di Gabriele Censi
Una tesi di dottorato sulle “Comunicazioni satellitari a prova di catastrofe” è stata l’occasione per tornare a parlare di terremoto con due illustri professori di Unicam, il fisico Fabio Marchesoni, noto per le sue ricerche sulle onde gravitazionali e il geologo Emanuele Tondi che ha approfondito gli ultimi eventi sismici. I loro interventi e il saluto del rettore Flavio Corradini hanno preceduto l’illustrazione di Luca Marconi che grazie a questo lavoro è entrato a lavorare nell’azienda che ha finanziato con l’ateneo la ricerca, la Pmb di Osimo. Un dottorato industriale che ha interessato anche la Nato per le sue applicazioni militari. Il lavoro riguarda la progettazione e la realizzazione di nuovi sistemi di trasmissione dati tra veicoli o persone impiegate in operazione di soccorso e loro tracciamento satellitare, in campo sia civile sia militare.
“Premesso che i terremoti non sono prevedibili e probabilmente non lo saranno per lungo tempo – ha detto Marchesoni – dobbiamo attrezzarci per ridurre al minimo i danni in zone sismiche come la nostra. Lo studente ha messo a punto un sistema satellitare che permette un pronto intervento nelle zone di disastro dove le linee telefoniche non sono utilizzabili. Il prodotto ha avuto un grosso successo e la Pmb ha depositato domanda di brevetto internazionale negli Usa”.
“La Pmb lavora nel settore specifico della gestione delle emergenze – spiega Luca Marconi -, la collaborazione con Unicam è stata utile, e spero che sia sempre maggiore l’uso del dottorato industriale. Siamo partiti dagli attuali sistemi per superare le criticità dei costi, della mancanza di rete internet e della facilità d’uso del sistema. Abbiamo sfruttato le caratteristiche del sistema Iridium sviluppando una componente hardware e uno specifico software per ottimizzare la trasmissione dei dati”.
Tondi ha ripercorso gli eventi sismici di questi ultimi mesi, riportando studi precedenti sulle faglie appenniniche che non esentano da responsabilità la gestione politica del sisma: “Non sappiamo quando e dove con precisione, ma abbiamo serie statistiche che ci dicono che in queste zone gli eventi sono ciclici e di intensità massime prevedibili. Su questi dati che non vanno ignorati bisogna pianificare il territorio”
Proprio a due giorni dall’incontro nella stessa sede Unicam con Landini (leggi), in cui si proponeva di ampliare l’offerta formativa dell’ateneo con percorsi di studio sulla gestione delle emergenze, arriva questo lavoro avviato in tempi non sospetti: “L’altro ieri con i giuristi abbiamo parlato di come adeguare le leggi per le situazioni straordinarie, oggi – dice il rettore Flavio Corradini – parliamo di comunicazione e telecomunicazione, si può parlare alla stessa maniera di agroalimentare o enogastronomia o di turismo, insomma di tutto ciò che il nostro paese ha bisogno per gestire situazione importanti e quotidiane che si trova ad affrontare”.
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quindi la NATO ha cofinanziato una ricerca militare per far fronte ad emergenze militari?
interessante perché ad oggi non risulta un centesimo di dollaro sborsato dalla NATO per la più grossa emergenza civile del ‘900, cioè i terremoti di agosto ed ottobre 2016.