Sisma, amianto nelle macerie
Confservizi difende il Cosmari:
«Lavora per i bisogni del territorio»

L'ASSOCIAZIONE replica a Confindustria che aveva chiesto chiarezza sulle responsabilità
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Macerie nel centro di Caldarola

 

«Spiace constatare che si preferisca rimarcare nell’antagonismo privato/pubblico, i soli diritti degli operatori economici a discapito dei reali bisogni del territorio, del tessuto sociale e dell’economia già gravemente colpiti dagli effetti del sisma, specie se questo avviene da un’associazione di categoria autorevole come Confindustria Macerata». Amianto nelle macerie del sisma,  Confservizi Cispel Marche difende l’operato del Cosmari dopo che Confindustria aveva chiesto chiarezza sulle responsabilità. «Cosmari – continua l’associazione – con la collaborazione dei suoi fornitori privati, individuati tramite gare ad evidenza pubblica, sta fornendo da circa due anni a tutti i comuni del cratere della provincia di Macerata servizi per ridurre al minimo i disagi e permettere una ripresa della ricostruzione facendolo in maniera discreta senza proclami ne tanto meno attacchi o valutazioni sull’operato degli altri soggetti coinvolti alla gestione dell’emergenza terremoto». Quindi la Confservizi ricorda il grande lavoro che c’è dietro la filiera di recupero delle macerie.

«In piena collaborazione con i funzionari del ministero dei Beni Culturali – spiega l’associazione – a tutti i materiali di tipo A e di tipo B legati ad edifici vincolati, di interesse storico, soggetti a vincolo paesaggistico è stato dedicato un apposito spazio al fine della loro conservazione e del loro riutilizzo in fase di ricostruzione». Quindi il recupero dei beni personali «ritrovati sia in fase di caricamento delle macerie nel sito di recupero che durante le fasi di cernita nell’impianto Cosmari, e conservati per essere restituiti ai legittimi proprietari. Tra i beni è da rilevare la presenza di armi, munizioni, oggetti personali quali fotografie, gioielli, denaro e altro. La decisione di utilizzare un impianto di selezione di un’azienda pubblica che effettua il servizio di raccolta differenziata non è solo dovuto alle prescrizioni di legge – continua Confservizi – diversamente da come precisato da Confindustria Macerata, ma anche all’impossibilità, per ovvi motivi, di impiegare impianti di prossimità nei luoghi del terremoto, già martoriati e, per la maggior parte dislocati in zone interne all’area parco dei Monti Sibillini, aree protette e soggette a vincoli di varia natura. Vi è quindi tra le motivazioni di tale scelta l’assenza di spazi, la necessita di non produrre polveri e rumori in luoghi di particolare pregio naturalistico e per lo più dislocati in zone collinari e montane.  Vogliamo comunque dare una risposta alla richiesta di Confindustria Macerata – conclude l’associazione – indicando che le demolizioni risultano essere eseguite in minima parte dall’esercito che sono state eseguite anche dai reparti speciali dei vigili del fuoco e per ultime, ma non certo per quantità, con interventi effettuati da ditte private individuate dai comuni tramite gare pubbliche, alcune delle quali associate alla Confindustria stessa e in attività tuttora in corso. Approfittiamo per ringraziare pubblicamente l’esercito e i vigili del fuoco per l’attività svolta in soccorso alle nostre comunità».

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