Fonte Moscardina riemerge dalla selva
di Marco Ribechi
L’antica Fonte Moscardina torna alla luce dopo 30 anni. Era dimenticata, abbandonata tra le boscaglie l’antica fonte d’acqua di contrada Vallebona a Piediripa ma oggi, grazie all’interessamento di un gruppo di cittadini e all’intervento del Comune, è letteralmente riemersa dalla vegetazione. Un tempo questo idronimo dava il nome anche alla Contrada mentre la strada vicinale che le passa accanto e che collega la Carrareccia con il polo universitario Bertelli, porta ancora il nome di Moscardina. L’iniziativa di dissotterrarla e disboscarla è stata presa dall’architetto Silvano Iommi con l’aiuto di Antonio Perri, che ha ritrovato il sito esatto nel mezzo della boscaglia, e Paolo Renna ma il contributo determinante è dell’Ufficio Ambiente del Comune che ha messo a disposizione il mezzo meccanico per effettuare il lavoro più impegnativo.
La fonte riscoperta
«Il fontanile, ritornato oggi in superficie, può rientrare nel tour delle fonti sud – spiega l’architetto Silvano Iommi – la cui data è ancora da stabilire poichè si è ancora in attesa di risposte da parte della attuale proprietà della vicina e monumentale ex “Peschiera Ciccolini”, nel cui parco insiste anche la quattrocentesca Fonte di Malnome». L’originalità di Fonte Moscardina è la sua struttura a doppio frontalino con relative nicchie absidate e rivestite in ciottoli, con tre cannelle che riversano ancora acqua, molto poca, in tre punti diversi. Il botticino di carico della fonte è alimentata da diverse sorgenti poste a monte ma quella principale era la stessa sorgente (oggi interrotta) che alimenta la vicina Peschiera. All’interno di una nicchia è incisa la data del 1873, probabilmente si riferisce all’epoca della sua ristrutturazione, quando il Comune avviò, su impulso di Telesforo Carradori e altri gonfalonieri, un programma di rifacimento e monumentalizazzione dei fontanili pubblici lungo le maggiori strade di accesso alla città.A valle del fontanile era presente uno dei più grandi lavatoi della zona di forma esagonale che è stato demolito e trasformato in un lago ancora oggi visibile.
L’itinerario delle fonti nord in programma domenica 30 settembre
Dopo il successo del 9 settembre (leggi l’articolo) domenica 30 settembre alle 15 partirà il secondo tour organizzato dagli amministratori della pagina facebook “Ricordi di Macerata” alla scoperta delle antiche fonti d’acqua. «Andreamo ad esplorare le fonti nord – spiega l’architetto Silvano Iommi che guiderà il gruppo – si partirà da Fonte Ciambrione e torneremo a vedere la Peschiera dei Cappuccini poichè molti si sono rammaricati per averla persa. Da qui ci sposteremo a Villa Potenza dove il secondo ritrovo, anche con chi ha già partecipato alla prima giornata, è previsto alle 16,15 all’imbocco della strada Iesina dove c’è una fonte a nicchia coperta del 1950. Andremo poi in una casa colonica di proprietà dei conti Azzoni per vedere il rudere dell’antica cisterna romana di Helvia Recina che raccoglieva le acque della Cimarella. Più a nord nella vigna degli Azzoni l’ultimo fontanile con lavatoio chiamato fonte Carradori. Poi risalendo verso via dei Velini visiteremo le Due Fonti o fonte della Pietà, demolita nel 1962 di cui oggi resta solo un simulacro. Faremo un minuto di raccoglimento in ricordo della più antica fonte di MAcerata e di tutte le persone che l’hanno frequentata. Infine in direzione della località Pisciacavallo vedremo una ruderizzazione contemporanea dell’antica fonte del Trocco o Terria». Il tour è gratuito e al momento ci sono già 50 iscritti. Per maggiori informazioni si può consultare la pagina facebook “Ricordi di Macerata”.
L’incisione del 1873
Il luogo dove era sepolta la fonte
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Che emozione deve essere stata! Complimenti!
L’ASPETTO POSITIVO DELLA “FAMIGERATA RUSPA”; dopo il suo intervento alcuni amici volontari hanno proseguito il lavoro manualmente, spazzolando e ripristinando la funzionalità della cannella. Purtroppo il fontanile (di proprietà comunale) ha bisogno di urgenti lavori di restauro, anche perchè le perdite d’acqua dal botticino creano dei ristagni che presto favoriranno l’invasione di nuova vegetazione infestante.
Un vero peccato che l’amministrazione anziche’ristrutturare le sue proprieta’pensi di ottenere consensi con una ruota installata in una piazza desolata per attrarre turisti e cittadini.Quando invece avendo un tesoro(perche’ di questo si tratta) come quello che alcuni cittadini stanno faticosamente riportando alla luce porterebbe vantaggi turistici ed economici alla citta’.(notare Rasiglia sei anni fa un borgo dimenticato tre case ed un ruscello,oggi per visitarla occorre prenotare).
Per Silvano Iommi.
I tecnici del comune sono impegnatissimi a risolvere i problemi della fontana del lumacone.
(sembra che ci sia un incentivo speciale per chi riuscirà a farla funzionare e non renderla pericolosa)