Collaboratore scolastico invalido di San Severino chiede un incontro alla preside per evitare di essere sottoposto a carichi pesanti di lavoro. Durante il colloquio la dirigente ha una reazione ben diversa da quella che l’uomo si attende e si sente male, tanto da essere ricoverato all’ospedale. Sentendosi discriminato scrive una lettera per denunciare l’accaduto al ministero dell’Istruzione ed al garante della privacy, all’ufficio scolastico regionale, alle organizzazioni sindacali e alle associazioni di tutela invalidi.
“Ho subito un grave abuso dei miei diritti da parte della dirigente scolastica e indirizzo questa lettera aperta in primo luogo alle autorità che hanno istituzionalmente il dovere di garantire il rispetto da parte delle scuole della severa normativa vigente posta a tutela del fondamentale diritto alla riservatezza dei lavoratori, soprattutto quando i dati riguardano le condizioni di salute e costituiscono dunque dati “supersensibili” – si legge nel testo – in secondo luogo a quanti hanno a cuore il rispetto di tale inalienabile diritto, che difende i valori più intimi e personali del cittadino”. L’uomo affetto da una serie di patologie, chiede alla preside un incontro. “Sono affetto da varie e gravi patologie e invalidità, debitamente riconosciute dalle Commissioni mediche competenti e dai Centri specialistici che mi hanno in cura. La scuola mi ha chiesto di sottopormi a visita da parte del medico del lavoro, al fine di valutare i carichi di lavoro da assegnare in rapporto alle patologie accertate. Dopo la visita, il medico del lavoro ha riconosciuto in pieno la gravità delle mie condizioni di salute, accompagnandomi dalla dirigente della scuola, confermando il mio quadro clinico e le conseguenti minorate capacità lavorative e facendo presente che, per ragioni mediche, non avrebbero dovuto essere aggravati i miei carichi di lavoro né avrei dovuto essere utilizzato in turni più gravosi, soprattutto sotto il profilo degli orari”. La reazione della preside, secondo il dipendente scolastico sarebbe stata molto diversa da quella auspicata. “La dirigente ha commesso, a mio parere, una prima grave violazione della legge, facendo volontariamente assistere alla conversazione un altro dipendente della scuola – si legge nella nota – il quale non aveva tuttavia alcun titolo per essere presente alla riunione e venire dunque a conoscenza arbitrariamente e illegalmente delle informazioni riservate relative al mio stato di salute”. La seconda violazione secondo il collaboratore scolastico sarebbe stata commessa da quest’altro dipendente presente all’incontro: “Questo soggetto illegalmente intruso, comportandosi di fatto come se fosse egli stesso il “capo”, ha cominciato con fare e piglio arroganti a contestare le risultanze mediche, pur essendo totalmente incompetente in materia medico-legale cercando, con tono imperativo e alzando la voce, di imporre i suoi ordini e le sue direttive, prospettandomi turni di lavoro più gravosi ed in contrasto con le raccomandazioni del medico del lavoro. Tutto questo, purtroppo, nella colpevole e gravissima inerzia e acquiescenza della “vera” dirigente, che ha rinunciato dunque, di fatto, ad esercitare in prima persona i poteri attribuitile dalla legge”. Il dipendente scolastico si è sentito sopraffatto dagli eventi ed ha accusato un malore, per cui è stato portato in ospedale. “I dottori che erano di turno al pronto soccorso mi hanno riscontrato una condizione clinica tale da consigliare addirittura l’effettuazione di una Tac cerebrale. Da quel giorno in poi sono in congedo e non riesco ancora a riprendermi dall’aggravamento delle mie condizioni di salute determinato da tutto l’episodio descritto – scrive l’uomo – a questo punto io chiedo alle autorità competenti, si può accertare se quanto a me capitato è conforme o meno al giusto comportamento che un dirigente scolastico avrebbe dovuto tenere in un simile frangente? E in caso di risposta negativa, dato che un dirigente è comunque il funzionario dello Stato di più alto grado e dunque dovrebbe conoscere e far applicare più di ogni altro la legge, non è forse il caso di disporre i dovuti controlli e prendere gli opportuni provvedimenti? Oppure la mia è solo una battaglia inutile, analoga a quella di don Chisciotte contro i mulini a vento”. L’uomo si è rivolto ad un avvocato per far valere i suoi diritti.
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Ha fatto bene a denunciare il dirigente scolastico, che non ha rispettato il segreto del dipendente, facendo partecipare al colloquio un’altra persona per di più maleducata nei confronti del lavoratore.Il fatto che poi si sia sentito male e portato all’Ospedale e addirittura ha avuto bisogno di una Tac cerebrale, l’impiegato aveva ragione.
……..la faccenda puzza di bruciato!!! Qualcuno non la racconta giusta.
ATTENZIONE DIRIGENTI SCOLASTICI A VIOLARE LA PRIVACY DEI COLLABORATORI SCOLASTICI,CHE DOPO SONO GUAI……………………………CALPESTARE GLI INVALIDI SIGNIFICA NON AVERE RISPETTO DI UNA PERSONA CHE HA AVUTO DALLA VITA LA DISGRAZIA DI ESSERE AFFETTO DA GRAVI PATOLOGIE CHE NON GLI PERMETTONO PIU’ DI SVOLGERE IL PROPRIO LAVORO CON LE STESSE CAPACITA’ DI UNA PERSONA NORMALE.PER QUESTO SI PENSA CHE UN DIRIGENTE SCOLASTICO LO POSSA CAPIRE,MA DA COME NE PARLA LA STAMPA, SEMBREREBBE CHE IL DIRIGENTE SCOLASTICO ABBIA AGITO VERSO IL COLLABORATORE SCOLASTICO IN UN MODO SCORRETTO DA SOTTOVALUTARE LA SUA INVALIDITA’ AL PUNTO TALE DA COMPROMETTERGLI IN MODO GRAVE IL SUO STATO DI SALUTE.UN DIRIGENTE CHI DISPREZZA UN INVALIDO DOVREBBE IMMEDIATAMENTE DIMETTERSI DAL SUO INCARICO E ANDARE A SVOLGERE UN ATTIVITA’ CHE SI ADATTA PIU’ ALLA SUA IGNORANZA.
N.B. MAGGIOR RISPETTO ALTRUI,TUTTI POSSIAMO CONTRARRE UN INVALIDITA’
RSU
SINDACATO COBAS
Sono tremendamente sfiduciata verso quella classe dirigenziale che non ha le competenze nonostante ricopra un ruolo di responsabilità. Protetti da raccomandazioni che non fanno che danneggiare tutto l’apparato burocratico. Questo stato non guarda la meritocrazia e ci devono rimettere sempre i pesci piccoli. Questa persona chiede solo che sia rispettata la sua dignità, perché di fronte alla legge dobbiamo essere tutti uguali. Non riesco a credere che possono accadere certe cose ma dove siamo tornati nell’ era della pietra? Sono una persona che lavora nel campo sanitario e non posso tollerare che un invalido con patologie possa essere discriminato fino a stare così tanto male! Questo è mobbing accertato e in sede giudiziaria può chiedere un risarcimento. Il lavoro rappresenta un tassello fondamentale nella nostra vita, permette alla nostra identità di plasmarsi in base all’immagine che ci creiamo di noi stessi al lavoro, e quindi è un diritto svolgerlo nel modo più sereno possibile. Spero la vicenda vada a buon fine, le lascio un messaggio di speranza per il suo futuro. Cari saluti.