(foto d’archivio)
Acqua inquinata a Camerino il Comune vieta l’utilizzo per uso potabile. Sono in particolare le zone delle località di Pozzuolo, Letegge, Leteggiole e Statte e nelle località Figareto, Torre di Mistrano, Piampalente e Palentuccio che dovranno rinunciare all’acqua del rubinetto per alcuni giorni, fino a quando le analisi dell’Asur daranno il nullaosta per il naturale utilizzo anche potabile. Dopo a controlli periodici e di routine, infatti, sono state individuate tracce di coliforme, un batterio che può trasmettere contaminazioni fecali rendendo l’acqua non potabile, nell’acquedotto che serve nelle frazioni della città ducale. All’origine dell’inquinamento dell’acqua sembrano esserci le piogge dei giorni scorsi che hanno trascinato terra e detriti portando con sé questo tipo di batterio presente soprattutto nei campi coltivati. Gli interventi di disinfezioni sono già stati eseguiti e spetta all’Asur comunicare, dopo secondi controlli, se l’acqua è tornata potabile.
(Sa. San.)
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Dal Pd Camerino riceviamo: “Il 20 giugno il sindaco di Camerino attraverso un comunicato quasi stizzito scriveva, testuali parole, “acqua pura a Camerino, nessun problema di potabilitá. La nostra acqua ha valori di potabilità vicini alla perfezione e ogni allarmismo al riguardo appare assolutamente fuori luogo”. Dopo solo 8 giorni lo stesso Sindaco ha emesso 2 ordinanze che vietano l’utilizzo della acqua nelle frazioni di Pozzuolo, Letegge, Leteggiole e Statte e nelle località Figareto, Torre di Mistrano, Piampalente e Palentuccio.
Ora nessuno vuole fare polemiche o creare allarmismi, ma invitiamo l’Amministrazione comunale a fare chiarezza il prima possibile riguardo alla reale condizione igienico-sanitaria della nostra acqua, sottolineando il fatto che il passaggio della gestione alla società tolentinate ha evidenziato non pochi problemi”
Invitiamo inoltre caldamente il Sindaco ad avvalersi in maniera costruttiva delle elevate competenze professionali presenti nel Consiglio comunale, per il bene della città ed evitare di denigrare chi manifesta dubbi ed indica soluzioni, per poi rendersi conto della fondatezza delle critiche e fare l’ennesima marcia indietro, come è avvenuto sia per la questione della farmacia, sia in questo caso.