di Giovanni De Franceschi
«Voglio pensare che ancora vivi e come allora sorridi». Canzone per un’amica dei Nomadi: questo passaggio è stato dedicato a Ilaria Raggi, la mamma di San Severino di 44 anni, morta stamattina all’ospedale Torrette di Ancona. Lo ha scritto proprio un’amica sul suo profilo Facebook. Come ultimo atto d’amore i familiari hanno deciso di donare gli organi e il funerale ancora non è stato fissato. E’ prevista anche l’autopsia, disposta dalla procura come prassi in simili casi. Ilaria lavorava in un supermercato di Tolentino, sfollata a causa del terremoto, dopo un periodo nell’area camper della città aveva trovato una sistemazione a Passo di Treia. Martedì della scorsa settimana era partita di buon mattino con la Toyota Yaris, avrebbe dovuto lasciare il figlio di 12 anni, Diego, a scuola e poi andare al lavoro. Sulla strada invece ha incontrato il suo tragico destino. Il terribile incidente con un camion: il suo cuore ha retto per una settimana, poi non ce l’ha fatta. Lascia un compagno, Gigi, la madre Vincenzina, un fratello e una sorella, Fiammetta e Tommaso.
Renzo Leonori
«Era una persona straordinaria – ricorda Renzo Leonori, presidente Confartigianato – Eravamo accampati da terremotati con 53 famiglie in una zona di San Severino e lei trascinava chi, più in là con l’età, stava veramente giù. Era coinvolgente, spesso ci riunivamo intorno a un tavolo per mangiare e fare due chiacchiere, così per rendere più leggero quel dramma. Era un po’ l’anima del villaggio: efficiente, caparbia. Anche se non direttamente, anche questa morte può essere ricondotta al terremoto». Straziante anche il ricordo di una delle volontarie che subito dopo il sisma ha dato un mano nel palazzetto di San Severino. «La prima volta che ti ho vista era il 26 novembre 2016, alla mensa del campo allestito al palazzetto dello sport di San Severino – ha scritto Patrizia -. Ho incrociato il tuo sguardo triste e impaurito per il terremoto, ricordo le tue paure, le tue parole e la convinzione di non farcela e di non voler rientrare in una casa. Ma dietro a quello sguardo intravedevo una donna forte che aveva solo bisogno di una spinta per riprendere in mano la vita. Ricordo gli abbracci e i baci il giorno della mia partenza».
L’incidente
«Mi torna in mente – continua la donna – il giorno che sono tornata a San Severino per rivederti portandoti un piccolo dono, un portachiavi con una coccinella come buon auspicio in attesa di trovare una nuova casa. Ricordo il 19 giugno 2017 giorno in cui mi hai inviato la foto del portachiavi con le chiavi di casa attaccate ringraziandomi per averti aiutata a capire che dovevi tirare fuori la tua forza e ricominciare a vivere e sorridere e ricordo ancora le mie parole “devi ringraziare solo te stessa, la forza ce l’hai messa tu”. Ricordo le nostre telefonate, i nostri messaggi. A volte non servono anni per affezionarsi ad una persona, tu mi sei entrata nel cuore da subito. Un maledetto incidente d’auto ti ha portato via . Mi mancherai Ilaria, mi mancherai dolcissima donna, a volte la vita è davvero ingiusta».
Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati