L’arresto di Amedeo Mancini
Chidi Namdi e Chiniary
di Gianluca Ginella
Amedeo Mancini è in carcere. Dopo l’interrogatorio con i magistrati che stanno seguendo le indagini, intorno alle 15 il 38enne è uscito dal commissariato di Fermo e da lì è stato portato in cella. La procura di Fermo gli contesta l’omicidio preterintenzionale di Chidi Namdi Emmanuel, il nigeriano di 36 anni morto ieri pomeriggio all’ospedale di Fermo dopo l’aggressione subìta in via Veneto, martedì. A Mancini la procura contesta di aver ucciso Emmanuel colpendolo con un pugno. «Il pugno è stato il fatto scatenante della morte nell’ambito della colluttazione. Stiamo continuando gli accertamenti» spiega il procuratore di Fermo, Domenico Seccia. Nel capo di incolpazione non viene fatto cenno all’uso di un cartello stradale per colpire Emmanuel, come viene invece riferito dalla moglie del 36enne nella denuncia. Su questo punto e su come sia avvenuta l’aggressione più chiarezza la potrà fare l’autopsia. Ai pm Francesca Perlini e Mirko Monti, Mancini, assistito dall’avvocato Francesco De Minicis, ha dato la sua versione dei fatti. L’uomo ha parlato di 3 fasi. Quella dell’insulto razzista, Mancini avrebbe detto “Scimmia” alla moglie di Emmanuel pensando, dice, che tentassero di scassinare un’auto. Poi dopo cinque minuti marito e moglie erano ritornati indietro ed era nata una colluttazione. Mancini aveva cercato di salire su di un autobus ma l’autista, vedendo cosa stava accadendo aveva chiuso le porte. Il 38enne ha inoltre detto che era stato il nigeriano a prendere il cartello stradale, ha detto che era stato lui a tirarglielo e di essere caduto a terra dopo essere stato colpito. Sempre stando a quanto riferito da Mancini, lui si era poi rialzato e aveva tirato un pugno al nigeriano che è rimasto ucciso. La versione data dal 38enne sarebbe corroborata da due testimoni. «Amedeo ha respinto con forza le accuse – dice l’avvocato De Minicis –, ha chiarito minuto per minuto quello che è successo. Si è detto dispiaciuto per l’epilogo. Il mio assistito non appartiene a nessun movimento politico». La procura ha disposto l’autopsia sul corpo di Emmanuel, che è stata fissata per domani alle 12,30. Se ne occuperà il medico legale Alessia Romanelli. L’avvocato De Minicis ha nominato un consulente di parte, Elena Mazzeo. L’autopsia potrà chiarire quanto accaduto. Nel pomeriggio in commissariato erano sfilati i testimoni ed era stata sentita anche la moglie di Emmanuel, Chiniery, 24 anni, uscita in lacrime. Enorme il dolore della donna, legatissima al marito «erano sempre insieme, sempre uniti, una cosa bellissima» ha ricordato don Vinicio Albanesi. Mancini lavora come agricoltore, vive con il fratello nel quartiere Santa Caterina di Fermo.
I ricordi sul luogo del delitto (Foto De Marco)
Chiniary esce in lacrime dal commissariato (Foto De Marco)
Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati
Al di là del fatto di violenza, esecrabile e condannabile a priori e sempre, ci sono ben 4 testimonianze ,raccolte separatamente , che affermano il Mancini è stato assalito a sprangate dal nigeriano e pestato anche dalla moglie,che sono ritornati sui loro passi dopo l’alterco verbale e solo dopo essersi rialzato, il fermano ha colpito con un unico pugno il nigeriano che cadendo ha sbattuto la testa in modo letale.
E adesso come la mettiamo con tutti i latrati dei politicamente corretti che già si erano avventati sulla preda italiana da spolpare, primi fra tutti lerner e saviano? la realtà è purtroppo molto più triste, siamo massacrati in casa nostra; e se qualcuno si difende accorrono persino il ministrucolo e frottolo per punirlo.
Cosa che non mi risulta fosse avvenuta per il massacro dei due pensionati ad opera del rifugiato del centro di accoglienza in Sicilia di qualche mese fa.Chissà mai perchè…
@Ottaviucci: oltre a concordare in pieno con le tue affermazioni, vorrei sottolineare la presa di posizione un pò troppo a favore del malcapitato nigeriano, da parte di questo giornale e del suo inviato che un pò troppo spesso dimenticano che devono essere super partes e restare neutrali, invece anche in questo caso si lasciano andare a titoli e commenti esagerati come quando parlano di “massacro” “pestaggio” dimenticando che in questo caso si è trattato di un unico pugno, purtroppo fatale a causa della perdita di equilibrio del nigeriano ma pur sempre un unico colpo. Per carità, neanche da parte mia si vuole giustificare il Mancini per il drammatico evento, ma dagli sviluppi della vicenda e dalle testimonianze raccolte, purtroppo si stà verificando il rovescio della frittata, e sono pronto a scommettere che se risultasse, con lo sviluppo delle indagini; che il Mancini si è semplicemente difeso da una aggressione questa testata ed il giornalista si dimenticheranno di porgere le loro scuse per essersi schierati dalla parte sbagliata!
Per Passeri. Comunque si voglia definire l’evento, sta di fatto che un uomo è stato ucciso. Occorrerà capire come e perché.