Mario Pianesi
di Federica Serfilippi
“Con mia madre abbiamo vissuto un inferno. Dopo essersi avvicinata al mondo macrobiotico era cambiata totalmente, non voleva più mangiare a casa. Diceva che solo il cibo del punto macrobiotico era salutare. Ha seguito una dieta rigida per tre mesi. Le avevano fatto credere che in questa maniera il suo diabete potesse migliorare, invece aveva dovuto fare i conti con uno scompenso glicemico. Non è stato facile farla uscire dal tunnel dove era finita”. È la testimonianza di Maria Carmela Cisternino, residente a Porto Recanati, che dieci anni fa si è trovata a combattere contro le scelte della mamma, malata di diabete, che per un periodo abbastanza breve aveva deciso di seguire i dettami della dieta macrobiotica di Mario Pianesi. “Dopo l’apertura di un punto macrobiotico in provincia di Macerata (affiliato all’associazione di Pianesi, ndr), si era sparsa la voce che attraverso una certa alimentazione si potevano curare e alleviare alcune malattie. Mia madre, che all’epoca aveva 65 anni, era diabetica e, tramite un medico, si era convinta a frequentare il punto macrobiotico per tre mesi, assieme ad un gruppo con persone affette da altre patologie. Veniva detto che non bisognava prendere le medicine e che a casa non si doveva toccare alcun tipo di cibo. Fuori dal punto, doveva andare avanti con un thermos di the”. In quei tre mesi, dove doveva affrontare una sorta di percorso, la donna era cambiata totalmente, con ripercussioni sulla sua salute. “Con il tempo il diabete era peggiorato e mia madre si era trovata a combattere con uno scompenso glicemico non indifferente. Dopo alcuni anni, attorno al 2010, siamo dovuti ricorrere all’amputazione di un dito del metatarso del piede sinistro. Alla fine è morta nel 2013 per l’incombere di ulteriori problemi. All’epoca non ho avuto il coraggio di denunciare, ma forse ho sbagliato”. Negli incontri tra gli adepti, seguiti a volte dalla Cisternino per accompagnare la mamma, uno dei precetti era quello di non prendere farmaci tradizionali. “Non so se in quel periodo in cui seguiva la dieta mia mamma aveva smesso di prendere le medicine, questo non posso saperlo, ma posso dire che era cambiata del tutto e che finiti i primi tre mesi voleva continuare a mangiare solo al punto macrobiotico. Per almeno altri quattro mesi lo ha frequentato, ma non con costanza. Le avevano chiesto se poteva lavorare al ristorante, in cambio avrebbe ricevuto solo un pasto gratis. Siamo stati noi, io e la mia famiglia, a cercare di farle uscire da quel mondo, avvalendoci anche di uno psicologo. È stato un periodo duro, soprattutto quando si rifiutava in ogni mondo di mangiare a casa. Era convinta che solo il macrobiotico faceva bene, voleva andare solo al punto. All’epoca, ho conosciuto persone incantate, fuori dalla realtà, soggiogate da una sorta di incantesimo collettivo. Per fortuna, siamo riusciti a riprendere mia madre in tempo, ma non è stato facile”.
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Se da qualche caso si dovesse giudicare una dottrina scientifica, allora dai casi finiti male in medicina, si dovrebbe giudicare l’intera Medicina come una “psico-setta” di ciarlatani, alla pari di come si giudica da qualche caso la “psico-setta” del ciarlatano Mario Pianesi.
Proprio sulla soluzione del diabete per mezzo dell’alimentazione “pianesiana”, utilizzata per debellare la malattia del diabete, sono state fatte costose sperimentazione da parte di illustri professori in medicina e scienziati. Sperimentazioni costate, se ben ricordo, alcune centinaia di migliaia di euro per supportare le spese della sperimentazione.
Se ho ben letto, la sperimentazione della dieta macrobiotica per vincere il diabete da parte della paziente, citata nell’articolo, non veniva fatta con costanza e probabilmente la stessa continuava a prendere i farmaci prescritti dal medico. Quindi, la formula dell’alimentazione “pianesiana” non veniva rispettata…
Ciò che mi colpisce, però, è l’affermazione della figlia della paziente di aver conosciuto, all’epoca, nel centro macrobiotico “persone incantate, fuori dalla realtà, soggiogate da una sorta di incantesimo collettivo”… Vorrebbe dire che noi che frequentiamo “Un Punto Macrobiotico”, seguiamo le conferenze, leggiamo i libri scientifici di Pianesi sull’alimentazione e l’agricoltura siamo “fuori della realtà, incantati e soggiogati da una sorta di incantesimo collettivo”?
Se una manciata di persone che sono “dentro la realtà, disincantate e quindi non soggiogabili”, ha denunciato Pianesi, significa che altre decine di migliaia di persone che frequentano con convinzione le diete di Pianesi sono una massa di imbecilli facilmente manipolabili mentalmente? Gradirei una risposta dalla giornalista Federica Serpilli, che ha confezionato l’articolo anti-Pianesi.
Io invece penso che, dopo aver trovato alcuni ex-staff e pazienti insoddisfatti disposti a denunciare, si sia messa in moto, alla grande, un’azione occulta per screditare Mario Pianesi e la sua opera meritoria, la quale contrasta con i grandi interessi delle multinazionali produttrici di sostanze chimiche per l’agricoltura e delle case farmaceutiche produttrici dei farmaci per determinate malattie.
Ciò che sconcerta, come ho già scritto, è che tutta la vicenda anti-Pianesi, che ha avuto un iter di ben cinque anni, sia stata taciuta ai vertici delle forze dell’ordine, alla segreteria del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e per le vie diplomatiche pure al Santo Padre. Facendo fare loro la figura di utili idioti del “guru” della “psico-setta” maceratese, espansa ormai a livello internazionale.
Si gradirebbe una risposta in proposito da parte degli organi inquirenti, tramite Cronache Maceratesi.
Carissimo Giorgio, se può servirti a smantellare la tua idea dell’architettura complottistica delle multinazionali alimentari e farmaceutiche, ti rinvio alla lettura di questa isolata testimonianza di una mamma proprio qui su CM. Era il 2012, quando fece i suoi 3 ( in raltà 4, il primo dei quali è un duplicato) interventi alla fine della lunga processione , 401 commenti in totale – tanto che sembrava esserci dietro una regia per la tipologia di contenuto comune a tutti quelli che avevano fatto il loro incontro con la Macrobiotica e Pianesi- pieni di lodi sperticate, testimonianze solo positive e di ringraziamento. Poi arrivò lei ( e prima di lei, a dire il vero un altro commentatore piuttosto critico verso il sistema a cui aveva appartenuto e lo stesso ti segnalo, n. 331 e seguenti – fino a leggere la risposta che gli arriva da qualcuno di UPM -commento n.375- in cui gli fa alcune accuse pesanti).
I commenti riguardanti la Signora sono il n.352 -369, in cui racconta l’esperienza avuta da suo figlio. In tutto identica a quelle tante che leggiamo oggi emergono dalle indagini.
Poi però, dopo un mesetto, tornò per scrivere il commento n.399, questo :
” Mi riferisco ai messaggi nr.351 e 352 del 04 Dicembre 2012 e ulteriore messaggio 369 del 07 Dicembre 2012: Sono a scusarmi per quanto scritto con l’uso delle espressioni e di conseguenza la loro diffusione.Non era mia intenzione ledere e diffamare l’Associazione UPM.”
Rimasi sbalordita. Allora la contattai tramite fb e le chiesi come mai si fosse pentita di aver raccontato tanti fatti della sua famiglia per poi arrivare alle pubbliche scuse. Mi rispose e capii. Ma trattandosi di risposta data in privato tale resta.
Il Link all’articolo coi commenti che ho citato sopra è il seguente:
https://www.cronachemaceratesi.it/2012/10/26/medaglia-di-napolitano-per-mario-pianesi/250551/