Foto Gianni Fedeli
di Sara Santacchi
La perturbazione annunciata nei giorni scorsi (leggi l’articolo) non si è fatta attendere e puntuali sono arrivate le piogge e anche la neve con un forte calo delle temperature causata dalla discesa verso l’Italia di masse d’aria relativamente fredda di origine polare. Imbiancate diverse zone dell’entroterra tra cui Bolognola, Sassotetto e Cingoli dove questa mattina la temperatura non superava gli zero gradi.
“Nelle Marche – spiega Redo Fusari dell’Osservatorio Geofisico di Macerata – vivremo tempo instabile nei prossimi giorni, in cui ai rasserenamenti si alterneranno piogge anche a carattere temporalesco e temperature in graduale diminuzione. Questo tipo di tempo alquanto mutevole, spesso ricorrente nelle stagioni primaverili, sarà ancor più avvertito quest’anno a causa dell’andamento climatico del mese di marzo, in cui i carenti quantitativi di pioggia caduta e le elevate temperature (di circa tre gradi superiori alla norma), ci avevano fatto pregustare i piaceri della futura stagione estiva. Dovremmo invece essere pazienti, poiché ci aspetterà ancora un periodo alquanto variabile, in cui le temperature potranno attestarsi su valori leggermente al di sotto della norma e dove prevarrà una frequente alternanza di rasserenamenti e di annuvolamenti associati a piogge e a nevicate sulle cime appenniniche”.
Questa la situazione salendo da Bolognola verso gli impianti sciistici con 10-15 cm di neve al suolo (Foto di Leonardo Cianconi e Mario Lancellotti)
Dunque tornerà qualche fiocco sopra i mille metri, ma saranno soprattutto le temperature a farci dimenticare le belle giornate di qualche giorno fa, almeno fino alla fine della settimana. “Vorrei, inoltre, ricordare – continua Fusari – che sabato 22 aprile cade la ricorrenza della “Giornata Mondiale per la Terra” voluta dal senatore statunitense Gaylord Nelson e che ora coinvolge 192 nazioni del mondo. Ogni anno, un mese e due giorni dopo l’equinozio di primavera, viene ribadita l’indispensabile necessità di dover sempre più rispettare gli equilibri fisici e naturali su cui si basano tutte le forme di vita del nostro pianeta. In special modo nell’attuale momento, in cui, a causa della crescita smisurata della popolazione umana, dei crescenti fabbisogni delle risorse e dei dannosi sprechi che ne conseguono, della distruzione dell’habitat e del degrado di molti ecosistemi, tutti dobbiamo prendere coscienza di aver ormai quasi raggiunto il punto critico di non ritorno, in quanto il perdurare degli attuali modelli di vita non potranno che condurci irreversibilmente verso imprevedibili ecosistemi planetari per lo più contrastanti con quelli che attualmente caratterizzano le nostre comunità. Anche gli andamenti climatici non ne sono e non ne saranno purtroppo indifferenti. Più volte, dai convegni scientifici che ogni anno si tengono in varie parti del mondo, dal Vertice delle Nazioni Unite di Rio de Janeiro del 1992 ai moniti dell’Onu, sono stati sottolineati i pericoli che l’inquinamento atmosferico, quello terrestre e quello marino, il surriscaldamento del pianeta e la conseguente estremizzazione degli eventi meteorologici, possono costituire soprattutto per le generazioni future. Basta, ad esempio, pensare al preoccupante assottigliamento dello spessore dei ghiacciai dell’Artide, la cui presenza risulta invece estremamente importante per garantire la formazione di quelle perturbazioni, che, nella loro naturale evoluzione, garantiscono l’apporto di benefiche piogge sul nostro territorio. Sono trenta anni che il Veneto non soffre di una così grave carenza di precipitazioni nevose e piovose e quindi di preziosa acqua, indispensabile per la produzione agricola. E le prospettive future non prospettano miglioramenti. Auguriamoci quindi che vi sia una sempre più seria sensibilizzazione dei popoli della Terra verso queste problematiche, quali un maggiore ricorso verso l’uso di fonti rinnovabili di energia, un più sostenibile e sobrio utilizzo dei beni di consumo, un modello educativo fortemente basato sulle tematiche ambientali. Solo così si riuscirà a rispettare il diritto che tutti dovrebbero avere, di poter vivere in un mondo sano, equilibrato e accogliente” conclude Fusari.
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Questo freddo dopo un mese di caldo oltre la media stagionale può provocare dei grossi danni all’agricoltura in particolare alla frutta e verdura. Speriamo che passi presto.
Ci pensa Trump.
Si sente
Fa freddo anche qui.
…io penso a chi vive nei disagi nelle zone terremotate.