di Leonardo Giorgi
Non paga lo psicologo, le pignorano la cucina: «una situazione assurda, a Macerata le donne in difficoltà non vengono aiutate da nessuno». E’ disperata una maceratese di 46 anni che rischia già da domani di non poter più cucinare ai suoi figli di 15 e 19 anni perché non avrà più frigo, mensole e fornelli per farlo. Tutto nasce dalle sedute dallo psicologo che la donna ha dovuto fare per via di una difficile separazione con il marito «che è un imprenditore ma non mi paga la mensilità dovuta» dice Anna (nome di fantasia). L’appuntamento con l’ufficiale giudiziario è domani mattina alle 9, quando la cucina della casa dove vive la donna sarà smontata e portata via. Perché pare che oltre a quello non ci sia altro da pignorare. «Come si può portare via una cucina? – si domanda la donna –. E’ un tentativo di farmi del male». Le sedute dallo psicologo, anch’esso maceratese, iniziano a fine 2011, quando la donna stava affrontando una delicata separazione in cui ha rischiato di perdere l’affidamento dei figli. «Il mio rapporto con il dottore era inizialmente molto buono – racconta la maceratese – e si è mostrato molto comprensivo nei miei confronti. Gli spiegavo spesso delle mie difficoltà economiche, legate a una situazione famigliare molto complessa. Mi sono ritrovata dopo un certo periodo, in seguita alla perdita del lavoro e al prosciugamento dei conti che erano cointestati a me e mio marito, a non potere più pagare le consulenze arretrate. Me ne vergogno molto perché ho sempre pagato i miei debiti, ma non avrei potuto saldare questi arretrati in breve tempo. E così, una mattina di qualche mese fa, mi sono ritrovata l’avvocato dello psichiatra in casa assieme ad un ufficiale giudiziario. Hanno stabilito – continua – che l’unico bene di valore presente in casa fosse questa cucina che ho acquistato, con l’aiuto economico di mia madre, nel 2012. Nell’assurdità di tutta questa vicenda, l’ufficiale giudiziario, nel verbale di valutazione della cucina ha indicato il bene come “mai utilizzato” e quindi nuovo. Come si fa a scrivere una cosa del genere quando la mia è chiaramente una cucina utilizzata da tre anni? Lo stesso Istituto vendite giudiziarie Marche ha riconosciuto il bene come “in uso quotidiano”, ma, stranamente, il verbale dell’Istituto non è mai arrivato al tribunale di Macerata». E domani la cucina verrà portata via per essere poi messa in vendita nelle aste giudiziarie. «Dove andrò a cucinare da venerdì? A casa dell’ufficiale giudiziario? Il bello – commenta disperata la donna – è che essendo praticamente l’unico mobile che mi è rimasto a casa, alcuni scomparti della cucina li utilizzo anche per stipare le lenzuola. La tutela delle donne in difficoltà a Macerata è inesistente. L’unica associazione che mi sta dando una mano è “Famiglia C’è”, che mi ha messo a disposizione gratuitamente un avvocato e uno psicologo che sta seguendo i miei figli».
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…oggi è il 26 la solidarietà verso ledonne in difficoltà era ieri
il professionista poteva evitare di chiedere il conto, considerata la situazione o soprassedere sulla somma mancante…..quello che dice la signora in termini di sostegni è vero, poichè anche io vi sono passa e vi passo……
ora cadrà in depressione
Ma il ssn non dovrebbe prendere in carico persone con disagio psicologico in difficoltà economiche???
A volte leggendo le notizie mi vien da pensare se queste vengono scritte per riempire spazi vuoti, già perché, a mio avviso, questa è una di quelle, almeno come viene descritta, senza un fondamento che sia tale. Addirittura v’è coinvolto un avvocato e un ufficiale giudiziario ai quali vorrei segnalare che in Italia esistono i beni che sono assolutamente impignorabili rispondendo alla ratio della non espropriabilità dei beni di prima necessità ed essenziali per la vita stessa del debitore e delle persone con questo conviventi, l’art. 514 c.p.c. dichiara impignorabili:
– vestiti, biancheria, letti, tavoli e sedie, posate e utensili, armadi, cassettiere, frigoriferi, stufe e fornelli a gas o elettrici, lavatrici; ma anche:
– commestibili e combustibili necessari a coprire il fabbisogno di un mese;
– libri, attrezzi e oggetti indispensabili (vedi computer) allo svolgimento dell’attività lavorativa e armi utilizzate per l’adempimento di un pubblico servizio.
Lo stesso articolo 514 assicura, poi, l’intangibilità di oggetti che rivestano un particolare valore affettivo e morale, come: la fede nuziale, gli oggetti sacri o necessari alla professione del culto religioso, le decorazioni al valore, la corrispondenza, gli scritti di famiglia e i manoscritti, purché non appartengano a collezioni di pregio.
Fonte: (www.StudioCataldi.it) Quali beni non possono essere pignorati?
Allora mi chiedo il giornalista deve riempire la pagina, l’avvocato è “ignorante” (nel senso che ignora tale art.) o l’ufficiale giudiziario deve riempire la giornata? Solo una cosa è certa che alla signora in questione non fa bene certamente sotto l’aspetto psicologico ed emotivo. E tutti noi me compreso siamo colpevoli di ciò, voltando il viso dall’altra parte e facendo spallucce.E’ vero, ed è molto triste dire quanto sia azzeccato un vecchio adagio: “fare i forti con i deboli e deboli con i forti”.
Una volta per avere l’abitabilità per una casa, era necessaria la cucina e la camera da letto…..dovrebbero essere le uniche cose non pignorabili…..ma con i tempi e la crisi che vi è in giro ora pignorano anche quelli se non tieni altro……il ssn dovrebbe organizzare una rete, in considerazione che in città vi è uno sportello sos donna che dovrebbe offrire aiuto gratuito ….a donne in difficoltà sotto ogni punto di vista…..vi sono degli psicologi anche presso il ssn….se vuoi andare da un privato paga di tasca tua, se vai tramite l’ssn paghi il ticket prestazioni…..la signora sarà andata da uno privato…..che poteva fare a meno di chiedere i soldi…..
Perché il marito non le passa gli alimenti? Come mai in casa non ci sono altri mobili?
L’avvocato ha indicato alla signora la strada della legge n. 3/2012 (usura e SOVRINDEBITAMENTO)?