«Dimissioni di massa dal cda dell’Atac, ma al comando rimane Brini». Il segretario del Pd di Civitanova Guido Frinconi analizza il paradosso generato a seguito delle dimissioni del presidente e del cda dell’Atac, dimissioni che non sono seguite da quelle di Brini da consigliere e che ora è l’ago della bilancia per la convocazione dell’assemblea. Se sia stato un colpo da maestro del vicepresidente o una “svista” di presidente e amministrazione non lo sapremo mai, ma ad analizzare quanto avvenuto nell’ultima settimana in casa Atac è il Pd che dà una lettura politica dell’intera vicenda: «sono incompetenti, si sono accorti dopo 4 giorni che Brini in quanto consigliere anziano non decadeva con la decadenza del cda e ora è lui a dover convocare l’assemblea». La vicenda trae il suo esordio lo scorso 19 giugno quando il tribunale emette la condanna di Ottavio Brini per peculato. Una condanna di primo grado e pertanto non definitiva, ma per la legge Severino Brini non può rivestire incarichi pubblici. Le dimissioni però tardano ad arrivare. Il presidente dell’Atac afferma che Brini non prende più parte alle riunioni e che è una sospensione di fatto, ma non negli atti. Il 4 luglio Brini presenta le dimissioni da vicepresidente dell’Atac, ma rimane come membro del cda. A distanza di 9 giorni, il 13 luglio arriva il parere dell’organo di vigilanza che sottolinea che Brini deve dimettersi. A quel punto nella stessa data presidente e cda danno le dimissioni. «Con una motivazione di cui non si capisce nulla – dice Frinconi – si sottolinea che le dimissioni vengono date affinché “non si venga ad incrinare il rapporto di fiducia coi cittadini verso le istituzioni”. Brini però rimane al suo posto. E oltretutto le dimissioni non vengono neanche inviate al collegio sindacale che è l’organo che dovrebbe riconvocare l’assemblea». E qui infatti arriverebbe l’inghippo: per statuto Atac infatti, in caso di dimissioni, è il consigliere più anziano a dover convocare l’assemblea per la nomina e gli incarichi. «Ci troviamo ad oggi che non si sa chi deve convocare l’assemblea, ha Brini il comando e si sono accorti di aver fatto una sciocchezza solo il 17 luglio quando Belvederesi scrive a Brini per comunicargli che se entro due giorni non convoca l’assemblea sarà il collegio sindacale a farlo. E in tutto questo il sindaco non sa nulla, ma perchè continuiamo a prendere in giro i cittadini? Si lascia per giorni una società come l’Atac che quotidianamente ha bisogno di firme per i propri atti senza una guida. Ci troviamo di fronte all’incompetenza totale». Sull’argomento interviene anche Andrea Savorelli del Pd: «Se fosse solo una vicenda da riderci su e non si provocassero danni ai cittadini potremmo anche riderci, il guaio è che non si sta facendo del bene per lo sviluppo della città. E probabilmente – conclude – almeno per un’altra settimana non avremo il cda dell’Atac, se fosse una società privata ad essere lasciata così allo sbando avrebbe danni enormi».
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Questi scricchioli che continuano da quando c’è la nuova amministrazione, qualcosa vorrà pur dire. Brini, l’unico che non ci doveva più stare all’Atac è il solo che è rimasto. Ma sapere come sono andate le cose non serve a niente tanto il sapore della barzelletta ci sta lo stesso e una risata anche senza sapere perché male non fa.
Sindaco ostaggio della propria mediocrità. Naturalmente, questo è solo il titolo.
Chissà cosa si nasconde all’interno della questione?
civitasvolta@gmail.com