Casette realizzate abusivamente, dopo l’entrata in vigore del decreto «Salva Peppina» c’è tempo fino al 31 gennaio per presentare in Comune la documentazione necessaria ed evitare procedimenti penali. A ricordarlo è il procuratore di Macerata, Giovanni Giorgio. «Si rammenta a quanti hanno realizzato, entro il 24 agosto 2017, immobili ad uso abitativo per impellenti esigenze abitative, senza richiedere le autorizzazioni necessarie per legge (antisismica, edilizia, urbanistica, paesaggistica), che devono presentare entro il 31 gennaio del prossimo anno tutta la documentazione che è analiticamente specificata all’articolo 8 bis del decreto da poco entrato in vigore per poter beneficiare della sospensione del procedimento penale e dell’eventuale dichiarazione di non punibilità. Se non presentata – dice il procuratore – i procedimenti penali riprenderanno il loro corso». La documentazione va presentata al proprio Comune. Una vicenda che riguarda diverse persone che hanno costruito case nel cratere senza avere ottenuto o richiesto i necessari permessi. Il caso della 95enne di Fiastra, Giuseppe Fattori, è stato quello che ha destato più clamore.
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NULLA PUO’ ESSERE PIU’ abusivo del comportamento della pubblica amministrazione: visto che è pagata apposta per alleviare le sofferenze e risolvere i problemi dei cittadini. Invece di inventarsi storie che non possono stare né in Cielo né in Terra per tenere la gente sotto i piedi.
dunque la distinzione tra delitto penale e diritto sta in una domanda formale all’autorità, in un atto di sottomissione e di obbedienza ai suoi riti, alle sue liturgie sacramentali…
Per Pavoni. Esistono delitti non penali? Grazie.
Ci sono gli illeciti amministrativi, come in un universo parallelo ci sono peccati mortali e peccati veniali…
Gli illeciti amministrativi sono delitti?
c’è chi è icastico e c’è chi è scassico…
Per Pavoni. Se le matematica non è un’opinione, figuriamoci se lo è la logica.
«Tu fraintendi la situazione,» disse il sacerdote, «la sentenza non viene ad un tratto, è il processo che poco a poco si trasforma in sentenza.» «Ah, è così,» disse K. abbassando il capo.
Evviva l’illegalità!