribuzione che la legge dà al sindaco di organizzare i lavori degli assessori e degli Uffici; il metodo è stato quello di mandare alla struttura messaggi precisi per migliorarne l’efficienza. Proprio la presenza in Giunta della Castellani ha generato i primi black out in quanto avendo essa molto tempo a disposizione spesso ingolfava il funzionari preposti. L’indicazione quindi è stata quella che ogni assessore seguisse le sue deleghe senza ingenerare confusione e distorsioni nelle competenze di altri. In merito alla brevità delle giunte debbo dire che se non avessimo nessun metodo, con la loquacità, l’indecisionismo e la forma discorsiva “Multitasking della Castellani” (multitasking per dire che lei dopo aver aperto un argomento apre altri 100 file – anche scollegati tra loro – per cui alla fine uno non ricorda mai da dove si era iniziato il discorso) non saremmo andati molto lontano. La mia raccomandazione agli assessori è stata sempre quella di leggere gli atti disponibili in Giunta in modo anche da immagazzinare la consequenzialità degli atti che si prendevano. Quanto al discorso “estetica” e’ meglio ora soprassedere. Il mio motto è un bravo amministratore, non si giudica dalle foto che fa e che pubblica ma dai fatti e cioè dalle realizzazioni, dalle opere pubbliche necessarie, dai servizi e dal coinvolgimento della comunità in queste scelte».
Capponi elenca le opere realizzate nel suo mandato, dalle messe in sicurezza post sisma alla riqualificazione del centro storico, dalle asfaltature alle varianti urbanistiche per arrivare alla gestione del Cas per poi passare a condannare la gestione Castellani: « Gli assessori sono stati congelati nelle loro funzioni di proposta e erano costretti a fare accesso agli atti per avere la documentazione necessaria per lo svolgimento del loro mandato: può bastare già da solo a condannare il suo modello e non il mio. La Castellani, anche se poi come dimostrato dai fatti non leggeva le delibere adottate (come quella della scelta di utilizzare le risorse dell’indennizzo assicurativo per coprire l’accollo del comune sulla parte di finanziamento mancante per la casa di Villa Spada), non ha mai dovuto chiedere nulla a nessuno per accedere agli atti del Comune, sempre disponibili per assessori e consiglieri».
Su Villa Spada Capponi accusa la vice di aver tenuto la maggioranza allo scuro della sua decisione: «Si valuteranno nelle sedi competenti le eventuali responsabilità di natura contabile e penale della Castellani per aver disatteso atti (Delibere di indirizzo di Giunta e programma di mandato) ed affidamenti (progetto già realizzato con costi superiori a 40mial euro). Non è vero infine che il progetto è sospeso sino al 31 dicembre per cui può essere recuperato. L’USR ha comunicato che entro il 31 dicembre bisogna fare l’appalto progetto e questo sarebbe assolutamente impossibile se non si decidesse subito. Tale scelta compromette anche il programma di riqualificazione di Villa Spada in avanzata fase d’attuazione (sono in esecuzione lavori per oltre 750mila euro), la quale non è la seconda casa di Capponi ma il Parco della Città, il fulcro dei Cammini lauretani, il caposaldo del progetto del PIL del GAL di 5 Comuni e di tutta la vallata del Potenza finanziato con risorse di oltre un milione di euro e la seconda casa di tutti i treiesi».
Per finire la replica sull’Ente Disfida: «La Castellani non capisce la parola “autonomia” dell’Ente. Infatti l’Ente è retto da un direttivo formato da un Presidente, dai Presidenti dei 4 quartieri, dal Presidente della Pro Loco e da un rappresentante nominato dall’amministrazione ma per la mania di apparire che l’assillava ha voluto andare in contrasto anche con questo Ente. Il Comune dà un contributo all’Ente (neanche il 15% delle spese sostenute da quest’ultimo) e non siamo mai entrati nella gestione ma ho messo a disposizione tutte le capacità del comune per la buona riuscita dei numerosi eventi svolti».
