Controlli sui nomadi a Civitanova, trovati un uomo e una donna senza permesso di soggiorno. Avviate le pratiche di espulsione per lui, ma non per lei, visto che è incinta. Dopo l’episodio di ieri mattina, quando una giovane mamma ha segnalato sui social di essere stata infastidita da due bambine rom al Varco sul mare (leggi l’articolo), la polizia municipale ha effettuato un controllo sul gruppo nomade di origine serba e ha coinvolto i carabinieri per verificare se i documenti fossero in regola. Lo annuncia il sindaco attraverso un post su Facebook: «Sono molto vicino alla ragazza aggredita dai Rom. La sua pronta segnalazione e il suo coraggio, nonostante fosse comprensibilmente sconvolta, hanno aiutato la nostra polizia locale a dare avvio alle indagini nei confronti di alcuni rom». Formalmente non si è trattato di un’aggressione e infatti non vi sono denunce verso nessuno, ma comunque la donna, che era a passeggio con un neonato di 3 mesi si è sentita infastidita e molestata dal comportamento delle due minori che l’hanno accerchiata e hanno provato a mettere le mani sulla borsa. Il sindaco sottolinea come la municipale abbia attuato in questa occasione una nuova forma di identificazione: «subito dopo la sua segnalazione, infatti, i vigili sono intervenuti e hanno identificato dieci persone di cui due, un uomo e una donna, senza documenti. Hanno quindi chiesto l’intervento dei carabinieri – continua Ciarapica – che tramite la loro banca dati e i contatti con l’ufficio immigrazione della questura hanno scoperto che i due sono privi del permesso di soggiorno. Per l’uomo è in vigore un provvedimento di espulsione, mentre la donna, trovandosi in stato interessante, non può essere espulsa. Deve, tuttavia, recarsi nella questura della provincia nella quale risiede per poter ottenere un permesso di soggiorno temporaneo. In questo caso Ravenna. Per la prima volta i nostri vigili urbani hanno sperimentato questa identificazione che ha portato all’espulsione dell’uomo – conclude il sindaco -. Continueremo a portare avanti questo provvedimento che serve a contrastare atti illeciti e, anzi, a prevenirli».
e quindi? come solito....
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Ed ora a questa gentile signora chi la mantiene? E quale attività lecita svolgono questi signori per mantenersi? Se non lo dimostrano, visto che il Padreterno non privilegia nessuno di non aver bisogno di alimentarsi, sarà il caso di rimpatriarli?
come mai i servizi sociali non gli
tolgono i bambini a questi zingari?
queste sono sempre incinta…
quindi e’ un aggravante,altro ladro in arrivo..
Chiusi gli orfanotrofi, che certo non erano i “migliori dei mondi”, si è aperta la caccia all’accaparramento. Ora c’è il business case famiglia. Niente controlli, niente trasparenza. Si spendono fino a 150 mila euro l’anno a bambino.Bambini alle prese con la burocrazia già a uno, due, tre, quattro anni. Entrano in una struttura, in attesa di tornare a casa o essere adottati, e non sanno quando ne usciranno. Incastrati in un mondo nebuloso fatto di cooperative, istituzioni, servizi sociali e tribunali in cui circolano fiumi di denaro.
In una comunità per minori con disabilità psichiche, i ragazzini sono stati trovati legati con catene e scotch, costretti addirittura a mangiare i propri escrementi. Ma anche a Foggia, a luglio 2015, sono state arrestate le educatrici di una comunità, accusate di maltrattamenti sui minori. E a giugno 2015 si è concluso il processo che ha coinvolto il Forteto di Vicchio del Mugello, con la condanna in primo grado del fondatore e di altre 15 persone per maltrattamenti e abusi sessuali. La comunità, in questo caso, rifiutava le rette comunali: un gesto di apparente solidarietà, che negli anni ha tenuto lontani anche i controlli. QUINDI I FIGLI DEGLI ZINGARI STANNO MEGLIO CON I GENITORI.