Dal nostro inviato
Maurizio Verdenelli
E’ davvero lo scespiriano inverno ‘del nostro scontento’ che questa mattina tra le nevi illuminate da un sole senza però annunci di primavera (soprattutto di serenità) è andato in scena con l’arrivo dell’elicottero presidenziale a Castelraimondo. Poco prima, giornalisti e troupe, erano stati a sorpresa (anche da parte degli addetti ai lavori) ‘cacciati’ dal rettorato, rimosse le transenne del pur angusto spazio concesso nell’aula deputata per l’incontro tra i sindaci e Mattarella. L’ordine in contraddizione al programma previsto era venuto direttamente ‘in volo’ dall’ufficio stampa del Quirinale. Personalmente, da 50 anni a questa parte al seguito di Giovanni Leone ed ininterrottamente di tutti i suoi successori, devo affermare che mai era accaduta ‘una cosa del genere’ o quasi (l’eccezione, finora, era quella voluta da Renzi a Macerata, a dicembre). Poco importa, perché c’è sempre una prima volta e soprattutto perché le ‘cose’ più importanti, molto più importanti erano ben altre. Ruotanti intorno alle risorse per una ricostruzione che ad ogni scossa è sempre più lontana.
“Le Marche rischiano di non risollevarsi” ha attaccato, anche stavolta a sorpresa, il Governatore Luca Ceriscioli nel vertice ‘secretato’, o meglio ‘blindato’. Snocciolando davanti a Sergio Mattarella i nuovi ‘dati’ della catastrofe marchigiana: 21 mila sfollati in autonoma sistemazione, 6.400 negli alberghi della costa, 80mila nuovi sopralluoghi richiesti dopo le tre scosse del 18 scorso. Se Stato ed Unione Europea non interverranno – ha concluso Ceriscioli- la ‘regione al plurale’, uno dei territori maggiori di quello che fu chiamato il miracolo economico italiana, non c’è la farà. C’è bisogno di fare di più, per mutuare uno slogan attuale del Comune di Macerata anche se rivolto in altre direzioni. “Ogni volta è richiesto di più” ha rilanciato il Presidente, apertamente consapevole dell’illusorietà delle parole (e delle passerelle, aggiungiamo). E “dunque si farà fronte”. Ed altre assicurazioni generose: “Avete diritto a tutto l’aiuto possibile”. “Aiuto che sarà garantito in pieno”. Accanto al ‘di più’, il Presidente ha utilizzato sia davanti ai sindaci sia all’auditorium Unicam, un’altra parola chiave: ‘Vicinanza’, concludendo il suo secondo intervento: “La vicinanza dello Stato è forte e rimarrà forte”.
Attraverso quali modalità? “Come? Non spetta certo a Lui, ma al Governo. All’inaugurazione dell’anno accademico, c’era la ministra Valeria Fedeli. Che nel corso di un incontro con la stampa, ha dichiarato: “Dobbiamo assolutamente sostenere il rilancio da tutti i punti di vista di questa straordinaria università e della sua eccellenza…”. E alle richiesta di chiarimenti della collega (“Ma ci sono le risorse?”), così replicando: “Ci devono essere”. Tuttavia, c’è una parte dei sindaci della provincia di Macerata una certa presa di distanza da questi peraltro generosi atti di fede governativi, seppure Romano Carancini abbia voluto, nel suo intervento come rappresentante Anci, minimizzare questi rumors della minoranza (vedi video sopra): “Sindaci compatti tranne Saltamartini che cerca prime pagine. Grazie a Mattarella, che sembra un sindaco, lo Stato ci è vicino”.