Da parte sua il gruppo Treia 2020 punta il dito: «Strano che una sfiducia così netta (tutta la maggioranza) non abbia prima di tutto stimolato nella vice sindaco un minimo di autocritica.
Con chi doveva condividere eventuali variazioni al programma votato dai cittadini e affidato alla squadra di Capponi dagli elettori se non con la maggioranza.
Si alzano anche le voci dell’opposizione. Interviene sulla vicenda Daniela Cammertoni di Futuro nel cuore: «Le ragioni dell’implosione della maggioranza sono da ricercare nell’eccessivo personalismo con cui sono stati condotti i rapporti istituzionali. Da un lato Capponi al quale la sospensione dalla carica di Sindaco ha provocato una sindrome ansiosa “ per mancanza di potere “, dall’altra Castellani che, pur non avendo la necessaria esperienza, ha preteso unilateralmente di reinterpretare le linee politiche di mandato assumendo il ruolo verginale di novella “ Alice nel paese delle meraviglie”. A mettere paglia sul fuoco hanno poi contribuito personaggi di nomina capponiana che rivestono ruoli importanti nella compagine amministrativa . Gli interventi a Villa Spada e la realizzazione del polo scolastico sono stati temi votati in consiglio comunale; per alcuni aspetti l’opposizione è stata contraria per altri favorevole, per altri ancora si è confrontata con la maggioranza. Eventuali modifiche a quanto già deliberato avrebbero dovuto essere portate in discussione nella commissione consiliare competente anziché apprenderle dalla stampa . Si auspica che l’arrivo del Commissario ponga fine a questa bagarre indecorosa e che le parti abbassino i toni per il rispetto che si deve alle istituzioni che hanno rappresentato».
Chiede chiarimenti sulle vere cause che hanno determinato questo “terremoto”politico-amministrativo il Pd cittadino che osserva: «La caduta dell’amministrazione comunale arriva ormai ad un passo dalla fine-mandato, mentre urgono atti concreti per la ricostruzione post sisma ammontante ad oltre 15 milioni di euro. Siamo disponibili ad aprire una serie di consultazioni tra le forze democratiche, al fine di favorire un punto di incontro ed aggregazione che a breve porti alla formulazione di un nuovo programma amministrativo ed alla formazione di una stabile alleanza di governo per la città»
Crisi a Treia, Edi Castellani: «Tutta colpa del “metodo capponiano”»
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Questa crisi quando è giunta? Adesso? Doveva scoppiare il giorno dopo che è stato eletto Capponi. Capponi è una vecchia conoscenza e la sua elezione è chiaramente dovuta a tutte le promesse fatte, ma non quelle alla città, ma ai cittadini più fedeli, umili e che si sono apprestati a lui per chiedere grazia. Come succede dappertutto del resto. Non è per questo che Capponi che poi a me talaltro è stato sempre antipaticissimo, avrebbe dovuto comportarsi diversamente. Ma è che lui è una delle poche volpi condannate, che hanno raggiunto l’uva e non hanno potuto dimostrare il contrario, tra cui anche il grande Brini, altro conosciutissimo e influente, ora più fluente personaggio ed è per questo che su ben altre sedie devono sedersi. Il primo Capponi, non più sindaco perché condannato per reati contro la pubblica indecenza, neanche in comune se non come semplice cittadino, dovrebbe entrare così come Brini costretto a lasciare l’Atac e ce n’è voluta, se fosse dipeso da Ciarapica ancora là stava. Quando non si riesce a dare il buon esempio sempre che,ehh….. e quando il cattivo esempio è più ridicolo che penalmente turbante, non bisogna aspettare le critiche altrui. Capisco che adesso non puoi chiedere savoir faire da chi se c’era qui non l’ha usato, se non c’era s’è visto e figuriamoci da chi proprio non riuscirebbe mai nemmeno a pataccarlo, ma suvvia…