L’arrivo del ministro Stefania Giannini in ateneo, con il rettore Francesco Adornato (a sinistra) e il direttore amministrativo Mauro Giustozzi
(foto di Lucrezia Benfatto)
Dopo la fuga e il silenzio seguito alle scosse più devastanti, l’Università di Macerata ricomincia da 3. Rinunciando ad ogni intestina guerra dei poveri sul primato delle ‘macerie’ post sisma, tuttavia ‘strappando’ altrettante provvidenze al ministro dell’Istruzione, Stefania Giannini al cospetto di un San Giovanni Battista ‘tremolante’ ed insieme annunciante su tela settecentesca, il Lieto Evento alla Vergine. In questo caso, la Madonna è il professor Francesco Adornato, dal giorno di Ognissanti nuovo rettore di Unimc, a fianco della Giannini nella sala Moroni – inagibile l’aula magna- con il Senato Accademico, i direttori di dipartimento, la vicesindaco Stefania Monteverde (Carancini è a Bari a ricevere il premio sull’Ecosistema urbano), i parlamentari Irene Manzi e Francesco Verducci. Assente il presidente della Provincia, Pettinari (influenzato) anche l’ad di Nuova Banca Marche Luciano Goffi e Gianluca Pesarini, presidente di Confindustria.
Con loro una ragazza maceratese di 22 anni, Rebecca Marconi, sorriso scintillante, che incanta la ministra. Dalle parole ‘a braccio’ della rappresentante degli studenti (“la sfida della ricostruzione non può essere affrontata dall’università, da sola, noi giovani abbiamo grande rispetto per la cittadinanza, e dopo la fuga i miei compagni di studio stanno rientrando a poco a poco”) la Giannini che è reduce dell’incontro con i dirigenti scolastici all’Iis Matteo Ricci sui nodi delle scuole medie, parte per annunciare la ‘lieta novella’ che i maceratesi ‘non in fuga’, ma resistenti sulle posizioni percosse dal terremoto, attendevano.
Già perché non si tratta solo di ‘affaire’ d’Ateneo, ma della città stessa, considerato che diecimila sono gli iscritti e poco più di 43mila i residenti nel capoluogo che ha ancorato sempre di più il suo destino al futuro di Unimc. “Ed io di questo m’intendo” dice la senatrice, per circa dieci anni rettore dell’Università per stranieri di Perugia, una città ‘soltanto’ un po’ più grande di Macerata. Ed ecco il trittico di provvidenze. Ad Unimc andranno 5 milioni di euro (ad Unicam, come scritto in giornata, 10) per fronteggiare il problema edilizio che vede 458 alloggi inagibili, il 5% degli iscritti; una somma compensativa per le mancate iscrizioni dovute al deterrente sismico (9 milioni ogni anno: tale target era stato in buona parte raggiunto, tuttavia alla fine di ottobre). E infine un incremento della quota ‘premiale’ del fondo d’investimento stanziato annualmente a favore delle università italiane. Ed una prima ed insieme definitiva verifica sul quantum in merito a quest’ultimo punto, avverrà già entro la fine di novembre, computa Adornato.
Il prefetto Roberta Preziotti e Adornato accolgono il ministro Giannini all’ingresso di palazzo Romani Adami
Tuttavia ci sono buone speranze perché alla fine le promesse vengano mantenute “perché questo governo intende fortemente lasciare un segno alla fine del suo mandato: quello dell’istruzione, settore sempre abbandonato dai predecessori” sottolinea la senatrice. La sala Moroni, nella sede del rettorato a Palazzo Romani-Adami, ha rappresentato questo pomeriggio, dalle 16,36 (momento dell’arrivo in via Crescimbeni) in poi l’ultimo ‘ridotto’, l’estrema trincea di un popolo ‘resistente’, quello universitario, in fuga dai luoghi deputati ed insieme di grande riconoscibilità. Quali? Li hanno più volte elencati il rettore Adornato e la stessa Giannini che già conosceva il rapporto delle doglianze, targato Unimc al Miur: l’aula magna, la scuola Leopardi, Villa Cola sede dell’Istituto Confucio, l’auditorium San Paolo, aule del dipartimento di Economia e Diritto.
