Un progetto innovativo di pesca “no kill”, con la valorizzazione e la riqualificazione del Potenza, è stato presentato dai comuni di Pioraco e Castelraimondo, con il supporto di associazioni di pesca ed ambientaliste ed accolto dalla Regione. Il fiume Potenza nel tratto tra il Ponte delle Vacche di Pioraco, parallelo ai giardini pubblici, fino alla passerella di legno nel parco del castello di Lanciano diventerà tutto dedicato alla cosiddetta pesca ecosostenibile, che prevede il rilascio immediato dei pesci catturati, valorizzando il fiume come bene comune, favorendo la sua conservazione, promuovendo una pesca ecosostenibile e rispettosa della fauna ittica, consentendo la sua fruizione libera e gratuita per tutti. Il progetto è stato proposto alla Regione come modello di gestione virtuosa e sostenibile dell’asta fluviale per l’attività di pesca e di fruizione in senso lato favorendo anche il coinvolgimento delle persone con handicap, che avranno un tratto di sponda fluviale attrezzato per esercitare l’attività di pesca.
Il progetto ha ottenuto un positivo riscontro con l’amministrazione regionale e il progetto sarà discusso nell’ambito della consulta della pesca regionale. Già da quindici anni le acque all’interno del parco del castello di Lanciano, a Castelraimondo, sono state gestite con successo, secondo i metodi della pesca “no kill”. Spiegano i sindaci dei comuni di Pioraco, Luisella Tamagnini e Castelraimondo, Renzo Marinelli e gli organizzatori del progetto: “Il progetto prevede l’istituzione di una zona di pesca a gestione speciale con metodi di pesca che garantiscono, sulla base di dati scientifici ampiamente provati, la ecosostenibilità. La proposta consente, in maniera molto democratica, l’accesso a tutti i pescatori, senza richiedere iscrizioni ad associazioni, gruppi o richiedere il pagamento di permessi o altri balzelli, salvo un tesserino gratuito segna presenze. Il progetto ha costi di attuazione, per la pubblica amministrazione, prossimi allo zero e relativi all’adeguamento della sponda per i portatori di handicap. La proposta prevede anche una serie di attività collaterali all’attività di pesca quale: l’educazione ambientale, l’attività sportiva, la riqualificazione naturalistica, giornate di pulizia del fiume, il coinvolgimento del mondo scientifico e delle realtà economiche. L’attività di pesca diventa un’attività fulcro per la tutela ecologica del territorio e la sua valorizzazione sociale e promozione economica sostenibile”.
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OTTIMA notizia!!!!! Da pescatore sono anni che la aspettavo. Spero solo che i controlli siano serrati e inflessibili.
Buttateci Ceriscioli,catturatelo mettendo la Giannini come esca, poi tirato su ( non sara facile ) toglietegli l’esca dai denti, strappategli un labbro e ributtatelo nel fiume. I pesci che ne pensano di questa tortura ecosostenibile ( una delle parole più orribili mai coniate).
Io ricordo pescatori affermare che questa tecnica era inutile in quanto il pesce,avendo la bocca ferita dall’amo, non poteva più nutrirsi e quindi la sua sorte sarebbe stata segnata lo stesso .
Pensate che ho visto persino pescatori baciare il pesce prima di ributtarlo in acqua!
Secondo me si tratta di un atto ipocrita di falso buonismo, una prassi molto diffusa di questi tempi…
si potrebbe anche aggiungere un simpatico motivetto musicale che canticchi al pesce: sei su scherzi a parte…
Farei dell’attività di pesca un’attività fulcro anche sotto il profilo spirituale, basterebbe aggiungere nel progetto un tizio che vada lungo gli argini del Potenza dicendo: – Seguitemi e io vi farò pescatori di uomini.
Comunque il massimo della democraticità piscatoria sarebbe riuscire a far pigliare pesci anche a chi dorme, naturalmente sempre restando nell’ambito di tecniche ecosostenibili. Infine, per il problema delle invalidanti ferite alle labbra dei pesci, lo si potrebbe risolvere avvicendando sugli argini del Potenza squadre di chirurghi plastici volontari pronti a rifargliele nuove non appena pescati “no kill”, certi pesci ne guadagnerebbero anche in estetica.