Sono più di 400 i maceratesi che hanno finora risposto all’invito del Comune di partecipare all’indagine on line sulla mobilità, step importante del percorso per giungere all’elaborazione del Piano Urbano Mobilità Sostenibile (Pums), affidato alla società Sintagma di Perugia.
Analizzando il quadro emerso fino a questo momento dai questionari compilati, risulta che hanno risposto in grande percentuale privati cittadini (73%), seguiti da pubblici impiegati e studenti, per la maggior parte residenti a Macerata.
Riguardo al sesso, risulta pari la percentuale di maschi e di femmine che hanno risposto alle domande, mentre la fascia d’età prevalente è da 41 a 60 (49,9%), seguita da quella 26-40 (36,7%) e dagli over sessanta (16,3%). La maggior parte degli intervistati non usa la bicicletta neppure per sport (64%), contro i 35,2% che la usa.
Circa i contenuti, i maceratesi individuano nell’inquinamento atmosferico e nella pericolosità le due conseguenze più gravi del traffico urbano, rispettivamente il 56,2% e 41,4%. Altre informazioni saranno presentate e condivise al termine della raccolta delle interviste.
Per dotare la città del Pums, dunque, l’Amministrazione comunale ha scelto un percorso trasparente e partecipato, volto a conoscere comportamenti e scelte attuali dei cittadini e all’ascolto delle loro considerazioni sulle diverse opzioni disponibili. Con l’indagine on-line i cittadini possono concorrere alla definizione delle priorità e delle azioni della mobilità sostenibile, da inserire in questo importante strumento strategico per integrare le politiche per la mobilità e gli interventi sulle infrastrutture, con misure di breve e lungo termine.
Il Comune invita a compilare il questionario in forma anonima, nel sito del Comune per consentire a chi dovrà elaborare i dati di avere un quadro di riferimento ampio e significativo.
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Il 64% non usa la bici? Che scoperta! Come si fa ad usare un nobile mezzo che non inquina, che fa bene alla salute ed è anche economico ,se non ci sono le strutture adeguate per usarlo( ovvero piste ciclabili in sicurezza)? Quasi ogni giorno,sui giornali leggiamo di incidenti a volte tragici,che coinvolgono i ciclisti, come si fa a divulgare questa sana ed intelligente mobilità sulle due ruote se non si creano i presupposti per farlo in sicurezza? Forza allora cari politici non occorre pagare società che fanno questi studi, non servono questionari per capire certe cose.
Pubblici impiegati e studenti non sono forse ‘privati cittadini’?