di Maurizio Verdenelli
Un altro importante pezzo della memoria della Storia maceratese, dopo Dante Cecchi nel luglio scorso, se n’è andato. Parliamo del professor Pio Cartechini che ieri nella tarda serata, dopo una breve malattia, si è spento all’età di 88 anni alla clinica Marchetti di Macerata. I funerali, domani alle 15,30, alla chiesa del Sacro Cuore dove verrà traslato il corpo, composto all’obitorio della clinica.
Pio Cartechini ha dimostrato per tutta la sua vita un grande attaccamento alla città: un vero figlio maceratese. Come attesta il suo poderoso curriculum. Laureatosi in Giurisprudenza ed entrato in servizio con l’incarico di bibliotecario sia a Macerata sia in altri capoluoghi di provincia, aveva assunto nel capoluogo la direzione dell’Archivio di Stato nel 1962, mantenendolo ininterrottamente per trent’anni, fino al collocamento a riposo nel 1992. A partire dal 1978-79 il professor Cartechini è stato docente di Archivistica all’università di Macerata, dopo aver ottenuto l’anno precedente l’incarico apicale ad Ancona presso la Soprintendenza Archivistica per le Marche. Un incarico di grande prestigio cui aveva rinunciato per la sua grande passione che era il lavoro all’interno dell’Archivio di Stato di Macerata e di altri archivi della provincia maceratese (tra gli altri, quelli di Camerino e Cingoli) e anche di archivi privati dei quali ha curato il riordino e la sistemazione.
Di grande rilievo l’impegno del professor Cartechini nel recupero e nel restauro nel 1966 dei documenti danneggiati durante la drammatica alluvione di Firenze (4 novembre) sommersa dall’acqua e dal fango dell’Arno straripato. Il disastro non investì solo il centro storico del capoluogo toscano e molti die suoi quartieri ma tutti i centri del bacino idrografico dell’Arno, fra cui Prato. In quell’anno studenti maceratesi come da tutt’Italia (tra i quali, chi scrive) si precipitarono con i loro insegnanti al capezzale di Firenze, ferita a morte del suo immenso patrimonio storico e culturale. Furono chiamati Gli Angeli del Fango. A completare la loro opera, anzi da dare a questa un senso, i grandi tecnici del restauro, come Cartechini, che ridiedero vita ai documenti gravemente danneggiati. L’opera dell’allora direttore dell’Archivio di Stato di Macerata fu vitale anche per risanare antichi documenti e dunque importanti beni culturali, salvati dalla piena fluviale, a Prato. Avendo un grande senso dello Stato, il professore maceratese si è sempre impegnato nel valorizzare le istituzioni culturali maceratesi e marchigiane: tra queste la Deputazione di Storia Patria per le Marche di cui è stato a lungo nel direttivo. Inoltre si deve anche a lui se ora a Macerata c‘è l‘importante Biblioteca Statale (in via Garibaldi), già Nazionale di Napoli.
Il suo vero orgoglio e anche il suo grande amore è stato tuttavia il Centro di Studi Storici Maceratesi, che aveva fondato nel 1965 insieme con il prof. Dante Cecchi e il dottor Aldo Adversi, già direttore della biblioteca comunale Mozzi Borgetti. Dal 1965 in poi Pio Cartechini ha rivestito ininterrottamente la carica di presidente del Centro, nel quale ha profuso un grande impegno con dedizione e forte senso del dovere, qualità che hanno caratterizzato tutta la sua vita” come ricorda ora un comunicato del Centro stesso. La sua produzione scientifica è presente soprattutto nei volumi della collana di Studi Maceratesi, relativa agli aspetti giuridico-istituzionali legati ad importanti periodi della storia maceratese (Fonti archivistiche per la storia della provincia di Macerata, il Tribunale della S. Rota, il Collegio di S. Caterina). Negli ultimi venticinque anni, il professor Cartechini è stato Direttore dell’Archivio della Diocesi di Macerata curandone con la sua leggendaria precisione il catalogo. Ha fatto parte anche della Commissione Beni Culturali della Diocesi. Lascia il figlio Giancarlo, la nuora e i nipoti amatissimi.
Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati
Le mie più sentite condoglianze alla famiglia!!!
Nota del Comune:
“La città di Macerata ricorda con ammirazione e riconoscenza l’altissimo contributo culturale offerto attraverso gli insegnamenti e le opere, la passione e l’impegno profuso a beneficio della comunità”. Con queste parole, affidate ad un telegramma, il sindaco Romano Carancini ha espresso alla famiglia il cordoglio dell’amministrazione comunale e della città di Macerata alla famiglia di Pio Cartechini, storico maceratese a lungo direttore dell’Archivio di Stato e fondatore con Dante Cecchi e Aldo Adversi del Centro studi storici maceratesi.
“Abbiamo perso una persona di grande sensiblità civica” afferma il vice sindaco e assessore alla cultura Stefania Monteverde “Solo poche settimane fa ci ha convocato tutti, istituzioni e operatori di cultura, a nome del Centro Studi Storici maceratesi per programmare le iniziative in ricordo di Dante Cecchi. Ci lascia un’eredità importante: il patrimonio dei nostri archivi di cui avere cura con la stessa attenzione e responsabilità che ha avuto lui in tutta la sua vita”.
Appassionato alla storia e alla cultura, rigoroso nel difendere i suoi metodi e il suo ruolo ma rispettoso degli altri e grato ai lasciti di esperienza e di sapienza di chi lo aveva preceduto, cattolico di fede e di pensiero, senza complessi di inferiorità e aperto al dialogo e al confronto. Da un pezzo non usciva più da solo con il suo bastone, tra via Verdi, corso Cairoli, il Sacro Cuore. Ammirevoli la dedizione e l’affetto del figlio Giancarlo, in particolare dopo la scomparsa dell’amatissima moglie che ora potrà riabbracciare.
Sentite condoglianze alla famiglia Cartechini