Il cardinale Edoardo Menichelli
(foto di Andrea Petinari)
Pioggia sui pellegrini, come era accaduto nella prima edizione, 38 anni fa. A ristorare lo spirito le parole di papa Francesco che intorno alle 20 si è collegato telefonicamente con lo stadio Helvia Recina di Macerata. Una telefonata attesa ma arrivata quasi come un imprevisto. «Camminate sempre nella vita. Mi dice il mio vescovo che piove lì, ma anche la pioggia è una grazia. E’ brutta perchè ci dà fastidio ma è bella perchè è come la figura della grazia di Dio che viene su di noi»: le parole del papa hanno risuonato su uno sfondo inedito ormai da diversi anni di ombrelli aperti e parapioggia.
La messa sotto la pioggia nello stadio Helvia Recina
Il vescovo Nazzareno Marconi
«La vita è camminare per andare avanti – ha proseguito – per costruire una società giusta, amare il Vangelo. Sono vicino a voi, vi accompagno. Pregate anche per me, perchè io non mi fermi» ha concluso il santo Padre salutando il cardinale Edoardo Menichelli che si stava preparando per la celebrazione: «Avanti che lei è giovane ancora» lo ha esortato. Il porporato nato a San Severino per la prima volta al pellegrinaggio da celebrante ha lanciato il suo messaggio ai marchigiani: «Torniamo alla normalità, il saluto, un buongiorno sono fondamentali. E utilizziamo la forza del perdono, in ogni ambito, anche in politica, sarebbe bellissimo». Il cardinale ha sottolineato «l’importanza del pellegrinaggio come memoria della fragilità davanti alla tentazione di onnipotenza che dà il progresso» e il bisogno di sacro soprattutto nei giovani: «La vera malattia di questo tempo è l’abbraccio della solitudine. Siamo in una quotidianità ammatassata e non sappiamo più qual è il filo. Bisogna ritrovare l’amore. Abbiamo omologato dei percorsi di felicità. Al mattino appena svegli guardiamoci allo specchio e diciamo “io sono una meraviglia”».
L’arrivo della fiaccola benedetta nello stadio Helvia Recina
A sorpresa è stato anticipato anche l’arrivo della fiaccola benedetta, per approfittare di un momento di clemenza metereologica. i tedofori sono arrivati subito dopo le commoventi testimonianze dei carcerati della cooperativa sociale “Giotto” di Padova. Con loro il presidente Nicola Foscoletto: «Questo pellegrinaggio è più dentro la storia di quanto non immaginiamo. Una pena che veniva data ai detenuti era il cammino di Santiago, perchè dava senso a sè e alla vita». L’accelerazione richiesta dal momento di tregua concesso dalle perturbazioni ha portato ad anticipare l’inizio della celebrazione e a saltare il consueto saluto del sindaco di Macerata Romano Carancini il quale, comunque, è rimasto al suo posto, pronto al cammino.
Un imprevisto ha anche impedito la presenza di padre Ibrahim Alsabagh, rimasto bloccato ad Aleppo, in Siria dove è parroco. Ha aperto la celebrazione il vescovo della diocesi di Macerata Nazzareno Marconi che come anticipato nei giorni scorsi ha esortato: «Chiediamo aiuto alla madonna per l’esame di maturità dell’Italia».
Quando il popolo di Loreto si mette in viaggio dietro la croce, la pioggia si è placata lasciando solo pozzanghere e umidità. Dalle nuvole fa anche capolino uno spicchio di luna che fa ben sperare per la lunga notte in cammino.
In prima fila da sinistra Romano Carancini, il prefetto di Macerata Roberta Preziotti, il deputato Irene Manzi e il questore Giancarlo Pallini
Al centro il vescovo di Macerata Nazzareno Marconi
L’accensione della fiaccola
Il sindaco Romano Carancini
L’ex vescovo di Macerata Claudio Giuliodori
Da sinistra Luca Marconi, Angelo Sciapichetti e Deborah Pantana
A sinistra il sindaco di Tolentino Giuseppe Pezzanesi
Maria Francesca Tardella
Nicola Foscoletto, della cooperativa Giotto di Padova
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Quando autentici amici di D.io ripetono parole che hanno udito nel più segreto silenzio, durante l’unione d’amore, se queste non concordano con l’insegnamento della Chiesa, ciò significa soltanto che il linguaggio della pubblica piazza non è quello della camera nuziale. (Simone Weil)
Per Pavoni. L’aforisma di Weil non è esattamente quello, è mozzato e quindi poco comprensibile.. Il testo corretto è:
”
Quando autentici amici di Dio, quale a mio parere fu Meister Eckart, ripetono parole che hanno udito nel più segreto silenzio, durante l’unione d’amore, se queste non concordano con l’insegnamento della Chiesa, ciò significa soltanto che il linguaggio della pubblica piazza non è quello della camera nuziale.
“
eppure il vangelo è chiarissimo, Matteo 18,20: Perché dove sono due o tre riuniti nel mio nome, lì sono io in mezzo a loro.
Non dice dove sono manifestazioni podistiche, piazzate, chiassate, mandrie di armenti… ma a questi qua mancano le basi, imitatori più di Carlo Verdone che di Cri.sto
Bellissima questa esortazione del cardinale Menichelli: “Ritroviamo la normalità”, cioè la bellezza delle cose semplici, l’alternanza tra gioie e dolori, tra impegno e divertimento. Lasciamo da parte gli effetti speciali e la ricerca continua ed ossessiva di un finto divertimento, vuoto e privo di senso, tanto più in questi tempi così difficili.
Per Bommarito. L’esortazione non potrebbe essere riferita in modo particolare, se non esclusivamente, alle unioni civili?
«L’arte di piacere è l’arte di ingannare.»
(Luc de Clapiers de Vauvenargues)
Comincia bene la frase del Cardinale. Ma arrivati alla forza del perdono, non lo capisco più. So che cristianamente o in tante altre maniere si giustifica il perdono. Per me è già tanto sedersi sulla riva del fiume ad aspettare il passaggio del nemico, che dopo essersi specchiato dovrebbe sputarsi addosso, altro che ” io sono una meraviglia”.
Per Aldo Iacobini
Non ero presente e mi sono basato solo sul resoconto contenuto nell’articolo. Dal testo, però, non mi sembra che nella frase del cardinale ci fosse un’allusione alle unioni civili.
Se un pellegrino avesse perso il cellulare, ne abbiamo trovato uno davanti casa.
Iacobini, la Weil non dice un autentico amico di Dio quale Meister Eckhart ma autentici amici di Dio quale ad esempio Meister Eckhart… la mia sintesi non stravolge nulla, se poi il pensiero è incomprensibile non è colpa della mia carità di patria…
peccato che Cristo sia stato l’uomo più anormale dell’universo e che non abbia mai detto né buongiorno né buon pranzo e che non sia mai andato a braccetto con sindaci, prefetti, onorevoli o autorità militari…