Incendi agli impianti di riciclo
La lunga scia di fuoco tracciata dal M5S:
“C’è un legame con lo Sblocca Italia?”

POLITICA - I grillini di Macerata avanzano il dubbio dopo che le Marche sono state individuate come una delle regioni che dovranno ospitare uno dei nuovi inceneritori previsti dal maxi-decreto: "L'impianto dovrebbe sorgere a Castelraimondo". Nell'elenco di episodi dolosi o sospetti in tutto il territorio nazionale compare anche il rogo del Cosmari: "Può il legislatore produrre una legge in controtendenza rispetto alle pratiche virtuose di riciclo, compostaggio e trattamenti di recupero?"

- caricamento letture
incendio cosmari orlandi

L’incendio all’impianto di smaltimento del Cosmari lo scorso 9 luglio

di Claudio Ricci

Che cosa hanno in comune l’incendio al Cosmari, e il decreto-legge Sblocca Italia? A porsi la domanda è il Movimento 5 Stelle di Macerata dopo che le Marche sono state individuate dal Governo come una delle regioni che dovranno ospitare uno dei 12 nuovi inceneritori di rifiuti per il ciclo di smaltimento nazionale come anticipato da Cronache Maceratesi (leggi l’articolo). L’impianto marchigiano e contro cui i grillini hanno già annunciato dura battaglia (leggi l’articolo) sarà in grado di smaltire 200mila tonnellate di rifiuti urbani e assimilati all’anno, come previsto dal decreto del presidente del Consiglio in attuazione dell’articolo 35 del maxi decreto anti crisi del governo Renzi.

«Esiste un collegamento tra la miriade di incendi di impianti smaltimento rifiuti che hanno funestato il nostro sciagurato Paese e il varo dello “sblocca Italia”? Può il legislatore produrre una legge criminogena? – si chiedono i grillini maceratesi che aggiungono – La legge favorisce senza pudore l’incenerimento dei rifiuti in controtendenza rispetto alle pratiche virtuose come riciclo, compostaggio e trattamenti di recupero che, guarda caso, si compiono negli impianti dei roghi. Nelle Marche, a titolo esemplificativo, dovrebbe sorgere un mega-inceneritore a Castelraimondo, comune in provincia di Macerata, che brucerà immondizia anche proveniente da altre regioni. Uno dei punti di forza del disegno governativo parrebbe proprio lo shopping dei rifiuti in giro per l’Italia. Il decreto del 2014 contiene in sé altre disposizioni che consentono lo spostamento dei rifiuti per bruciarli da una regione all’altra, in pratica senza vincoli e finanche di gettare alle fiamme “rifiuti speciali non pericolosi o pericolosi a solo rischio sanitario”».

Manifestazione contro l'inceneritore del 2013

Manifestazione contro l’inceneritore del Cosmari del 2013

Al documento i 5Stelle allegano un’istruttoria dell’avvocato Paolo Storani sugli ultimi incendi di origine dolosa o sospetta registrati in Italia negli ultimi mesi. Un elenco sviluppato sulla base di quello pubblicato sul blog di Beppe Grillo degli ultimi 22 roghi che hanno interessato impianti di riciclo, di compostaggio, di trattamento a freddo e di discarica. «9 agosto 2015: a fuoco la discarica di Gaggio Montano (Bo), situata in località Silla, gestita da Cosea, che è l’unica società di servizi ambientali non inglobata ad Hera nel bolognese. I tecnici parlano di autocombustione. 2 agosto 2015: ad Aviano (Pordenone), in Via De Zan, va a fuoco l’impianto del compostaggio Snua. L’incendio ha mandato in fumo plastica da riciclare. È entrato in funzione l’impianto di autospegnimento del capannone, che utilizza schiumogeni. Si è trattato del secondo rogo in pochi mesi. 20 luglio 2015: incendio presso il deposito del consorzio per i rifiuti COVAR 14 di Carignano (To) 18 luglio 2015: Incendio alla Green Asm di Nera Montoro (Terni). 13 luglio 2015: poco prima delle sei si sviluppa un rogo nell’area di stoccaggio rifiuti della discarica di Mariana Mantovana (Mantova), la cosiddetta zona di osservazione dove vengono vagliati i rifiuti prima dello smaltimento. Bruciata una catasta di rifiuti compattati. La discarica è di proprietà di Mantovambiente. La colonna di fumo scuro dall’odore acre ha creato grande preoccupazione tra la popolazione. Dai primi accertamenti è emerso che il rogo è di origine dolosa. 13 luglio 2015: incendio in provincia di Cuneo nel deposito della Rosso srl di Fossano; il materiale era destinato allo smaltimento. 13 luglio 2015: incendio a Settimo Torinese (TO) in deposito di materiale plastico».

Movimento 5 stelle su Cosmari_Foto LB (4)

L’avvocato Paolo Storani ha redatto una lista di incendi dolosi di impianti di trattamento dei rifiuti

