Poltrona Frau, iGuzzini, Lube. Rimane invariato il podio delle maceratesi nella 30esima classifica annuale delle imprese marchigiane stilata dalla Fondazione Aristide Merloni. La presentazione è in corso questa sera ad Ancona alla presenza dell’ex premier Romano Prodi e dell’imprenditore Diego Della Valle. Il colosso del mobile di Tolentino – che entra anche nella top ten regionale in 9° posizione – mantiene il primato con 286,622 milioni di vendite. Seguono la IGuzzini illuminazione di Recanati con 223,497 milioni e la Lube di Treia con 171,534. Al quarto posto un’ altra recanatese la Clementoni con 140,64 milioni. Sale di una posizione la Giessegi Mobili di Appignano che con 107,263 milioni ruba il 5 posto alla civitanovese Industria Chimica Adriatica immediatamente sotto a 103,918. Quindi Finproject di Morrovalle con un fatturato di 81,681 milioni e la Nuova Simonelli, di Belforte a quota 69,228. Anche a fondo classifica si assiste ad un sorpasso con Nova vetro di San Severino che con 47,840 milioni passa in nona posizione lasciando la Falc di Civitanova fanalino di coda – si fa per dire – a 44,265milioni.
La top 15 regionale vede campione incontrastato la Indesit (oggi Whirlpool). Da 30 anni l’azienda leader degli elettrodomestici e dell’elettronica si conferma al vertice della classifica. Nonostante il calo delle vendite del 2014 (-10,4%) l’azienda con 1. 477 miliardi di vendite riesce a mantenersi sopra alla Ariston Thermo Group (che registra +6,8% con 1,433 miliardi). Indesit è anche l’unica fra le grandi imprese di elettrodomestici con vendite al 2015 superiori ai livelli pre-crisi del 2007 (+20%). Al terzo posto Tod’s, che nel 2015 ha superato il miliardo di fatturato (1,033), la migliore società per utile d’esercizio in valore assoluto (+92 milioni). Seguono l’azienda chimica Acraf (533 milioni) e Biesse (519 milioni).
”Il Modello Marche fatto da piccole medie imprese nel mondo globale di oggi e nella crisi attuale, deve puntare ad un allargamento ad un accorpamento delle realtà minori – ha detto Prodi – . Ma soprattutto le famiglie imprenditoriali marchigiane devono puntare di più sulla ricerca: spendono lo 0,7% del fatturato contro una media del 1,4% in Italia: è una miseria. Specie se si pensa che in Giappone la spesa rappresenta il 4% del fatturato”. Un anno sostanzialmente immobile dove tra le big non si sono registrati sorpassi mentre tra le pmi qualcosa si è mosso sotto la soglia dei 20 milioni di fatturato.
“In questi ultimi anni l’italia ha perduto oltre il 25% della propria capacità produttiva -ha detto il presidente della fondazione Francesco Merloni – Anche le Marche hanno avuto dati negativi e, secondo la nostra classifica, abbiamo perduto occupazione per oltre il 10%. Ritengo comunque che il nostro appuntamento annuale abbia consentito agli imprenditori marchigiani di focalizzare le decisioni più resilienti e virtuose. In particolare l’internazionalizzazione è stato uno dei fattori di maggior successo, che ha consentito a molti imprenditori di scalare la classifica nel corso di questi anni”.
E’ la Tod’s di Diego Della Valle il vincitore della Classifica delle Imprese delle Marche degli ultimi 30 anni, stilata dalla Fondazione Merloni. Nel consegnare il premio il presidente Francesco Merloni ha spiegato che la Tod’s ”ha davvero orientato e guidato le strategie di qualità, prezzo e mercato degli imprenditori calzaturieri delle Marche nel mondo”. Alla Tod’s di Della Valle il riconoscimento è stato assegnato come ‘best performer per sviluppo e redditività”. Nel 2015 l’azienda ha superato il miliardo di valore delle vendite, terza azienda regionale a raggiungere questo traguardo insieme a Indesit e Ariston.
“Le cose peggiori ce le siamo lasciate alle spalle. Naturalmente bisogna stare molto attenti, perché i mercati mondiali sono cambiati, le crisi arrivano e vanno con grande velocità. Quindi credo che uno dei temi principali sia la velocità di quello che succede”. Così Diego Della Valle ad Ancona, a margine della presentazione della classifica. “Se non altro – ha aggiunto l’imprenditore parlando della crisi – l’abbiamo delimitata, sappiamo dov’è, com’è e come sta agendo e questo è un grande risultato. Mi auguro e credo di poter dire che il prossimo anno sarà meglio di questo. La crisi oggi esiste, ma esiste un po’ di più per chi se ne è accorto tardi, un po’ di meno per chi se n’è accorto prima e forse non esiste per niente per chi l’ha anticipata. Non c’è più una crisi che va e che viene, c’è una situazione di mercato che non è facile, ma che le aziende attente superano con più velocità”.
L’approfondimento sull’imprenditoria marchigiana (LEGGI L’ARTICOLO).
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Primato di Indesit…peccato che è passato quasi tutto in mano all’americana whirlpool…aspetta qualche anno…poi vedi nelle marche cosa ci rimane…
Dove c’è Prodi c’è puzza di fregatura !!!
