di Gianluca Ginella
Furti che diventano rapine, gente pronta ad affrontare i proprietari delle case nel momento in cui se li trova davanti: a compierli potrebbe essere la stessa banda. Almeno è questa l’ipotesi che si è fatta largo tra i carabinieri che stanno conducendo le indagini sui colpi messi a segno nella notte tra ieri e martedì a Recanati e a Montefano e su due furti avvenuti la stessa notte a Montecosaro. Non solo ma potrebbero essere gli stessi uomini che negli ultimi tempi hanno messo a segno altri colpi nelle Marche.
Orari ravvicinati, furti che divengono rapine compiuti in zone che si trovano a poca distanza: dettagli che hanno fatto ipotizzare ai carabinieri del Nucleo investigativo del Reparto operativo di Macerata, che stanno conducendo le indagini insieme ai colleghi delle Compagnie di Macerata e di Civitanova, che a compiere quei colpi, a casa dell’ingegnere Gianfranco Appolloni, 73 anni, di Montefano (leggi l’articolo), e di Gabriele Menghini, 67, rappresentante di commercio che vive a Recanati (leggi l’articolo), sia la stessa banda.
Non solo quei due colpi sono sotto la lente degli inquirenti ma anche altri due furti avvenuti sempre la notte tra martedì e mercoledì, in quel caso in abitazioni di Montecosaro. I malviventi che hanno agito sarebbero stranieri, persone che appartengono ad una criminalità migrante, e che potrebbero essere stati protagonisti di altri colpi avvenuti nelle Marche negli ultimi tempi. Si tratta al momento di ipotesi investigative che devono essere supportate da elementi oggettivi che i carabinieri stanno cercando di mettere insieme con le indagini in corso in queste ore. I malviventi, secondo l’ipotesi degli investigatori, partono con l’idea di fare furti, ma mettono in conto che i proprietari potrebbero svegliarsi e nel caso succeda sono pronti ad aggredirli. Come è successo a Montefano e a Recanati. Alle 21 di martedì notte i malviventi sono entrati a casa dell’ingegnere Gianfranco Appolloni che in quel momento era da solo e che si è accorto della presenza di qualcuno in casa e ha reagito. Prima ha cercato di bloccare uno dei ladri ma nel bagno è spuntato un secondo malvivente. I due uomini hanno colpito l’ingegnere, ferendolo alla testa (è stato curato con tre punti di sutura), e sono scappati. Il 73enne ha preso una pistola, regolarmente detenuta, è uscito di casa e ha esploso in tutto 4 colpi in aria.
Per quegli spari non è stato denunciato. Ad agire a casa del 73enne sarebbero stati almeno in tre. Mentre erano quattro i malviventi che intorno alle 22 di martedì hanno agito a Recanati a casa del rappresentante di commercio Menghini. I banditi, a volto coperto, hanno prima colpito il 67enne con un pugno al volto poi gli hanno puntato un cacciavite e lo hanno costretto ad aprire la cassaforte e a consegnare loro 15mila euro tra gioielli e contanti.
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Anche Appignano non è immune ai furti… purtroppo…!!!
A mojà é due settimane quasi tutti i giorni..
Non sapevo che ora si denuncia la vittima, e che quindi si premiano i delinquenti! Ma sparare ai malviventi non è SEMPRE legittima difesa?
Di cosa ci meravigliamo signori ?
Dei delinquenti hanno fatto assumere magistrati che fanno quello che gli è stato chiesto, ossia proteggere i delinquenti.
Quando sparate, prendete bene la mira.