Su 180 km di costa,
98 sono cementificati

Legambiente Marche: "Urgente introdurre il vincolo di inedificabilità"

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Panoramica di Ancona con traghetto in uscita dallo scalo dorico

Panoramica di Ancona con traghetto in uscita dallo scalo dorico

Il 55% delle coste marchigiane è “consumato” dal cemento. Lo sostiene Legambiente. Dei suoi 180 km di lunghezza di costa adriatica, le Marche ne contano 98 trasformati a usi urbani e infrastrutturali (il 54,4%).
Risultano liberi dall’urbanizzazione i 26 km di costa ricadenti nelle due grandi aree protette, formate dal Parco Regionale del Monte Conero e dal Parco Regionale del Monte San Bartolo.
Secondo Legambiente Marche, i “28 chilometri di aree agricole e i 14 di aree ancora naturali rischiano di essere cancellati dalla continua saldatura tra i centri urbani”. La tutela delle coste è tornata di attualità in queste settimane per via della modifica alle procedure di autorizzazione per gli interventi in aree costiere avvenuta con la legge “Madia”. Il Codice dei beni culturali e del paesaggio prevede che per costruire nelle aree sottoposte a vincolo paesaggistico, come quelle costiere, oltre all’autorizzazione edilizia è necessario anche un parere paesaggistico autonomo espresso da un Soprintendente. Con il testo di riforma della Pubblica Amministrazione, approvato dal Parlamento il 4 agosto, in caso di ritardo di oltre 90 giorni da parte della Soprintendenza i termini e le condizioni per l’acquisizione del parere decadranno e si determinerà un “silenzio assenso”.

“E’ necessario ed urgente riavviare il percorso legislativo per governare e tutelare il territorio e fermare il consumo di suolo, con particolare attenzione alla costa, inserendo un vincolo di inedificabilità assoluta per una distanza di almeno 1 chilometro dal mare – commenta Francesca Pulcini, presidente di Legambiente Marche -, ancor di più dopo quanto è stato approvato nei giorni scorsi al Governo con la legge “Madia”. Se nonostante il quadro normativo che prevede piani regionali e vincoli di inedificabilità, come quelli introdotti dalla legge Galasso, nelle Marche sono stati cementificati 7 km di costa, è facile immaginare cosa potrà succedere in assenza di una riorganizzazione e di un rafforzamento degli uffici preposti alla gestione dei vincoli”.



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