Tentato omicidio davanti alla discoteca Liolà di Montecassiano, i figli della coppia: «nostra madre ci ha sempre supportato standoci vicino, nostro padre no. E’ stata un’ottima moglie e mamma. La signora Natalie Habibaj (zia dei due ragazzi, ndr) non ha mai frequentato la nostra famiglia». Intanto Trendelina Halimi, la 41enne albanese, residente a Pollenza, che è stata investita e poi presa a martellate al capo dall’ex marito Besnik Habibaj, resta ricoverata in coma farmacologico e in prognosi riservata. I due ragazzi, Refo, studentessa di 21 anni, e Denis, 19enne, sono assistiti dall’avvocato Cristina Servi. Oggi hanno deciso di rispondere alle parole di Natalie Habibaj che aveva parlato del fratello Besnik. «Non ha mai frequentato la nostra famiglia, tanto che noi non la conosciamo così come non conosciamo gran parte della famiglia di nostro padre – dicono i due ragazzi –. Non comprendiamo, quindi, come la signora Natalie possa conoscere i comportamenti di nostro padre all’interno della nostra famiglia dal momento che lei non l’ha mai frequentata. Invitiamo, pertanto, la signora Natalie e tutti gli altri che hanno ritenuto opportuno esprimere giudizi in merito ai comportamenti dei nostri genitori di astenersi in futuro per rispetto nei nostri confronti e nei confronti di nostra madre che per noi è sempre stato il nostro unico punto di riferimento». Dalle parole dei due ragazzi emerge un legame profondo con la mamma, «lei ci ha sempre supportato sia economicamente che moralmente standoci sempre vicino quotidianamente, cosa che non possiamo dire di nostro padre. Lei è sempre stata un’ottima moglie ed un’ottima madre e gradiremmo, pertanto, non leggere, in futuro, gossip e commenti che non corrispondono al vero». Intanto restano gravissime le condizioni della 41enne che nella notte tra venerdì e sabato della scorsa settimana è stata aggredita dal marito. E’ ricoverata al reparto di Rianimazione dell’ospedale di Torrette, ad Ancona. La prognosi è riservata. Il marito, Besnik, è invece stato arrestato e si trova nel carcere di Marino del Tronto.
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Tutti a Pollenza conoscono Besnik detto “Nico” come un grande ed onesto lavoratore con l’unico pensiero in testa di far star bene la propria famiglia. Personalmente ho visto più volte i fratelli di Nico venirlo a trovare a Pollenza e quindi quanto scritto nell’articolo non trova corrispondenza con quello che ho visto con i miei occhi.