di Maurizio Verdenelli
Addio all’ultimo cittadino di ‘Macerata Granne’: Giovanni, o meglio Giannino Cappelloni, 92 anni. Quando se n’è andato ieri alle 13,30 nella bella casa di via Crescimbeni dove viveva con la figlia Elisabetta e la famiglia, gli era accanto come sempre Tommie: è stato il cagnolino bianco con piccole chiazze marroni, a lanciare un interminabile guaito doloroso nel preciso momento del trapasso. La governante, subito accorsa, ha compreso: Tommie si era letteralmente accasciato a fianco del suo ‘papà’, inanimato anch’egli. Poi l’animale ha vegliato con tutte le sue forze quella cara salma. Nessuno della famiglia si è potuto avvicinare in quei momenti. Per Elisabetta è stato necessaria una decisione: Tommie è stato alfine ‘strappato’ per qualche ora a Giannino (intanto affidato alle estreme cure dei necrofori) ed accompagnato nell’adiacente bar ‘La Tazza d’oro’. Un luogo abituale di sosta, quello, per l’Ultimo Maceratese e il suo fedelissimo accompagnatore, divenuto col passare degli anni quasi una premurosa ‘scorta’ (popolarissima in città) che ormai sapeva perfettamente distinguere tra amici e semplici passanti. Tuttavia in centro erano quasi tutti amici del glorioso Giannino, anima e storia di ‘Macerata granne’, a suo tempo importante commerciante titolare di un esercizio di ferramenta in via XX Settembre – nei locali dove ora c’è il circolo Le Quattro porte. E soprattutto fondatore insieme con l’arch. Mario Crucianelli della società di Boxe con palestra nei locali alle spalle del liceo Classico. Una vicenda sportiva importante che ha avuto ospiti illustri importanti pugili degli anni 60 e 70, a cominciare del mitico Duilio Loi appena laureatosi campione del mondo dei pesi welter juniors contro Carlos Ortiz. C’è una foto che lo ritrae, in giacca di pelle insieme a Giannino; fu lui, Cappelloni, ad affidarmela con religiosa cura perché io la pubblicassi sul ‘Messaggero’ al tempo della campagna promossa con successo (insieme con Nino Benvenuti che gli era stato allievo, Remo Grassetti ed altri azzurri) perché al campione assoluto del pugilato italiano fosse riconosciuta la ‘pensione Bacchelli’.
Sul ring anche Giannino, dall’esile corporatura era pure salito… ma come bravissimo arbitro. Solo l’età gli aveva impedito di continuare a frequentare la noble art di cui era ‘innamorato’.
La storia patria e contemporanea è stata per la seconda passione della vita per Giannino –che ha avuto un fratello giornalista, il notissimo Diomede ‘Memo’, corrispondente del ‘Tempo’ e ‘Corriere Adriatico’, collaboratore di ‘RadioNuova’ e in ultimo consigliere della stagione allo Sferisterio sostituito al momento della morte da Renato Pasqualetti. Profondo conoscitore delle dinamiche politico-amministrative succedutesi nel dopoguerra maceratese, in casa Giannino ha coltivato sino alla fine la biblioteca. Tra i tanti libri conservati, molti sul ‘caso Mattei’. Due anni fa, in occasione del lancio della nuova edizione di ‘Cronache di Macerata granne’ (raccolta di articoli storici apparsi sul Messaggero di Macerata) mi consegnò un’altra delle foto del suo archivio: un nutrito gruppo scolastico di giovanissimi Balilla. Lui accanto a Libero Paci (morto tre anni fa) autore di quegli ‘pezzi’ pubblicati dal giornale romano e ‘cronista’ di quella ‘Macerata Granne’ alla cui comunità apparteneva di diritto Giannino Cappelloni. Che ha ‘abitato’ fino all’ultimo il ‘suo’ centro storico. In questi pomeriggi d’estate lo si poteva vedere sostare nelle poltrone di vimini fuori dal bar ‘Romcaffè’ in via Gramsci. Quando lo incrociavo, era quasi un refrain la sua paterna raccomandazione: “Taglia questa barba bianca: sei un ragazzo!”. L’ultima volta in viale Leopardi in una delle tante passeggiate fatte sino a tre giorni fa, quando ha cominciato a non sentirsi più ‘in forma’. Era fermo, appena ‘varcato’ il passaggio pedonale all’altezza di rampa Cioci. Accanto a lui Tommie, immobile come un cane da caccia, di punta. “Che fa?” chiesi. “Decide come sempre dove andare: se a sud e a nord, annusa l’aria…”. Alla fine il cagnolino prese la strada a settentrione. Il sole era caldo, l’aria pulita. I due s’incamminarono verso Rampa Zara dopo avermi salutato, Tommie col consueto sguardo ‘parlante’: “So chi sei, un amico di ‘papà’”. Buon viaggio, Giannino.
*** Domani alle 10 i funerali nella chiesa di San Giorgio. Condoglianze da parte della redazione di CM ai figli Fabrizia, Elisabetta e Stefano, ai generi Walter e Gianni e ai nipoti Giulio e Guido.
Il ricordo dell’Accademia Pugilistica Maceratese di cui era presidente onorario e fondatore: “Da sempre nel pugilato prima come arbitro di levatura nazionale poi come dirigente, aveva portato la nostra società ai vertici della boxe marchigiana. Grazie Giannino per tutto quello che hai fatto per la nostra societa’, ci mancherai ma sono sicuro che ci seguirai anche da lassù”.
Lascerai un grande vuoto,perché sei stato un grande amico,uno spirito nobile,un uomo onesto.Hai condiviso,negli anni ,dolori e gioie della mia famiglia,raccontando momenti che io non avevo vissuto e ricordando episodi della vita dei miei che facevano parte della tua giovinezza.Hai pianto con me e mi hai dato coraggio quando li ho persi.Hai sempre detto quello che pensavi,questo ci rendeva simili.Grazie.A te Elisabetta,cara amica,un grande abbraccio.Sempre vicine,come le case in cui siamo nate
Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati
L’avevo conosciuto circa quaranta anni fa. Ci salutavamo sempre. Un vero signore. Che riposi in pace.
Che dispiacere, era veramente un SIGNORE!! R.I.P
Ci salutavamo sempre, quando abitavo a Macerata. Un personaggio particolare, unico: la perdita di una personalità che arricchiva la personalità della Città… Ci stiamo abituando a scomparire e a ritrovare domani coloro che ci hanno lasciato.