Fino a due anni fa Paolo Cudini era legato al movimento macrobiotico di Mario Pianesi, anche se lui è stato sempre un po’ “ribelle” perché la macrobiotica la vede a modo suo e non è delitto servire carne o pesce. Anzi, per la sua interpretazione sono alimenti contemplati nella dieta macrobiotica. Un must a Macerata il suo ristorante macrobiotico in via Cassiano da Fabriano che, precisa, «è sempre stato un ristorante, non un Punto macrobiotico». Perché la scelta di dividersi? «Ci siamo distaccati – spiega Cudini – perché non andavamo d’accordo su di una serie di cose. Non correvamo più sullo stesso binario da un punto di vista commerciale. Io ho sempre fatto una mia interpretazione del macrobiotico e non andava bene, ci mandavano delle lettere in cui dicevano che non eravamo congrui. Ma noi siamo sempre stati una cosa diversa, siamo un ristorante vero e proprio. Io sono ristoratore dal 1986». L’indagine in cui Pianesi è indagato insieme alla moglie Loredana Volpi e ad altre due persone, comprende anche l’accusa di evasione fiscale. «Qui è sempre stato tutto fatturato – dice Cudini –. La gestione del ristorante ce l’avevo io, Pianesi non ci chiedeva niente. L’unica cosa è che dovevamo acquistare i prodotti dell’azienda Salvia. Da noi però non c’era bisogno di fare la tessera per mangiare, come avviene da altre parti. Quanto costa la tessera? Fino a qualche tempo fa dieci euro l’anno». Su Pianesi: «io ho partecipato a tutte le cerimonie per le onorificenze che ha ricevuto. Quei riconoscimenti significano che come testa è una persona valida. Dopo non so se con il passare del tempo sia successo qualcosa. Penso comunque che si stia facendo un gran polverone».
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