Dopo l’abbandono clamoroso del sen. Filippo Saltamartini (leggi l’articolo), al summit in rettorato sono mancati tre primi cittadini di centri ‘del cratere’, tra i più immersi. Se per Mario Scagnetti (San Ginesio) si è trattata di un’assenza giustificata da altri improrogabili impegni, diversa la posizione di Mario Rinaldi (Ussita) e di Giuliano Pazzaglini (Visso). Quest’ultimo più sibillinamente si è trincerato al telefono con il cronista dietro ad un ‘no comment’ a tempo: “Fatemi controllare alcune questioni, poi parlerò fra quattro giorni…”. Più apertamente l’ing. Rinaldi parla di ‘mancato invito personale’. “Sia chiaro, per rispetto al Presidente, non avrei polemizzato. Tuttavia il paese è fermo, dolorosamente, clamorosamente fermo. E questo non è accettabile..”. E dunque? “Dunque ho pronta una lettera per Errani e Curcio che vorrei con urgenza ad Ussita per risolvere urgenze non più dilazionabili”. Quali? “Dobbiamo aggiornare il Prg, strumento indispensabile per cominciare a rinascere. Ma se non sappiamo quali sono le aree inedificabili, come facciamo? Ed inoltre, da risolvere subito il problema del trasporto macerie; la viabilità da ripristinare e la ricostruzione dei cimiteri.
Vuol sapere un fatto che riguarda la confinante Visso…?” Cioè..? ”Che, se non si risolverà ad esempio la viabilità in un folto gruppo di frazioni vissane al confine con Preci, queste passeranno armi e bagagli alla provincia di Perugia, alla Regione Umbria con la quale la comunicazione è aperta ed agevole. Intanto qui aspettiamo da tempo i sopralluoghi tecnici richiesti anche se finalmente (attese dal 7 gennaio!) sono questa mattina giunte ad Ussita due squadre Fast”. E la cosiddetta zona franca, cioè il Modello Ussita inviato a Mattarella e Boldrini? “Forse ancora troppo presto per avere risposta ma ci speriamo ovviamente”.
Il popolo dei 46 comuni del ‘cratere sismico’ (due in più da quelli citati dal Presidente, seppure con il beneficio del dichiarato sospetto di non fornire in quel momento il numero giusto) è dunque spaccato: da chi segnala che le cose così non vanno e da chi finalmente è incoraggiato. Tra questi, il sindaco di San Severino, che aveva disertato a dicembre il vertice maceratese con Renzi. E che invece questa mattina è uscita sorridente dall’auditorium Benedetto XIII: “Questa volta sono ottimista” ci ha detto Rosa Piermattei. Riunendosi en plein air in conclave sotto una tensostruttura con Vasco Errani, Fabrizio Curcio, Cesare Spuri e tecnici della Protezione Civile. La ‘mattinata più lunga’, il d-day camerinese si stava sciogliendo rapidamente, tempi tagliatissimi, come la neve sotto il sole dei Sibillini, tra sorrisi (visto in prima fila anch’egli sorridente il sindaco Pasqui, citato da Mattarella), tra promesse e strette di mano. ‘Lo Stato c’è e ci sarà’. Più in là i monti che fanno corona alla ‘zona rossa’ (non ‘franca’) che assedia alla guisa di un esercito barbaro la nobilissima rocca del Ducato dei Varano che nelle forme, nei materiali e nello stile vuol ricordare l’auditorium dell’inaugurazione del 681 anno di (scarsa)grazia di Unicam. La fortezza-auditorium venne inaugurata il 18 marzo 1991 da San Giovanni Paolo II: quasi 26 anni fa e l’impressione e che ci vorrebbe ancora un altro santo come papa Wojtyla per le ferite di Camerino e della provincia maceratese.
Il presidente Mattarella ai sindaci: “Faremo quel di più che chiedete” VIDEO
Il presidente Mattarella accanto al ministro Valeria Fedeli durante l’inaugurazione dell’anno accademico (Foto De Marco)
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perché non provano a fare anche qualcosa di buono….
Quante parole e pochi fatti
Da una parte lo Stato c’è e ci sarà, ma se non basta ci fa e ci farà. All’altro estremo della solida catena istituzionale le risorse in fatto di sindaci, basta guardarli, sono al top, ed è normale che in uno spogliatoio di fuoriclasse ci sia qualche contrasto, peraltro destinato a scatenare sul campo enormi energie positive. È dunque questo un territorio che, anche senza Wojtyla, non può non rinascere, ma anche meglio del “cervo a primavera” di Cocciante.
Tutto fumo e niente arrosto
Che strano … tutti PiDioti a leccare !
