Il sindaco Pasqui stringe la mano ad uno degli assegnatari delle Sae
di Monia Orazi
Consegnate oggi pomeriggio 72 soluzioni abitative di emergenza a Camerino, di cui 9 nella frazione di Piegusciano, altre 49 a San Paolo sotto al polo scolastico provinciale ed altre 14 nella zona Cortine est bassa. Mancano 109 Sae, la maggior parte delle chiavi dovrebbero essere consegnate agli inquilini entro fine agosto, mentre per un’altra ventina si dovrà attendere inizio settembre. Presenti alla consegna il sindaco Gianluca Pasqui, l’assessore Antonella Nalli, il consigliere Leo Marucci ed alcuni dipendenti comunali, oltre agli uomini della Protezione civile comunale. Pasqui ad ogni consegna ha parlato ai cittadini, poi ha dato loro una ad una le chiavi, tra la commozione ed i sorrisi per il nuovo inizio.
Oggi c’è chi ha perduto una persona cara, prima di poter arrivare ad aprire la porta della casetta, chi è tornato dal camping a Porto Sant’Elpidio, chi è in affitto in un comune limitrofo, ma tornava tutti i giorni a vedere la sua Camerino, chi ha resistito in una sistemazione provvisoria ed angusta. Si intrecciano le storie nelle diverse aree Sae, si sovrappongono le esperienze di vita di una città che seppur duramente colpita, vede con la consegna delle soluzioni abitative di emergenza ed il ritorno degli sfollati, un primo punto fermo nell’incertezza di un presente difficile e di un futuro di ricostruzione ancora tutto da delineare. «Vi chiedo scusa a nome delle istituzioni perchè due anni non sono di certo un tempo breve – ha detto Pasqui – ma ogni volta che consegno le Sae ho la certezza che abbiamo fatto la scelta giusta, nel volere dodici aree Sae, specie nelle frazioni. Pensate se tra dieci anni, senza residenti, con l’attesa della ricostruzione, Piegusciano ci sarebbe stata ancora. Andare a valle, mettere tutti in un’unica area Sae, in piano, sarebbe stato più facile, ma di certo avremmo fatto una riserva indiana, che io non ho voluto».
Ha proseguito il sindaco: «L’amministrazione comunale ha condiviso con me questo percorso, la scelta forte di volere tenere la comunità unita, più vicino possibile alla città storica ed ai nuclei abitati delle frazioni. Questa è l’unica certezza che ho. Voi avete un sindaco che sbaglia e per questo vi chiedo scusa. Il tempo per la ricostruzione non sarà di certo breve e noi dobbiamo restituire ai nostri figli, quello che ci hanno dato i nostri padri». Pasqui ha difeso la scelta fatta nella logistica delle aree Sae: «Non ho voluto la riserva indiana, ma ho voluto che la nostra gente restasse compatta sia nelle vicinanze della città storica, che delle frazioni. L’unica certezza che ho che le aree Sae nelle frazioni andavano fatte, ora inizio a dormire la notte, nella consapevolezza che si poteva fare meglio, di certo era necessario fare in modo che la comunità tornasse tutta nelle Sae, evitando dispersioni».
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