Gli angeli della casa di riposo crollata:
“I pazienti urlavano di salvarli,
ne abbiamo trasportati fuori 15″

SISMA - Francesca Troiani era una delle operatrici socio sanitarie di turno alla struttura di Castelsantangelo sul Nera la notte del 24 agosto. Diverse le persone che sono state portate fuori a braccia perché non potevano alzarsi dai letti. "Potevo morire, il Signore ha messo una mano da lassù"

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Francesca Troiani

Francesca Troiani

 

di Federica Nardi

«Gli anziani urlavano “tirateci fuori”, è stato drammatico. Abbiamo portato fuori una paziente in stato semivegetativo, non me ne volevo andare finché non uscivano tutti». Francesca Troiani è di Visso, ha 62 anni, è un’operatrice socio sanitaria e la notte di martedì alle 3,36 quando la terra ha tremato era di turno nella casa di riposo di Castelsantangelo sul Nera. Una struttura nuova che è crollata nei 142 secondi di sisma che ha colpito il centro Italia. «Appena ha cominciato a tremare ho fatto due passi indietro d’istinto e mi è caduto davanti un masso, potevo rimanerci. Sentivo gli anziani nelle stanze che si attaccavano alle sponde del letto e gridavano “tirateci fuori”. Ho gridato per chiamare la mia collega Luisa che stava di sopra e lei mi ha urlato che non riusciva a scendere».

Il crollo alla casa di riposo di Castelsantangelo sul Nera

Il crollo alla casa di riposo di Castelsantangelo sul Nera

Dopo la scossa, il crollo: «poi il buio – racconta – tutti gli allarmi che suonavano. Avevamo 15 persone che non potevano camminare. La porta era bloccata, non so come ho fatto ad aprirla. Chi poteva è uscito piano piano a piedi, gli altri li abbiamo tirati fuori sulle carrozzine o a braccio come per una paziente che era rigida, non poteva sedersi. Si dice che in questi casi non bisogna usare le scale ma in quel momento non c’era alternativa. Con noi c’erano i vigili che mi dicevano di uscire e mettermi al sicuro ma io non volevo andarmene se non uscivano gli altri con me». Un gesto esemplare di cui però la signora Troiani non cerca il merito: «non sono stata l’unica ad aiutare, c’erano altri sono arrivati anche i carabinieri». Quella notte è stata terribile per lei che nella casa di riposo ci lavorava e per i 25 ospiti che sono stati tratti in salvo. Il ricordo è vivo nei suoi gesti e nelle sue parole: «Potevo morire, il Signore ha messo una mano da lassù». Alla paura che ancora si riaccende a ogni scossa si aggiunge anche l’incertezza per lei e tanti colleghi che lavoravano nelle strutture ospedaliere crollate o lesionate dopo il terremoto. «Una struttura nuova, ci eravamo entrati un anno fa, com’è potuto succedere?».



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