Lo stato ha già fallito,qualunque cosa faccia.Le immagini degli animali seppelliti dalla neve a -13° grida vendetta,il ritardo imperdonabile delle casette è una vergogna.Questa foto fa vedere benissimo cos’è lo stato oggi.Gente che si compiace l’uno con l’altro e che si riempie di frasi retoriche buone solo per far passare quei minuti imbarazzanti di una parata del nulla.
Voltastomaco
Per uscirne vivi e ripopolare i paesi i sindaci devono ragionare da padri di famiglia e non schierarsi con la linea propria dei partiti di appartenenza, senza farsi le scarpe a vicenda ma unirsi compattarsi !!
Grande Sindaco di Cingoli
Compatti?ma de che?Assenti il sindaco di Cingoli Visso e Ussita!! la solita parata lecca lecca con le solite bandierine tricolori e il solito scandalo all’italiana dove alle vuote parole dovrebbero sostituirsi le urla di rabbia di chi non ha voce.
C’è, non si sa a che titolo se non l’appartenenza politica e l’impegno con i migranti, autentica priorità di Mattarella, Carancini. Mancano Pazzaglini e Rinaldi, nemmeno invitato, oltre a Scagnetti, sindaci dei comuni maggiormente devastati. A che serviva, quindi, questa riunione?
Carancini come al solito non hai capito un piffero….Saltamartini è stato l’unico con un po’ di sale in zucca in mezzo a tanta gente pronta a sbavare di fronte a un pagliaccio….?
Questo bell’articolo si presta ad annotazioni ad ogni periodo. Ad esempio, l’allontanamento dei giornalisti da Renzi prima ed a poca distanza da Mattarella ha molto di torbido. Renzi potrebbe già da oggi dare addio alla politica almeno che non faccia quello che ha sempre negato di voler fare: bivaccare in Parlamento. Può dare addio ai suoi sogni di gloria di finire in gloria la sua carriera al servizio di grandi banche come sta facendo Blair, decisamente più intelligente, furbo e carismatico. Non si sarebbe messo al rogo da solo. Comunque se Renzi riuscirà insieme a D’Alema a toglier di mezzo il Pd, un partito di sinistra al servizio di banche e confindustria potrà dire di non aver vissuto invano. Mattarella non so che cosa effettivamente rappresenti, non certo i terremotati. La stampa volente o nolente ci informa dei fatti e soprattutto ci dà la possibilità di capire come la stessa cosa possa essere interpretata in più modi, dando al lettore un idea più chiara da ricercare nella confusione dei pareri dovuti ai vari motivi che tutti conosciamo, nobili e meno nobili. Ceriscioli detto anche “ Hospital Killer” che alza la voce per dare le sue colpe agli altri dopo mesi di inerzia, è già un passo avanti nell’inverno dello scontento di persone e animali che dovrebbero stare al posto suo e viceversa. Comunque la Regione per la modica cifra di qualche centinaia di migliaia di euro ha fatto un bello spot televisivo, pubblicizzando il pesarese a favore delle zone terremotate. Nell’articolo in altra pagina di CM si può leggere che siccome sono tutti convinti che le intere Marche siano vittima del terremoto, allora bisogna mettere i puntini sulle i di Ceriscioli e far vedere che le strutture alberghiere e tutto il resto nel Pesarese nulla hanno a vedere con la terra che trema. Concludo con le affermazioni del sindaco che dice che se non rimettono a posto le strade, Visso e dintorni passerebbero in blocco alla provincia di Perugia e purtroppo non credo sia una barzelletta ma il risultato di uno schizofrenico tentativo di ricostruzione fatto dalle classiche persone al posto sbagliato e nel momento sbagliato. Comunque di annotazioni da fare su questo articolo, troppe ce ne sono ancora.
Contano i fatti e non le parole che restano nell’aria come abbiamo visto abbondantemente. Andate a chiederlo ai poveretti che non hanno più casa nè lavoro e tentano di rialzarsi ma senza aiuti concreti dallo stato. Lo stato purtroppo si è rivelato e si sta rivelando un fallimento totale. Mi chiedo soltanto per quale motivo accolgono questi politici con abbracci e sorrisi, quando da ridere c’è ben poco.