Giuseppe Sposetti
Truffa ai danni della famiglia Guzzini, gli indagati respingono le accuse. Giuseppe Sposetti, ex sindaco di Macerata e deputato, suo figlio Emanuele, la moglie di quest’ultimo Cinzia Bianchi e Luca Ferranti, in qualità di commercialisti e consulenti dei Guzzini, sono accusati a vario titolo di truffa aggravata e appropriazione indebita aggravata. Secondo gli inquirenti i quattro, con responsabilità diverse, avrebbero preso il controllo della Depositi&Vendite srl, società per il 75% dei Guzzini del valore di oltre 2milioni di euro e costituita per un investimento immobiliare, attraverso operazioni finanziarie tra due diverse fiduciarie. Il tutto senza il nulla osta dei proprietari stessi, i Guzzini appunto. Inoltre viene contestato anche un ammanco nel bilancio della società di oltre 500mila euro. L’inchiesta è partita dopo la denuncia dei Guzzini, con la Guardia di finanza che ha effettuato perquisizioni e sequestri nelle sedi della società e nello studio dei commercialisti. «Ferranti – spiega il suo legale, l’avvocato Giancarlo Giulianelli – è più che tranquillo e resta a disposizione della magistratura e delle parti, alle quali tra l’altro ha già chiarito tutte le circostanze oggetto della denuncia. Come suo difensore resto non poco perplesso dalla circostanza che lo stesso sia oggetto di indagine, e valuterò insieme con lo stimato commercialista l’opportunità di agire per eventuali calunnie commesse in suo danno». Anche gli altri tre indagati, Giuseppe ed Emanuele Sposetti e la moglie di quest’ultimo, si dichiarano tranquilli. «Ho sentito gli Sposetti per telefono e ci siamo accordati per vederci nei prossimi giorni per un primo esame della vicenda – dichiara l’avvocato Manuel Formica, che li tutela – Li ho trovati sorpresi dell’iniziativa dei querelanti e comunque determinatissimi a provare la loro assoluta correttezza di comportamento. Naturalmente si riservano di far valere, nei confronti di chiunque, le loro buone ragioni».
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Io Sposetti con Ferranti non capisco propio cosa c’entri.
Signora Sainz, spesso e volentieri quando i ricconi si premiano tramite le loro associazioni per meriti alla carriera, all’innovazione, all’ingegno ecc. c’è quasi sempre un Guzzini a ritirare un premio. Quando chiude una fabbrica del loro gruppo, ci sono decine e decine di licenziati a ritirare il premio di licenziamento. Vede è questa la differenza di chi ha la fortuna di godere di un’impero industriale o manifatturiero o commerciale ecc, che non si è mai posto il problema se all’operaio bisogna dare dignità ( un po’ come al Concilio di Trento quando decisero di dare un’anima alle donne e spero di non sbagliare conciliabolo sennò Iacopini è costretto a scrivere uno dei suoi rarissimi commenti). Io apro un capannone, ci ficco dentro della gente che senza di me dovrebbero andare a raccogliere noci in montagna o a pescare l’inquinatissimo pesce del Potenza o qualsiasi altro svago di quelli che quando non hai lavoro ma le solite bollette, tratte, mutui da pagare, ti aiutano a passare il tempo e a conciliarti con l’Eterno o con l’Universo. In questi casi però sarebbe meglio non cercare un’avvicinamento troppo stretto con l’Eterno che a volte suggerito dalla disperazione sfuggita alle maglie dell’esasperazione giornaliera non conduce a niente e toglie anche di avere una pur piccola speranza che in futuro qualcosa cambi. Troppo flebile come speranza? Sono perfettamente d’accordo.
I Guzzini pensano che l’etica sia un albero….Che ovviamente non cresce nei loro curato giardino delle lussuose ville, costruite con il sangue dei licenziati…….
lasciamo perdere. a Civitanova hanno fatto carne da porco dell’area Ceccotti, hanno contratto 26 milioni di mutui per costruire quella monnezza poi hanno venduto a teste di legno e le ditte sono fallite, poi si sono ricomprati i terreni con società fiduciarie, poi adesso denunciano i complici. che buffonata
questa storia pone in difficoltà la Fondazione Giustiniani Bandini e chi ce lo ha messo.