“Perché non istituire nei comuni del cratere una zona franca?”. Rilancia la proposta avanzata da Ugo Bellesi su Cronache maceratesi l’ex sindaco di Camerino Dario Conti. In occasione della visita nella città ducale del deputato Oreste Pastorelli, membro della Commissione Ambiente e Lavori pubblici alla Camera (leggi l’articolo), ha avanzato la proposta da convertire in legge. “Quando si sente parlare di ripresa economia, di nuova occupazione, di rilancio delle imprese, delle aziende e delle attività commerciali, ci si chiede come può avvenire tutto ciò, se non attraverso atti concreti e tangibili, che per ora non si sono manifestati – commenta Conti – Perché qualcuno dovrebbe investire nei territori terremotati, assumere personale, o venire a fare acquisti nei nostri negozi se le spese e i costi sono gli stessi dei territori normali? Dovremmo creare qualche vantaggio in più per il periodo dell’emergenza (2-3 anni) e della ricostruzione. Perché non pensare a una defiscalizzazione per le vecchie e nuove imprese che potrebbero investire nei nostri territori? Su queste proposte da me esposte nell’incontro con la commissione Ambiente e lavori pubblici della Camera, venuta alcuni giorni fa a Camerino, non c’è stata alcuna risposta. Nessuno che abbia sollecitato il governo nazionale e regionale su questi temi. Allora sta a noi fare proposte concrete.
Alcuni giorni fa ho incontrato il rettore di Unicam Flavio Corradini proponendogli di predisporre, unitamente ad alcuni suoi docenti di Diritto che si si sono detti disponibili, una proposta di legge sulla defiscalizzazione e sulla zona franca nelle aree del terremoto da presentare subito in Parlamento”. Una volta formulata la proposta verrà consegnata da Conti allo stesso Pastorelli auspicando nell’approdo alla Camera. “Non ci sono stati morti né feriti nelle terre del maceratese, martoriate e lacerate dal terremoto di ottobre. Ma i paesi sono completamenti distrutti, se non spazzati via. Ci ha fatto piacere vedere tante autorità venute nelle zone del cratere per testimoniare la loro vicinanza, la loro solidarietà e l’aiuto del governo centrale e di quelli periferici. Siamo contenti di aver stretto tante mani e di aver allacciato nuove amicizie. Ora però è il tempo di concretizzare. E’ vero, alcune cose sono già state fatte pur nella complessità del terremoto, nella vastità del territorio sismico e nella molteplicità della gente coinvolta. L’impegno per rammendare il tessuto socio economico e occupazionale dovrà essere più stringente e con più fatti concreti”.
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Finalmente, dopo tante chiacchiere, qualcuno che va al sodo facendosi capire molto bene. Ora speriamo che qualcuno abbia orecchie e volontà per intendere.
Normalmente l’espressione “convertire in legge” si usa a proposito dei decreti-legge del Governo, ma non v’è dubbio che una proposta proveniente da fonti così autorevoli sia ad essi equiparabile; anzi qui il Governo potrebbe rendersi utile a supporto, magari ponendo al Parlamento la questione di fiducia.