Foto d’archivio
«Nel Parco Nazionale dei Monti Sibillini le mountain bike sono benvenute, nel rispetto dell’ambiente». Interviene così l’ente stesso per precisare che non ci sono ad oggi divieti ma si attende solo il parere di alcune norme in via di approvazione (leggi l’articolo). «Per il Parco le biciclette costituiscono un ottimo mezzo per scoprire la natura dell’area protetta – prosegue l’Ente – soprattutto quando sostituiscono i mezzi motorizzati; il cicloturismo e le escursioni in mountain bike sono quindi promossi dal Parco, che a tal fine ha anche realizzato una rete di percorsi, 443 chilometri, specificatamente destinati a queste attività. I percorsi sono segnalati e nel sito web del Parco sono disponibili, oltre ad una descrizione degli stessi, le tracce gps. Per facilitare la fruizione è stata anche realizzata la guida cartacea “Pedalando nel Parco”».
Tutte le attività sportive e turistico-ricreative devono però svolgersi, stando sempre al parco, in un’area protetta, nel pieno rispetto delle finalità di conservazione, non solo per etica e responsabilità ambientale dei singoli. La regolamentazione di tali attività è infatti prescritta da norme nazionali e dalla direttiva comunitaria “habitat”, la quale prevede le misure di conservazione obbligatorie per i siti Natura 2000. Nel rispetto della procedura individuata della Regione, l’approvazione di tali norme, e quindi l’entrata in vigore, è subordinata ad una fase di consultazione, che è attualmente in corso e si concluderà il 23 maggio. Tale tempistica è stata dettata anche dal ministero dell’Ambiente, a seguito di una procedura di infrazione a cui è sottoposta l’Italia. Oltre alla fase di consultazione prevista per legge, il Parco ha ampliato il processo partecipativo, programmando diversi incontri con amministratori locali e portatori di interesse che si terranno a partire dai prossimi giorni.
Inoltre, il 16 maggio si terrà un incontro con i diversi portatori di interesse nella sede del Parco a Visso. Solo a conclusione della fase di consultazione, valutate le osservazioni raccolte si avrà la definitiva approvazione delle misure. «Cuore dell’animata discussione in merito alla fruizione in bici – prosegue il Parco – è che le misure proposte non siano basate su studi scientifici. Fa piacere per una volta non essere additati perché capaci soltanto di fare studi; tuttavia, anche in questo caso, gli studi a monte sono molteplici e complessi e ricomprendono gli specifici piani di gestione dei Siti Natura 2000 redatti dalle Province di Macerata, Fermo e Ascoli Piceno. Va precisato inoltre che i criteri adottati sono volti anche a semplificare il quadro normativo e, a tal fine, la maggior parte delle misure riguardano norme già vigenti. Nello specifico della limitazione di accesso alle mountain bike si sottolinea che questa riguarda esclusivamente i sentieri (non le strade e le piste forestali) situati in zona A di “riserva integrale”, che comprende le aree più selvagge e fragili del Parco, come le creste sommitali e il Lago di Pilato».
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Le MTB nel Parco dei Sibillini sono benvenute dove dicono loro! I 443 km di percorsi sono strade brecciate, percorse spesso anche da autovetture, tutto l’opposto di quello che cercano i praticanti della mountain bike! Sono l’analogo del GAS, grande anello dei Sibillini, un assurdo percorso di 120 km, l’unico dove occasionalmente si fa manutenzione, che fa il periplo del Parco, a “distanza di sicurezza” dal suo centro nevralgico, che può essere gradito a chi fa trekking itinerante ma no di certo a chi vuole visitare veramente i Sibillini.
Il divieto di accesso e transito nella cosiddetta Zona A è gratuito, visto che la MTB non viene menzionata dai regolamenti europei riguardanti i Siti Natura 2000 e non è dettato da nessuna motivazione oggettiva se non quella di intervenire in modo grossolano solo su una categoria di fruitori, di numero nettamente inferiore rispetto alla gran massa degli escursionisti a piedi, più problematico da regolamentare e politicamente meno conveniente.