A pochi giorni dall’entrata in vigore arriva subito una revisione del regolamento del Comune di Appignano in tema di gioco d’azzardo automatizzato. La necessità dopo un vivace confronto tra diverse posizioni che ha visto coinvolti da una parte gli esercenti dei locali di Appignano, insieme ai rappresentanti del settore azzardo nelle Marche Paolo Gioacchini e Walter Scipioni, e dall’altra i rappresentanti dell’amministrazione e il rappresentante del Dipartimento Dipendenze Patologiche Area Vasta 3 Asur Marche Paolo Nanni. I primi hanno criticato l’assenza di confronti preventivi all’arrivo del regolamento, indicato l’orario di spegnimento come eccessivamente penalizzante e messo in dubbio l’efficacia del provvedimento per la tutela della salute. I secondi hanno difeso le misure del regolamento, redatte in piena sintonia con la legge regionale sull’azzardo approvata a marzo 2017, e inquadrate all’interno di una più ampia azione di educazione al benessere e contrasto alle dipendenze che si sta conducendo a Appignano.
Gli esercenti e i loro rappresentanti hanno sottoposto alcuni punti di diversa lettura e di critica delle misure, in particolare un impatto dello slot inferiore a quanto si crede, il gioco come sfogo di soggetti da curare comunque problematici e in balia di altre dipendenza, inoltre basta spostarsi di pochi chilometri per continuare a giocare. Poi le difficoltà ad applicare le fasce di spegnimento per chi durante la giornata nel suo locale deve seguire più incombenze, infine il mancato incasso in questo periodo di crisi. Gli esercenti dicono anche che le slot non sono attrattive nei confronti dei giovani, e appaiono più problematici in quel senso altri giochi d’azzardo e altri comportamenti e abusi dell’era digitale che il regolamento non tocca quindi l’intervento deve indirizzarsi su giovani e famiglie con sensibilizzazione e educazione, e non colpire gli esercizi con i divieti.
Le risposte sui punti di amministrazione e Ddp: “Pur essendo le slot in calo relativamente ad altri giochi, rappresentano ancora oltre il 50% del fatturato dell’azzardo complessivo, hanno raccolto comunque più puntate rispetto all’anno precedente, e per via del suo gameplay veloce e compulsivo costituisce il gioco a cui si legano di più i giocatori problematici e dipendenti. I giocatori possono effettivamente spostarsi e continuare a giocare, e per questo motivo continua la campagna per per portare uguali regole nei territori limitrofi. Sugli orari di spegnimento e distanze dai luoghi sensibili, questi sono punti cardine nella legge regionale, e si basano sull’assunto scientifico che è utile nella prevenzione ridurre l’esposizione ai fattori di rischio, cioè in questo caso la disponibilità e la “normalizzazione” del gioco d’azzardo. Appare ragionevole la difficoltà lamentata sullo star dietro a spegnimenti continui, un fatto che è stato colpevolmente sottovalutato. E’ vero che i giovani sono più attratti da altri giochi ma bisogna tenere conto che esiste una strategia complessiva del marketing dell’azzardo che vuole abituare la mente dei giovani al gioco compulsivo, ad esempio portando anche nelle scommesse gameplay con risposta immediata (scommesse virtuali e scommesse nei cinque minuti), non possiamo arrivare a bloccare telefoni e pc con cui si scommette, ma possiamo dare un messaggio di contesto sociale unito sulla problematica”.
Il confronto ha raggiunto un terreno comune, con la volontà espressa dell’amministrazione di non voler vessare il lavoro degli esercenti e quella espressa dagli esercenti di voler contribuire a promuovere un messaggio utile alla salute pubblica e soprattutto ai giovani. Un terreno di incontro favorito anche dal recente accordo nazionale Stato-Regioni sull’azzardo, che individua in 6 ore massime lo spegnimento degli apparecchi per il gioco. Un accordo che fissa nel mese di ottobre l’arrivo di un decreto attuativo e tale scadenza ha indotto alcuni esercenti e rappresentanti e chiedere una sospensione del regolamento fino ai primi di novembre. L’Amministrazione non ha ritenuto accettabile la sospensione, bensì si è impegnata a ridurre le fasce e la durata complessiva dello spegnimento, orientandola soprattutto nel pomeriggio/sera e accogliendo un eventuale accordo degli esercenti all’interno della seconda parte del giorno.
La modifica che infine è stata approvata è la seguente: orario di disattivazione delle Slot e Vlt dalle 14 alle 18 e dalle 20 alle 22. Rimangono invariati gli altri punti approvati nella precedente delibera di consiglio, ovvero le forme premianti a favore degli esercenti che decideranno di togliere tutte le apparecchiature e congegni per il gioco d’azzardo ed altro materiale di gioco (azzeramento della Tari per 10 anni e donazione di “giochi sani” tipo biliardino o giochi da tavolo) e individuazione di altri luoghi sensibili (le sale da gioco devono essere collocate ad una distanza non inferiore a 300 metri da questi)
si ma tanto vanno a giocare nei paesi limitrofi, non risolve nulla.
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Ma è possibile che un sindaco debba cercare di arginare i danni ai suoi concittadini causati da uno stato che pensa solo a lucrare? Bravo Sindaco!!!
…le motivazioni degli esercenti poi sono ridicole e complici dello stato.
Invece di giocare alle slot, perché malato di luponemania, vado a giocare a ping pong o a biliardino? Credo che molti dei bar sostituendo le slot con tornei di Burraco, ping pong e tombola, non avranno più bisogno di pagare le Tasi, l’Iva, i fornitori, insomma, tutte quelle spese che un bar comporta se resta aperto.
Per Micucci. I giocatori compulsivi sono in realtà dei benefattori perché aumentano gli introiti dello Stato integrando in modo consistente le entrate fiscali. Sono l’opposto degli evasori, allora trattiamoli bene.
Ma i gestori/proprietari dei bar non hanno un coscienza per capire che rovinano delle vite e delle famiglie???
Può essere che il Dio denaro accieca fino a questo punto???
Per Fichera. Sì, non hanno coscienza, se no almeno avvertirebbero che giochi e scommesse sono iniqui. Occorre anche vedere se i proprietari delle slot sono connessi con l’agenzia delle entrate per pagare le tasse sugli introiti.