di Gabriele Censi
Opera d’arte messe in salvo, diamo conto ogni giorno dell’attività degli specialisti di carabinieri, vigili del fuoco, Mibact e i volontari per questa delicata attività. Ma dove vanno le opere e quando torneranno? La preoccupazione dei sindaci per la perdita della loro, spesso unica, ricchezza culturale si è espressa in più occasioni. Sono i ricavi dell’indotto turistico che tengono in piedi molti paesini del nostro entroterra e allora prende forza la proposta lanciata in queste ore sul web: “Casette e stalle in cambio di prestiti di opere d’arte”. Il post della giornalista Rai Maria Francesca Alfonsi ha avuto subito eccellenti adesioni, tra i primi “mi piace ” quello del rettore di Unicam Flavio Corradini e di Irene Manzi, deputata Pd, di Ermete Realacci, autore dell’emendamento al Dl Terremoto sull’8×1000 da destinare ai beni culturali colpiti dal sisma.
“Abbiamo delle bellezze che anche noi marchigiani stiamo scoprendo solo ora dopo il terremoto – dice la Alfonsi – la mia è una provocazione che sento di lanciare perchè oltre che giornalista sono una cittadina”. Sul suo Facebook scrive: “Poiché molti fuori, lontano e al sicuro dal (ricchissimo d’arte) cratere ferito si stanno affrettando a organizzare mostre con opere lì prese e allontanate – nonostante la protesta di sindaci o cittadini – propongo che i richiedenti mostra gli lascino (prima) due casette di legno a opera o un consistente contributo per una stalla. Credo sia un giusto aiuto concreto a chi oggi non ha più casa, scuole,eccetera e che si vede privato anche delle sue fiere radici nobili. E, pure monetarie, si: perché lassù tanti turisti arrivavano per quell’arte, e lassù spesso solo di quello si campava. Proposta: chiedete opere in prestito? Prima portate le casette. Altro che un eurino a biglietto! Casette.”.
Proprio stasera Matelica ospiterà la riunione straordinaria del Consiglio superiore per i Beni culturali e Paesaggistici dedicata al patrimonio storico-artistico delle aree colpite dal sisma. La seduta pubblica al teatro Piermarini avrà lo scopo di raccogliere le istanze dei territori per la formulazione di una mozione che verrà presentata in Consiglio dei Ministri (segue servizio).
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BRAVA MARIA FRANCESCA. L’iniziativa è lodevole, però non si potrà rimediare ai danni che i ritardi hanno causato. Le casette e le stalle per gli animali servivano prima del freddo e della neve. Se è vero che le persone sono state sistemate in albergo, sono morti 10.000 animali, tra mucche, pecore, maiali etc.etc. e non si e è a conoscenza di quanti aborti il freddo abbia causato. Questo era il capitale di chi vive in quelle zone.
BELLA PROPOSTA…L’idea è ottima ma secondo me rimarrà solo una proposta….! e a noi ” sfollati ” come ci chiamano ora, non resta che ricordare quando i nostri paesini si riempivano di turisti dell’arte che visitavano le chiese,i teatri….a noi oltre ce la “pagnotta” ,anche tanta soddisfazione…
Sì, le persone sono state alloggiate negli alberghi ecc., per fortuna e anche perché provviste di voce con cui urlare se le cose non avessero preso in fretta la giusta direzione. Gli animali, purtroppo non in grado di difendersi da soli, abbandonati dalla vergognosa macchina organizzativa, insieme ai loro allevatori lasciati gli uni e gli altri a gelare, cosa che farei provare a … devo fermarmi . Detto questo, il sindaco di Muccia dice che i suoi abitanti, specie i giovani, arrivano con la corriera, si guardano attorno e alla desolazione che vedono reagiscono cercando di ripartire subito per le luminose città che li ospitano. Certo se poi un assessore al turismo del centro dell’entroterra dice: “. “In città a Visso ci sono gli ‘irriducibili’ una trentina di persone, su 1200 abitanti. Sono gli allevatori che sono rimasti legati alla propria attività e al loro bestiame….Qui a Porto Sant’Elpidio abbiamo costruito rapporti importanti, amicizie vere. Io ho aperto firmando un contratto di cinque mesi, ma se l’attività andrà bene da garantirmi una vita dignitosa, penso di rimanere”. Che dire??? I commercianti di Tolentino, durante il Natale, mentre a Civitanova cercavano di scippare i loro vecchi clienti, loro li invitavano a fare le loro spese nella loro città. Non so se il messaggio fu raccolto, ma a Tolentino avevano capito subito uno dei pericoli che incombeva sul ritorno della normalità seppur con il tempo necessario. Ogni idea per evitare la desertificazione va bene. Ma bisogna evitare assolutamente la disaffezione. Sennò tutto sarà inutile.
Un post su facebook che andrebbe già premiato anche solo per la prosa arrembante e tumultuosa, nella quale ben si riflette l’animus d’un territorio finalmente consapevole che chi vuole estrarre il suo petrolio ha da pagare consistenti royalties.