Silvia Squadroni si dimette:
«Tipico regime dittatoriale»

CIVITANOVA - Parole durissime dell'ex presidente in una lettera di fuoco contro il sindaco Ciarapica e l'assessore Gabellieri criticata per «metodo, arroganza e temerarietà». L'avvocato civitanovese svela i retroscena: «clima da Minculpop, io non sono una yeswoman»

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stagione-teatri-2017_18-pres-silvia-squadroni-civitanova-FDM-5-325x217di Laura Boccanera

Silvia Squadroni si dimette dal Cda dell’Azienda Teatri di Civitanova: «calpestata la dignità e fedeltà a beneficio di un Assessore la cui inesperienza ed il cui modus operandi sono sotto gli occhi di chiunque. Quello che è successo è tipico dei regimi dittatoriali, chi alza la testa viene eliminato».  Con una lettera durissima (che riportiamo per stralci integralmente) la presidente dei TdC fa un passo indietro dopo la polemica nata con sindaco e assessore alla cultura. Ad avere la meglio la Gabellieri alla quale l’ormai ex presidente riserva parole durissime. Un’uscita che era nell’aria dopo l’incontro della scorsa settimana che non è stato proficuo e di cui la Squadroni rivela tutti i retroscena tra cui anche l’induzione alle dimissioni dei consiglieri del cda di Vince Civitanova. «Una decisione d’onore e rispetto, verso la democrazia, la trasparenza, la correttezza e l’onestà intellettuale che prima di me impregnarono la vita politica di quel maestro che è stato mio padre». La Squadroni è una furia, si abbatte come il Burian sul sindaco e sull’assessore riservando parole di sdegno e profonda delusione. Numerosi i riferimenti nella lettera al metodo fascista utilizzato dalla lista, sia nei suoi confronti che in quelli del cda.

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Rottura insanabile fra Silvia Squadroni e Fabrizio Ciarapica

La Squadroni parte dalla riunione della scorsa settimana: «mi sono recata convocata dal Sindaco in ordine alla disponibilità ad assumere un’Assessorato, nella convinzione di ricevere scuse personali e chiarimenti dinanzi ad un attacco diretto sferrato con parole dure ed inaccettabili alla mia persona colpevole d’aver criticato l’operato d’un Assessore ormai inviso a tanti, forse anche Consiglieri Comunali e qualche altro Assessore della giunta Ciarapica. Non ho ricevuto chiarimento alcuno e coerentemente ho sottoscritto la mia disponibilità ad assumere un assessorato quale atto d’onore e di rispetto verso la mia città. Accade che nella stessa serata di giovedì 22 febbraio, ma io lo apprendo solo oggi, nella consueta riunione serale del Direttorio della Lista Vince Civitanova, i Consiglieri Michela Gattafoni, Fabiola Polverini ed Aldo Santori, siano stati destinatari di un’attacco personale e durissimo da parte di esponenti della Lista tanto da essere stati accusati di “tradimento” che ricorda tanto la riunione del Gran Consiglio del fascismo del luglio 43 ed indotti alle dimissioni dal Cda dell’Azienda Teatri con il chiaro scopo di dimostrare all’esterno assenza di coesione e di unità e con l’aggravante, subito dopo, di aver cercato di distruggere il deliberato cda del 20 febbraio sottoscritto anche dai Consiglieri Gattafoni , Santori e Polverini».

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L’assessore Maika Gabellieri

