di Gianluca Ginella
«Quando ho visto la chiesa di Santa Maria in Via, dopo la scossa del 24 agosto, mi sono reso conto che il danno era uguale a quello dopo il sisma del 1997. Sono cose che fanno pensare. Ora evidentemente il disastro è ancora più profondo» a dirlo è monsignor Francesco Giovanni Brugnaro, arcivescovo della diocesi di Camerino, dopo l’indagine aperta dalla procura di Macerata per far luce sui lavori di restauro in seguito al sisma del 1997. L’arcivescovo quando era arrivato nella città ducale, nel 2007, aveva trovato la chiesa ancora coperta dalle impalcature. Concluse le opere di ristrutturazione, qualche anno dopo era stato lo stesso Brugnaro a inaugurare la chiesa. Il 26 ottobre il campanile è crollato su una palazzina dove vivevano alcuni studenti. Un timore, che potessero esservi dei crolli se ci fosse stata una nuova scossa, che l’arcivescovo aveva sollevato. «So che Vittorio Sgarbi ha detto che non ero stato ascoltato. Nessuno di noi comunque pensava ad un ritorno di scosse così potenti» dice.
La procura sul crollo del campanile ha aperto una indagine contro ignoti per crollo colposo aggravato. «Sull’indagine non posso dire niente, è una questione che tocca ai magistrati – dice l’arcivescovo –. A me dispiace il dramma di questo monumento. In questi giorni ci sono delle nostre opere di Valentin de Boulogne che sono in mostra a New York e che poi andranno a Parigi. Io spero che queste due città capiscano la nostra ferita e ci possano aiutare per restaurare le altre opere d’arte che abbiamo e che sicuramente hanno riportato dei danni con il sisma». In questi giorni il vescovo, pure lui rimasto tra gli sfollati dopo le scosse del 26 ottobre («ho una stanzetta a Torre del Parco con altri 3 sacerdoti»), si sta muovendo per essere vicino agli sfollati. «Oggi sto andando a Civitanova perché nel pomeriggio, alle 16, abbiamo la messa a San Marone per gli sfollati di Ussita. Domani alle 16,30 sarò a Porto Recanati per gli sfollati di Castelsantangelo sul Nera mentre la mattina dirò messa alle 11 a San Severino. Stiamo andando incontro alla gente là dove la nostra gente è ospitata. Per non farli sentire soli».
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E senza di lui noi mica ci saremmo arrivati a capire che ora il disastro è più profondo.
@ Massimo Giorgi
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Il gregge ha sempre bisogno di un buon pastore 🙂
Con il teremoto del 1997, solo con i soldi spesi per i ponteggi, si sarebbe potuta ricostruire tutta nuova.
Ottimo sistema per trasferire un Tiepolo anche se non vedo ombrelli nella vicinanza.Anche per il Tintoretto a Macerata stesso sistema. Adesso che fanno li accatastano in qualche stalla.Ma perché non li mettete all’asta per i terremotati? Uno servono soldi,due chi li acquista ne avrà certo più cura.