di Gianluca Ginella
Borsette etniche che venivano dal Pakistan con all’interno chili e chili di eroina: dieci le persone che erano finite sotto accusa perché ritenute, con ruoli distinti, coinvolte nel traffico di stupefacenti. In primo grado gli imputati erano stati condannati, nel complesso, a pene per oltre 60 anni. E il processo di Corte d’appello che si è svolto lo scorso venerdì ad Ancona (la sentenza si è appresa oggi) ha confermato 9 sentenze su 10. L’indagine sul traffico di stupefacente era stata condotta dalla Squadra mobile di Macerata e dal Gico della Guardia di finanza di Ancona (leggi l’articolo). Gli investigatori sono riusciti a tracciare e intercettare pacchi con la droga che arrivavano nella nostra provincia, in alcuni casi direttamente in uffici postali. Come quello che il 27 giugno del 2015 era stato ritirato a Corridonia da una coppia: Maurizio Paggi, 38 anni, e Cristiana Tognetti, 37. Pacco che conteneva 5 chili di eroina ed era stato intercettato dalla Squadra mobile che aveva arrestato marito e moglie.
Da sinistra: Il colonnello Massimiliano Di Lucia che comanda il Nucleo di polizia tributaria della guardia di finanza di Ancona, il procuratore Giovanni Giorgio e il vice questore aggiunto Alessandro Albini, capo della Squadra mobile di Macerata
Dietro la spedizione di quel pacco, stando alle indagini della Squadra mobile, c’era il pakistano Shoaib Ullah, 31. Secondo gli investigatori tra l’ottobre del 2014 e il giugno del 2015 Tognetti e Paggi avrebbero effettuato 4 ritiri per un totale di 18 chili di eroina. I pacchi erano poi stati consegnati a Ullah e a suoi presunti complici come il 39enne tunisino Walid Gharsellaoui (che avrebbe partecipato a due consegne) e il connazionale Zia Ur Rehman Khan, 33 anni (una consegna).
Le indagini avevano portato ad un ulteriore sequestro di droga, a Civitanova. Tra il 21 e il 22 luglio del 2015 c’era stata la consegna di un pacco con all’interno 5.943 grammi lordi di droga alla dominicana Belys Fautina Azcona, 42 anni. Secondo quanto accertato dagli investigatori Ullah si sarebbe accordato con la donna affinché ricevesse a casa sua il pacco e avvertisse il pakistano Walayat Khan, 51 anni, dell’arrivo. Quando la consegna è avvenuta, Ullah per timore di controlli, aveva incaricato altre due persone, il 46enne Gohar Zaman, pakistano, detto “zio Gohar” e il 24enne Mohsin Raza, anch’egli pakistano, di ritirare lo stupefacente.
Quando erano andati a ritirarlo erano stati arrestati dalle Guardia di finanza che li teneva d’occhio. In manette era finita anche la dominicana Azcona.
Le indagini erano proseguite e al loro completamento avevano portato sotto accusa 10 persone. In appello sono state confermate tutte le sentenze di primo grado emesse il 29 febbraio scorso al tribunale di Macerata (leggi l’articolo), ad eccezione di quella Gohar Zaman (da 9 anni e 4 mesi a 6 anni), difeso dall’avvocato Vando Scheggia. Le altre sentenze: 12 anni a Shoaib Ullah, 10 anni a Gharsellaoui e Zia Ur Rehman Khan, 4 anni a Walayat Khan, 51, pakistano, Paggi e Raza, 2 anni e 8 mesi a Tognetti, 2 anni ad Azcona, 3 anni a Mohamed Charif Kamel, 26, belga. Ad assistere gli imputati gli avvocati Jacopo Allegri, Alessio Matarazzi Domenico Biasco, Simone Matraxia, Giancarlo Giulianelli.
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