Più donne al potere
anche nel Maceratese

LA DOMENICA DEL VILLAGGIO - Non molte, per ora. Ma questo positivo fenomeno sociale e politico sta andando avanti, magari a piccoli passi e però senza fermarsi
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di Giancarlo Liuti

Attualmente la “provincia” di Macerata conta più o meno 317.000 abitanti, circa 163.000 di sesso femminile e 154.000 di sesso maschile, la qual cosa non suscita alcuna sorpresa giacché la prevalenza numerica delle donne sugli uomini si riscontra da tempo anche a livello nazionale. Ciò non vuol dire tuttavia che le nostre compagne di vita abbiano avuto più potere, nella società, di noi uomini. Per antica tradizione, infatti, il ruolo del “comando”, nelle famiglie, nei posti di lavoro e soprattutto nelle istituzioni pubbliche è quasi sempre toccato ai maschi. Ma adesso, a partire dall’inizio del Duemila, la cosiddetta “emancipazione femminile” sta facendo progredire la donna anche in queste importanti funzioni civili, col risultato che il rapporto fra uomo e donna è ormai vicino – dovunque e in ogni caso – a una sostanziale parità fra i due sessi. E talvolta a vantaggio della donna. Non sempre, però. Se infatti consideriamo gli incarichi di maggiore evidenza anche politica come quello di sindaco, va notato che da noi le donne hanno sì fatto progressi rispetto al passato ma non così grandi come ci saremmo potuti aspettare.
Il Maceratese comprende cinquancinque Comuni e di “sindaci donna” ve ne sono appena sette: Cristina Gentili a Bolognola, Ornella Formica a Colmurano, Ilenia Catalini a Loro Piceno, Luisella Tamagnini a Pioraco, Sara Simoncini a Poggio San Vicino, Rosa Piermattei a San Severino Marche e Silvia Pinzi a Serrapetrona. Sette donne da una parte, quindi, e cinquanta uomini dall’altra, in un confronto assolutamente impari. Ma attenti: qual era la situazione trent’anni fa? Forse, chissà, di donne sindaco non ce n’era neanche una. Anzi, ne sono quasi sicuro. E se mi sbaglio chiedo perdono. Resta comunque che oggi gli effetti concreti della “emancipazione femminile” sono forse pochi ma evidenti pure da noi. La qual cosa va ritenuta positiva soprattutto per il consolidarsi di ciò che chiamiamo “democrazia”.

Dopo l’emancipazione delle donne ora si aspetta quella degli uomini



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