Il gruppo al termine del giro delle fonti
La peschiera dei Cappuccini (foto Arnaldo Pettinari)
di Marco Ribechi
Le fonti d’acqua come patrimonio della memoria popolare di Macerata. Antiche cisterne romane che raccontano l’origine della città di Helvia Recina, vasche esagonali che diventano il luogo di conversazione delle lavandaie, abbeveratoi per animali posti nei crocevia delle strade di campagna con cui disegnare i percorsi di contadini e pastori. E’ proprio attraverso i reperti che parlano dell’uso e conservazione del bene più importante alla preservazione della vita umana, l’acqua, che si possono indagare i meandri meno famosi della vita di una città. Con questo spirito oltre 70 persone hanno partecipato al secondo tour alla scoperta delle fonti di Macerata, guidato come sempre dall’impeccabile Silvano Iommi, presidente dell’associazione culturale la Reggia Picena. «Nel giro di pochi giorni i partecipanti al nostro tour sono raddoppiati – spiega Iommi – questo significa che l’argomento desta interesse e curiosità. Non si tratta solo di vedere vecchie vasche d’acqua ma di ritrovare l’identità e la memoria collettiva delle popolazioni. Dovrebbe essere uno spunto per riflettere su come trattare il territorio circostante la città». Il tour, nato dalla pagina facebook “Ricordi di Macerata” si è mosso da fonte Cambrione e dalla peschiera dei Cappuccini, entrambe già visitate nel giro precedente (leggi l’articolo), riproposte su richiesta dei partecipanti stessi.
Le cisterne romane (foto di Armando Pettinari)
Ma è a Villa Potenza che tanti curiosi si sono aggiunti al gruppo per scoprire un reperto praticamente sconosciuto alla popolazione: le antiche cisterne romane di Helvia Recina. In un terreno agricolo dei conti Azzoni, ex proprietà della famiglia Carradori, sono state riportate alla luce dopo decenni. «Erano completamente coperte dalla vegetazione – spiega Iommi – addirittura alberi e arbusti. Grazie a un lavoro di pulizia ora si possono osservare, servivano per raccogliere l’acqua del rivus Caulae, un antico fiume scoperto dall’archeologo belga Vermeulen dell’università di Gent. Oggi il fiume non esiste più perchè nei secoli è stato deviato a monte e fatto confluire nel Menocchia». Vicino alle cisterne sorgevano anche le Balnea, cioè i bagni pubblici che verosimilmente si trovavo in prossimità delle mura esterne della città.
Fonte Carradori
Sempre nei terreni degli Azzoni un altro reperto molto particolare: è fonte Carradori, un fontanile con lavatoio esagonale. «La forma indica che questi luoghi servivano per incontrarsi e parlare – dice Iommi – la forma circolare è senza dubbio quella che permette maggiore convivialità perché tutti si possono guardare in faccia. Però realizzare una struttura circolare era molto complesso e quindi si facevano esagonali, molto più semplici da costruire e che comunque permettevano la coesistenza di sei postazioni». Proprio sui lavatoi molte spiegazioni fornite da Iommi hanno ravvivato ricordi di infanzia collegati ai racconti delle nonne. Dalla Cimarella a via dei Velini per vedere ciò che rimane della più antica fonte di Macerata, Fonte della Pietà o Due Fonti, distrutta completamente nel 1962 e oggi sostituita da un simulacro. Infine, in località Pisciacavallo, l’ultimo reperto, la Fonte del Trocco, completamente immersa nell’urbanizzazione: «E’ un esempio di come non dovrebbe essere fatta una conservazione – conclude Iommi – asfaltata nella pavimentazione, completamente cementificata attorno, non è un recupero riconoscibile, si è completamente persa l’identità a meno che non ci si metta un cartello con delle spiegazioni. I luoghi vanno tutelati per la loro funzione in modo che chi li vede possa capirne la storia». Il prossimo tour è in programma tra due settimane, tempo permettendo, e sarà effettuato nella zona sud della città, inclusa fonte Moscardina che proprio questa settimana è stata riportata alla luce dopo decenni di oblio (leggi l’articolo).
SIlvano Iommi
Fonte Carradori
Iommi e le spiegazioni delle cisterne romane
Il podere degli Azzoni
Il luogo dove si trovano le cisterne romane
Fonte del Trocco completamente immersa nell’urbanizzazione
Il simulacro delle Due Fonti
Particolare di Fonte Carradori
(Foto di Armando Pettinari)
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Che grande onore poter essere amico di Silvano Iommi. Una miniera di saperi, uniti ad una inesausta amorosa curiosità per la sua Macerata. Che è anche la nostra e, grazie a persone come lui, ogni giorno di più.