«Mettere al centro del dibattito le persone e le loro esperienze reali della sanità maceratese, puntare la lente sui loro bisogni di salute e sull’adeguatezza delle risposte che ottengono dal servizio sanitario del territorio». Questo l’obiettivo della campagna di ascolto della Cisl di Macerata, che stamattina ha sistemato banchetti e rappresentanti di fronte all’ingresso agli ospedali del territorio.
«Rischiamo sempre di più che la sanità nell’Area Vasta 3 resti schiacciata tra una Giunta regionale che si ostina a procedere nel governo del sistema sanitario delle Marche all’insegna della massima opacità e autoreferenzialità e un dibattito pubblico locale monopolizzato dalla discussione surreale sulla localizzazione dell’ospedale unico- dicono Silvia Spinaci, Alfonso Cifani e Rocco Gravino, responsabili Cisl di Macerata, Civitanova e Tolentino -. Nel frattempo il confronto con la direzione dell’Area vasta 3 è del tutto assente ormai da tempo (l’ultimo incontro risale a gennaio 2017), nella totale omissione dei dati e delle informazioni necessarie per comprendere lo stato di programmazione e gestione del sistema sanitario nel territorio. Per questo pensiamo sia essenziale ancora una volta ripartire dai cittadini e dar loro voce».
La Cisl sta conducendo un’indagine tra gli iscritti su alcuni aspetti del sistema sanitario del territorio. Rapporto con il medico di medicina generale, ricorso agli specialisti, grado di informazione sulla rete dell’emergenza. «Le persone – dicono i sindacalisti – continuano a rivolgersi ai Punti di primo intervento e ai Pat con la convinzione che siano Pronti soccorso. In più non cambia il numero di codici verdi che sovraccaricano i Pronti soccorso ospedalieri. Sul governo dei tempi di attesa poi, in molti casi sembra di essere rimasti all’anno zero, dal momento che l’utenza spesso non è consapevole dell’inserimento o meno da parte del medico curante del codice di priorità nella ricetta medica. E il risultato è che in troppi casi di fronte a tempi di attesa troppi lunghi si rinuncia alla visita o alla prestazione».
La campagna di ascolto stamattina ha portati alcuni frutti. «In tanti – dicono i sindacalisti della Cisl – ci hanno detto che i reparti si reggono solo grazie alla dedizione di personale medico, infermieristico e ausiliario che per dare risposte va ben oltre l’orario di lavoro. Lo stesso personale medico ci ha raccontato le contraddizioni di una riforma rimasta a metà, con gli ospedali sempre più concentrati sulle acuzie e un sistema di cure intermedie nei piccoli ospedali che ancora stenta a partire con il risultato che i pazienti che necessiterebbero della lungodegenza rischiano di rimanere senza adeguata presa in carico. Anche racconti di buona sanità, sempre legati alla qualità del personale, ma tanti anche le rassegnazioni o il disagio di chi resta schiacciato nel sistema».
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Iniziativa che serve a tenere alta l’attenzione sulla qualità della sanità pubblica sperando che rimanga tale.
le testimonianze servono per captare le incongruenze storicamente esistite, ho sentito descrivere servizi pubblici come eccellenti mentre vedevo incompetenza sentivo lamentele per fatti gravi e pochi segnalavano nelle sedi opportune con data e firma come fa chi denuncia disservizi e corruzione.
Le associazioni chiedono un colloquio con i capigruppo in regione prima della discussione della 145, i sindacati ci sono? I comitati si sono mossi da almeno 2 anni perchè la sanità rimanga pubblica. Scrivete a civitasvolta@gmail.com per i casi di malasanità