Al di là dei problemi strutturali determinati dalla crisi globale che ha colpito tutto il mondo occidentale e non solo l’Italia vi chiedo sommessamente: ‘MA COME SI FA’ A DISCUTERE DI PERSONAGGI CHE HANNO MANTENUTO LE LORO AZIENDE LEADER IN ITALIA E NEL MONDO CON SACRIFICI RICERCA SVILUPPO ED INVESTIMENTI PER LA SICUREZZZA DEI PROPRI DIPENDENTI’, generando ancora un importante indotto e pagando un numero impressionante di stipendi ogni mese. Prima di scrivere di altri ognuno faccia prima il proprio mea culpa.
Il lavoro effettuato dalla Fondazione Aristide Merloni mi sembra incompleto e non fotografa la vera realtà delle imprese marchigiane, ( nell’interesse di chi lavora direttamente con queste aziende , in particolare dipendenti e fornitori), e’ troppo limitato indicare solo il fatturato e il risultato d’esercizio, dato che chi ha redatto questo documento avrà avuto i bilanci sotto mano , (basta scaricarli dal sito della CCIA) ,come minino bastava inserire qualche colonna in più per indicare oltre a quanto sopra (fatturato ed utile), almeno quanto segue :
a) Il capitale investito nell’azienda (specificare quanti sono i mezzi propri investiti e quanti sono di debiti finanziari verso le banche e altri finanziatori compresi i leasing).
b) L’ importo dei clienti da incassare .(Esempio : Un conto è avere un’ azienda che fattura 120 euro anni e ne deve incassare 60 , altro avere un’azienda che fattura la metà, ovvero 60 euro anni e ne deve incassare solo 5, nel primo caso la lunghezza dei crediti verso clienti è di 6 mesi, nel secondo caso è di solo un mese) ………………Io darei più risalto alla piu’ piccola…….
c) L’ importo dei fornitori da pagare , (discorso simile a quello del punto b).
d) L’importo del magazzino, ( se abbiamo 2 aziende con fatturato simile la più efficiente e’ quella che lo ha più basso in quanto assorbe meno risorse finanziarie meno esposizioni bancarie indice di solidita’ )
e) Composizione della proprietà aziendale, elencare i soci, un conto e’ avere persone fisiche, altro società varie nazionali ed estere , finanziarie ,fiduciarie , incroci vari , holding ecc tanto da far sospettare l’esistenza delle cosidette “scatole cinesi” ovvero il nulla.
f) Composizione della struttura del capitale fisso :
– Proprieta’ immobiliari
– Struttura tecnica dell’impresa
– Partecipazioni verso altre imprese, (discorso collegato al punto e)
– Proprieta’ immateriali dell’azienda (ricordiamo che qui si possono collocare costi, ad esempio tipo pubblicita’, anzichè scaricarli dal conto economico al fine di far apparire un utile piu’ elevato)
g) Importo degli ammortamenti , (incidono sull’utile, rapportati al punto “f” , più sono alti e meno risulta l’utile d’esercizio )
h) Incidenza del costo delle materie prime/semilavorati/prodotti finiti sul fatturato. Un conto e’ avere un’azienda dello stesso settore che ad esempio fattura 100 ma l’incidenza del costo sopra descritto e’ di 70 , ( pari al 70 %), un conto e’ avere un’altra impresa che fattura 50 e l’incidenza e’ di 20, (pari al 40%) . La prima presumibilmente non produce niente e’ una commerciale che vende prodotti importati magari da un certo paese asiatico , la seconda e’ una vera azienda produttiva .
Qualcuno avverta i Merloni che Indesit Company Spa non esiste più. Indesit è un marchio di proprietà Whirlpool. Casomai i Merloni non se ne fossero accorti.
L’analisi sulle industrie marchigiane. LEGGI L’ARTICOLO: http://www.cronachefermane.it/2016/10/20/report-industria-marche-piccoli-segnali-positivi-per-fatturato-e-redditivita/28425/
ed oltretutto mi sembra che indesit e’ da qualche anno che crea problemi ai propri dipendenti cosi’ come adesso lo faceva la teuco per i guzzini ora anche essa in mani non marchigiane…o ma guarda hanno annunciato piu’ di 100 licenziamenti…ed anche alla ghergo!!! ops…ma non ci eravamo lasciati alle spalle il periodo nero??? le fette di prosciutto imperano direi…
I tempi sembrano maturi per il lancio d’un album delle figurine dei membri delle famiglie imprenditoriali.
1miliardo,o33 di fatturato e la figlia 84enne ( naturalmente con gli acciacchi dovuti all’età e un’operazione per l’estirpazone di un cancro maligno) del fratello della madre fa la fame a Macerata. Poi Robo fa a fare il Salvatore mascherato da Conte di Montecristo.
Che fortuna(c..o)vivere in un’isola felice e non saperlo.Che bello quando se le suonano e se le cantano da soli,tipo la Leopolda.Il problema è che i ricchi fanno comunella,mentre i poveri fanno la guerra ai poveri.Un riccone(attuale) a chi sosteneva che il”Conflitto Sociale” non esisteva più diceva:”Esiste,eccome se esiste e noi lo stiamo vincendo alla grande”.EL PUEBLO UNIDO JAMAS SERA VENCIDO cantavamo da giovani ora ci stanno spolpando vivi ma non riusciamo a trovare un fronte comune per riprenderci quello che ci hanno tolto:la dignità di essere vivi.
LA VECCHIA PIZZICA.