La Squadroni passa poi a smentire il sindaco su tutto quello che è stato detto e rivendica la sua indipendenza sottolineando che non è una yeswoman per tutte le stagioni e sferra parole di fuoco contro la coppia Ciarapica-Gabellieri. L’ex presidente accusa il sindaco di metodi fascisti e la Gabellieri di inesperienza. Non sarebbe andato giù quel “io sono intoccabile” che la Squadroni attribuisce alla Gabellieri a cui contesta errori di metodo, arroganza e temerarietà: «Smentisco il Sindaco rispetto a quanto riportato dagli organi di stampa in relazione a dichiarazioni rese dal primo Cittadino, il quale ha inteso attaccarmi personalmente, calpestando dignità e fedeltà a beneficio di un Assessore la cui inesperienza ed il cui modus operandi sono sotto gli occhi di chiunque, definito da Fabrizio Ciarapica “il migliore della giunta”. Sia chiaro che la mia è stata una critica sulle metodiche attuate da un Assessore, non già alla persona Maika Gabellieri. Per stile, educazione, cultura e formazione me ne guarderei bene. L’attenta lettura delle affermazioni rese dal Sindaco, pero’, cui non sono seguite scuse formali, riportano la mia mente a più di novant’anni or sono e quindi ad un regime dove leggi e regole venivano costantemente violate, con la soppressione di libertà  elementari e la successiva purga di chiunque avesse osato ribellarsi, il “Boia chi Molla” (il riferimento è ad un post del vicesindaco Fausto Troiani ndr) che compare su taluni profili Facebook avrebbe dovuto indurmi ad una più attenta riflessione, ma fui chiamata da Fabrizio Ciarapica ad assumere la Presidente dell’Azienda Teatri non la dirigenza d’un movimento politico cittadino che lasciai proprio quando il capo politico decise di sposare La Destra di Francesco Storace nella quale non mi riconoscevo e non mi riconosco. Evidentemente lor signori lo avevano dimenticato o , chissà, probabilmente credevano di trasformarmi in mero e silente esecutore d’una volontà politica trasfusa nella cultura, una sorta di cagnolino asservito al locale Minculpop con la sottoscritta ricondotta al ruolo di yeswoman. Ma la cultura è di tutti, non ha bandiera di partito così come l’Azienda Teatri, a Civitanova, è stata voluta e creata dal Consiglio Comunale, questo sì, organo di indirizzo. Ma si sa, 90 anni fa gli statuti venivano stracciati e le regole azzerate, e così come oggi, prima un Assessore e poi un Sindaco per il quale mi sono spesa oltre ogni misura, credendoci, mostrano di non conoscere nè la genesi nè  la finalità dell’Azienda che sono stata chiamata a presiedere nè, le norme statutarie che la regolano. L’Azienda Teatri ha operato secondo lo spirito e le finalità cui venne costituita e nel pieno rispetto di ruoli e funzioni che proprio l’Assessore Maika Gabellieri, per prima, non ha compreso, commettendo continui errori di metodo, di comportamento e di condotta, giungendo ad affermare pubblicamente: ” Io sono intoccabile”. Producendosi in interventi a gamba tesa sull’Azienda e tentando di sottrarre dalla gestione di questa manifestazioni ed eventi di rilievo per avocarli a sè ed a proprio mediatico beneficio senza conoscere nulla di dinamiche, impegni, voci di spesa tanto che nella convocata riunione chiarificatrice del 7 febbraio presso il Palazzo Comunale, giunse agguerrita non avvedendosi neppure di leggere dati e contabilità d’un bilancio datato – non ultimo – confermando quel pressapochismo e quella ignoranza di cifre ed imputazioni che , infine , mi hanno portato ad una presa di posizione netta, di aperta contestazione, dopo che numerosi appelli al Sindaco erano rimasti totalmente disattesi. Il violento attacco alla mia persona , pero’, un risultato lo ha prodotto : da due giorni sono subissata di attestazioni di stima e sprone ad andare avanti , cosi’ come di piena condivisione sulla critica all’operato dell’Assessore Maika Gabellieri , la quale non ha non solo mostrato alcun segno di ravvedimento o cambiamento di rotta ma , imperterrita , ha proseguito con temerarieta’ ed arroganza giungendo a chiedere l’intervento del capo per punire la voce di dissenso: neppure durante il regime mussoliniano si giunse a tanto così sfacciatamente. Qui il diritto di critica espresso da un Cda attraverso il proprio Presidente e la richiesta di mutar rotta e metodica sono stati assurti a lesa maestà e, come avviene nei regimi dittatoriali, la voce di dissenso è stata colpita e ricondotta al silenzio, con la minaccia dichiarata di rimozione ed oblio. Ho preso atto dell’intervento su tre membri del cda, si tenta di delegittimarmi ma resta  la delibera che tutti i consiglieri  autonomamente e liberamente sottoscrissero, stanchi di subire dall’Assessore alla Cultura, non me ne faro’ una malattia , avendo una professione che mi da’ soddisfazione e riconoscenza e potendo ben tornare alle mie occupazioni , consapevole , però , d’aver impartito una lezione di legalità e democrazia.  L’unica liberazione , per me , sono le mie dimissioni irrevocabili: le promesse di Fabrizio Ciarapica, ma è il vero Sindaco di Civitanova?, restano solo un lontano ricordo».

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