«9 luglio 2015: incendio all’impianto Cosmari di Macerata, che si trova nel territorio di Tolentino, con rogo di materie plastiche e allarme diossine per il micidiale fungo nero che si è sprigionato nel cuore della notte senza che la popolazione maceratese venisse minimamente avvertita in una nottata di afa in cui si dormiva a finestre aperte. E’ stata aperta una indagine per incendio doloso e disastro ambientale che viene condotta dal sostituto procuratore Luigi Ortenzi.  A metà luglio in provincia di Milano si sono registrati altri due roghi: a Novate all’impianto Rieco che si occupa di riciclo di rifiuti industriali, in primo luogo carta da macero. Pochi giorni prima a Robechetto era stato distrutto da un incendio l’impianto della DPC che si occupa di produzione e stoccaggio di prodotti chimici per l’industria cosmetica. 29 giugno 2015: a Chieti rogo alla discarica teatina. Insieme ai rifiuti sono andati in fumo anche i documenti utili a inchieste sulla ‘Terra dei Fuochi’ campani e l’inceneritore di Acerra in quanto questa discarica era collegata alla gestione dei rifiuti della Campania; documenti ora andati in fumo e pare che non fossero stati sottoposti a sequestro. 8 giugno 2015: incendio al deposito di rifiuti urbani Iren al Cornocchio alle porte di Parma.  5 Giugno 2015: ad Este (Padova) incendio nell’impianto di compostaggio Sesa uno dei più grandi d’Italia. 2 giugno 2015: a Perugia va a fuoco l’area adibita allo stoccaggio e riciclo del legno dell’impianto della Genesu, attiva nel trattamento e smaltimento dei rifiuti e controllata dal gruppo di Manlio Cerroni, detto “Il Supremo”, storico monopolista dei rifiuti a Roma da circa 50 anni; è proprietario della famosissima discarica di Malagrotta, arrestato il 9 gennaio 2014 dal reparto ecologico dei Carabinieri del Noe, comandati da Sergio De Caprio, noto come “Capitano Ultimo” deferito dal suo incarico ad inizio agosto. La settimana scorsa Cerroni ha sostenuto di avere in mano la soluzione per l’immondizia (ha inviato una lettera ad hoc al Sindaco di Roma Ignazio Marino). 2 giugno 2015 a Roma sulla Salaria va in fiamme l’impianto di Tmb trattamento meccanico biologico di Ama S.p.A.: provocati danni pesanti ad una struttura decisiva per la raccolta differenziata della Capitale. 24 aprile 2015: incendio alla ex Publirec (ora Amiat) di Collegno (TO). 12 aprile 2015: incendio doloso alla Farid Industrie spa di Vinovo (TO). 18 marzo 2015: incendio alla ditta Transistor srl di Torino, della galassia di Libera, che si occupa di smaltimento di rifiuti elettronici. In Campania a Giugliano negli ultimi mesi sono andate a fuoco 4 discariche su 5 gestite dal Commissario. Esiste il forte sospetto che dietro questi roghi ci sia la mano dei clan. In ballo ci sono le bonifiche di questi terreni inquinati della ‘Terra dei Fuochi’. Il 28 luglio 2014 ad Albairate (Monza) sono stati colpiti in un incendio gli impianti di compostaggio della ditta che aveva vinto la gestione dell’appalto gestione rifiuti per Expo».

foto incendio cosmari andrea coletta 3

La nube nera che si è levata dal rogo del Cosmari

Alla lunga serie di eventi dolosi i 5 Stelle fanno seguire una serie di considerazioni sull’accentramento di poteri in materia di rifiuti da parte del Governo. «Gli inceneritori in Italia ci sono già e funzionano ben al di sotto delle proprie capacità di smaltimento – continua la nota dei pentastellati – Il trucco consiste nella definizione di “strategiche” attribuita alle infrastrutture. Se il Governo vuole, può sbloccare i Governatori recalcitranti, praticamente tutti, in maggior numero quelli espressi proprio dal Pd (17 regioni su 20, ndr) perché la riforma va verso la riattribuzione allo Stato centrale delle competenze sullo smaltimento dei rifiuti prima disciplinate dalle Regioni. In particolare, agli impianti di recupero energetico e di smaltimento dei rifiuti viene attribuito lo status di “infrastrutture e insediamenti strategici di preminente interesse nazionale” bypassando così il potere del legislatore regionale».

La prima volta dei grillini in Consiglio comunale. Da sinistra, Carla Messi e Roberto Cherubini e Marco Alfei

La prima volta dei grillini in Consiglio comunale. Da sinistra, Carla Messi e Roberto Cherubini e Marco Alfei

«Quanti nuovi tumori dovranno patire i cittadini – domandano i pentastellati – che si troveranno nelle aree di Toscana, Sicilia, (dove sono previsti due inceneritori a testa), Piemonte, Veneto, Liguria, Umbria, Marche, Abruzzo, Campania e Puglia, dove verranno edificati i nuovi dodici mostri capaci di bypassare ogni autorizzazione locale, per le facilitazioni introdotte dal Governo Renzi? È impensabile che i territori vengano esclusi da ogni processo decisionale: si recide ogni dialogo, ogni meccanismo di condivisione e di partecipazione in materia ambientale. Renzi toglie soldi alle rinnovabili per incentivare chi brucia immondizia, alla faccia dei costi, dei rischi ambientali e delle chiare indicazioni europee. In pratica, la spazzatura bruciata aumenterà del 37% rispetto ad oggi. Ciò per il Governo in carica conta poco o nulla, bisogna andare svelti perché lo esige “Pié Veloce Renzi”, perché “il Signor Ministro mi prega di rappresentare la necessità che su tale documento la Conferenza esprima il proprio parere nella prima seduta utile”, come ha scritto il capo di Gabinetto Guido Carpani nello schema di decreto inviato ai Governatori. È convocata per il 9 settembre a Roma la riunione a livello tecnico per l’esame dello schema di decreto, in vista del parere che sarà chiamata ad esprimere la conferenza Stato-Regioni. Auguri di cuore, Italia: ne hai davvero bisogno».

 



© RIPRODUZIONE RISERVATA

Torna alla home page
Podcast
Vedi tutti gli eventi


Quotidiano Online Cronache Maceratesi - P.I. 01760000438 - Registrazione al Tribunale di Macerata n. 575
Direttore Responsabile: Matteo Zallocco Responsabilità dei contenuti - Tutto il materiale è coperto da Licenza Creative Commons

Cambia impostazioni privacy

X