Il video con alcune testimonianze di familiari
di Sara Santacchi
“Maggiore vicinanza dalle istituzioni” è questa la richiesta dei familiari delle persone scomparse dell’associazione Penelope. In un convegno in prefettura, se n’è parlato questa mattina, proprio con lo scopo di sensibilizzare “Le coscienze delle istituzioni – ha detto il legale dell’associazione Luca Sartini – devono essere mosse dalla scomparsa improvvisa di persone di cui si perde traccia, anche quando non c’è reato. Forze dell’ordine, procura, tribunali non devono permettere che possano cadere nel dimenticatoio, ma continuare le indagini per dare delle risposte”. Partendo proprio da questa esigenza è nata l’associazione Penelope, che si occupa di casi di persone svanite nel nulla e di cui, nella nostra provincia, è presidente Giorgia Isidori. E’ lei stessa ad essere coinvolta in un caso di scomparsa: nel 1979 si sono perse le tracce di suo fratello Sergio, sparito a 5 anni da Villa Potenza e mai più ritrovato. “Dare voce alle persone scomparse perchè non si dimentichino – ha detto Isidori – Nel tempo non si è più parlato del caso riguardante mio fratello e la mia famiglia ancora attende delle risposte. Ma come noi siamo in tanti nelle Marche”. Oltre 500 persone, negli ultimi 40 anni. Tra chi non riesce a darsi pace su cosa sia accaduto a suo figlio c’è Mario Straccia, papà di Roberto Straccia, il 24enne residente in provincia di Fermo, scomparso il 14 dicembre 2011 e ritrovato morto sulla spiaggia di Bari il 7 gennaio 2012. “Ci sono state tante incongruenze ancora oggi non risolte, ma sono state date risposte veloci per chiudere il caso” ha detto l’uomo.
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Il dolore per la scomparsa di Sergio Isidori si rinnova ogniqualvolta vedo, o penso, al papà, o a Giorgia, che conosco. E la mamma?.
Quando ti muore un figlio soffri da cane, ma te ne fai una ragione accettando la volontà di Dio, oppure incolpando il destino cinico e baro…
Ma quando ti rapiscono un figlio piccolo entri in una agonia continua che ti accompagnerà fino al tuo ultimo giorno. Credo che sia così. Cosa proverei – mi domando – se fossi stato il padre del piccolo Sergio?
Il rapimento di un bimbo è un delitto vile e spietato che non merita misericordia. Ti dicono di perdonare. Lo facciano i santi. Lo faccia la letteratura religiosa. Lo scriva la narrativa tutta rose e fiori. Ma l’uomo comune non può perdonare. Né deve. Poiché sarebbe una giustificazione al crimine e al criminale. Quindi, nessun perdono. Se scoperto e condannato, lavori forzati a vita. Meglio se alla pena capitale.
Il buonismo, versione farisaica dell’amore, è l’atteggiamento di chi non ha patito sulla sua pelle la scomparsa di un figlio nel nulla. Il buonismo radicaleggiante imperante in Italia ci perderà in un futuro orrendo, dove la giustizia che difende i deboli e gli innocenti sarà scomparsa, Siamo già a buon punto..