Se i malati di Sla delle Marche non riceveranno i fondi per le non autosufficienze che gli spettano dalla Regione, l’Associazione italiana sclerosi laterale amiorfica (Aisla) presenterà una denuncia in Procura. Il problema è l’assegno mensile (700 euro per pazienti Sla gravissimi, 533 euro per i gravi) che le 150 persone con Sla che hanno la residenza nella nostra regione non ricevono da 6 mesi. Senza un motivo valido, dice l’Aisla, dato che «i soldi sono già erogati dal governo e versati nelle casse della Regione». Tanto che l’ente stesso a novembre 2015 aveva stabilito di destinare alle persone con Sla residenti nelle Marche oltre 4 milioni di euro. «La mancata erogazione di questo contributo – dice l’Aisla in una nota – sta mettendo in grave difficoltà le famiglie che fanno fatica a garantire un’assistenza adeguata ai loro cari». Nonostante i provvedimenti che indicavano la disponibilità dei contributi, che appartengono al Fondo per le non autosufficienze (Fna) del 2015, «la Regione non solo non ha più erogato queste risorse alle famiglie ma non spiega neanche perché non lo ha fatto e non dice dove siano finiti questi fondi che le famiglie aspettano». Inoltre « Neppure gli altri malati gravi e non autosufficienti marchigiani, colpiti da altre patologie diverse dalla Sla, stanno ricevendo gli assegni dell’Fna 2015». Per questo, dice l’Aisla, «se entro una settimana la Regione non spiegherà dove sono finiti i soldi per i disabili e i malati gravi presenteremo una denuncia in Procura».
Max Fanelli
Al grido dell’associazione si unisce il consigliere regionale Mirco Carloni. «Hanno ragione», dice il consigliere in una nota, dove annuncia di aver presentato «un’interrogazione urgente per chiedere come il presidente Luca Ceriscioli intende risolvere subito questa situazione intollerabile e quando la Regione ritornerà ad erogare il contributo per le persone malate di Sla». E sul versante dei problemi economici per le persone affette dalla malattia degenerativa si aggiunge anche la difficoltà di reperire la cannabis terapeutica. Sdoganata da un recente provvedimento regionale, la cannabis terapeutica è una delle cure più efficaci per lenire problemi legati al sonno, ai dolori, alla depressione e ad altri disagi legati al progredire della Sla. Come dice Massimo “Max” Fanelli, il senigalliese affetto da Sla e noto per le sue battaglie per il diritto a gestire il fine vita. Al grido di «Cannabis terapeutica per tutti», Fanelli dice in una nota che «l’acquisto è a carico del paziente ed è molto oneroso». Inoltre «poche farmacie la trattano».
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Bravissimo presidente di Regione, ritirati, siete tutti uguali.