Sugli esiti dell’incontro, per il momento, il rettore si è mantenuto prudente. Nella sua prima apparizione pubblica ad alto livello, Adornato (a fianco il direttore generale Mauro Giustozzi) è stato protagonista di un intervento che potremmo definire ‘pop’ nel senso più inclusivo del termine. Non solo perché ha citato il ‘Re’ del genere, Michael Jackson (“tutta la vicenda legata al terremoto è un thriller”) ma ad esempio anche i mitologici underground, come i movimenti tellurici, Ade e Plutone, ma soprattutto perché ha unito ateneo e città: campus e civitas, come ha poi sottolineato il ministro, che è linguista e glottologa. Macerata non può fare a meno di Unimc e quest’ultima (in fondo) anche. “Occorre ripartire, ridare fiducia alla cittadinanza e agli studenti, esercitare la solidarietà e consolidare i rapporti. Non a caso è stata riaperta prioritariamente alla fruizione di tutti, la biblioteca centrale”, ha sottolineato il rettore. Il quale, inoltre, considerata la preminenza del genere, ha ipotizzato pure che alla fine del suo mandato (6 anni) l’università sarà “sostanzialmente al femminile e al plurale”.
E per il momento ha chiesto allo Stato un fondo straordinario per il patrimonio edilizio (inviato al ministero un dossier sull’inagibilità in Unimc), un contributo forfettario di mille euro per ciascun iscritto “perché non vogliamo fermarci e chiediamo risposte tempestive. Non uso toni enfatici, non sovradichiaro riguardo ai danni, non considero il terremoto, nella sua cecità, una calamità che appartiene solo a noi” ha continuato Adornato, con indiretto riferimento al clamoroso post indirizzato a Matteo Renzi da parte di un docente di Unicam, supportato da autorevoli ‘like’. “Non reprimiamo, né ci lamentiamo – ha concluso il successore di Luigi Lacchè (presente in prima fila) – Ci vogliamo contraddistinguere solo per sobrietà, rigore, impegno comune teso a rimettere in sicurezza i luoghi dell’insegnamento. Per questo il nostro personale tutto ha lavorato generosamente anche nei giorni festivi. Per i ragazzi, con i quali abbiamo un rapporto circolare, c’è uno staff di psicologi ed un ingegnere strutturista per verificare i danni agli alloggi: ma è chiaro che in questi giorni le disponibilità delle agenzie immobiliari sono sold out”. Ma c’è dell’altro: ad esempio la trattativa avviata con Goffi per affittare migliaia di metri quadrati per sostituire gli spazi didattici resi off limits dal sisma.
Di grande intensità l’intervento del vice sindaco Stefania Montevederde. La professoressa di Filosofia al liceo scientifico pizzica le corde della ‘collega’ Giannini, che infatti risponde con simpatia: “Non intendiamo metterci sulla stessa linea di Camerino e Tolentino, ad esempio –dice la vicesindaco di Macerata– ma ci è rimasto dentro il silenzio surreale seguito alla fuga dei giovani. La città all’improvviso si è desertificata: ma i cittadini sono rimasti in attesa del loro ritorno. E’ nata un’alleanza nuova, nel dolore e nella paura”. Infine il recall sulla nuova scuola alle Casermette (già avallata dal Ministero): “I nostri istituti scolastici sono inagibili, qualcuno è da ricostruire. Sarà l’occasione per razionalizzare un intervento complessivo, pensando ad una Cittadella delle Scuole”.
L’incontro durata poco più di un’ora. La ministra è attesa a Roma e deve ‘scappare’ mentre gli si affollano tanti intorno. Dalla professoressa Clara Ferranti: “Su richiesta del ministro stesso, all’Italia è stata affidata la presidenza dell’Alleanza Internazionale per la Memoria dell’Olocausto (IHRA) per l’anno 2018. E tra le università di Macerata, Teramo e della Calabria esiste un protocollo d’intesa con il quale è stato costituito, il centro interuniversitario 27 gennaio – Giorno della Memoria”. Stefania Giannini si ferma pure con Ariana Hoxha, direttrice dei corsi di lingua albanese in Italia, attesa a fine settimana a Tirana dal primo ministro. “Gli porterò i saluti della ministra italiana” dice Ariana, felice, scendendo le scale che portano alla sala Moroni, nel nome di un grande rettore maceratese, il portorecanatese don Attilio. “Un grande santo, laicamente s’intende, che ha promosso l’università maceratese: la ripartenza può essere anche nel suo noime”, dice l’ex rettore Lacchè.
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Dieci milioni qui, cinque là, porta più fortuna di Raffaella Carrà nelle trasmissioni abbinate alla lotteria di Capodanno dei primi anni ’70.
Per fare un lavoretto discreto in tutto il cratere ( ma non si può chiamare più facilmente zona terremotata ) altro che milioncini qui e là. Bisogna cominciare a parlare di cifre reali, come ad esempio 20, 30 o 40 miliardi, di euro chiaramente.