“Bentornato campione del mondo”
Il selfie di Simone Ruffini
con mamma e papà

L'INTERVISTA - Il 26enne nuotatore cresciuto a Serrapetrona è arrivato questa sera a Tolentino dove vive la sua famiglia. Da piccolo aveva paura dell'acqua ed è stato babbo Ermanno a convincerlo. La madre Maria Grazia lo ha accolto con toni trionfanti. Sulla sua Aurora: "Gli amici ora mi insultano perché le loro ragazze vorrebbero la stessa proposta di matrimonio"

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selfie simone ruffini con la famiglia e medaglia nuoto campione del mondo

Il selfie a casa Ruffini: Simone, la sua medaglia d’oro, la mamma Maria Grazia e il babbo Ermanno

 

di Marco Cencioni

E’ tornato a casa Simone Ruffini, il nuotatore tolentinate che ieri in Russia, a Kazan, si è laureato campione del mondo della 25 chilometri in acque libere (leggi l’articolo). E’ atterrato a Roma nel pomeriggio ed è subito corso dal padre Ermanno, custode della ditta Malagrida ed ex triatleta, dalla madre Maria Grazia, tecnica di laboratorio, e dalla sorella Chiara, allenatrice di una squadra di nuoto a San Severino e mamma della piccola Gaia, per trascorrere con loro qualche giorno di riposo. Già mercoledì mattina ripartirà per la capitale, dove si allena. Ma ora non è tempo di pensare al futuro. Simone, 26 anni a dicembre, lo ha già fatto quando ha mostrato sul podio il cartello con su scritta la proposta di matrimonio per la sua Aurora, compagna conosciuta in quella città, Pesaro, dove è cresciuto agonisticamente.

Ruffini_3E’, invece, l’ora di godersi il presente. L’affetto della famiglia e quello dei pochi, ma buoni, amici che non gli fanno mai mancare il loro sostegno. «Mamma mi ha abbracciato e mi ha detto “bentornato campione del mondo”: sentirselo dire fa un enorme piacere, anche se devo ammettere che ancora non sono riuscito a realizzare ciò che ho fatto». Un’impresa. Ecco ciò che ha compiuto, dopo quasi cinque ore di bracciate nelle acque scure del fiume Kazanka, il ragazzo cresciuto in via Serrone a Serrapetrona. Che ha fatto il liceo scientifico a Tolentino, città in cui è nato e in cui ha vissuto per alcuni anni prima di spostarsi in quella Pesaro che lo ha “adottato” sportivamente. Da piccolo aveva paura dell’acqua e se non fosse stato per lo spirito sportivo di babbo Ermanno, non avrebbe continuato. «E’ Il coronamento di una stagione magnifica in cui ha lavorato tanto – afferma commosso – Simone ha condotto una gara perfetta, con grande personalità e tranquillità, in quella che è la sua specialità, da fondista. E’ veramente stato perfetto e la medaglia d’oro è davvero il giusto premio per tutto il lavoro che con passione e dedizione ha portato avanti».

Una medaglia che nel “selfie” che Simone ci ha regalato brilla lucente: mostra lo splendore di una famiglia che, grazie all’umiltà, all’unione e allo spirito di sacrificio è diventata campione del mondo.

Simone bacia la sua Aurora dopo essersi laureato campione del mondo

Simone bacia la sua Aurora dopo essersi laureato campione del mondo

Simone Ruffini torna a casa. Quali sono le sue emozioni?
«Sinceramente ancora non mi rendo conto di quanto è accaduto. Questi giorni che passerò in tranquillità, forse, mi aiuteranno a capire il risultato che ho ottenuto».

Era parecchio che mancava da Tolentino?
«E’ molto difficile essere presente, ma come posso cerco di tornare per stare con i miei genitori. Mi piace cambiare aria, interrompere la routine degli allenamenti e passare momenti con le persone a cui voglio bene, quelle che mi sono più care. Tra l’altro devo ancora incontrare mia sorella e mia nipote: non vedo l’ora di vederle».

Si allena a Roma, per anni ha vissuto a Pesaro, ma qui ha le sue origini. Com’è il suo rapporto con i luoghi in cui è cresciuto?
«E’ ottimo e non potrebbe essere diversamente. Sono cresciuto a Serrapetrona, dove attualmente vive mia nonna. Un’infanzia felice in un posto tranquillo. Prima in bicicletta, poi in motorino, come tutti i ragazzi. A Tolentino ho fatto il liceo e in città vivono due amici, Federico Pennesi e Giorgio Spadoni, a cui sono molto legato e con i quali, sicuramente, mi incontrerò nei prossimi giorni. E’nelle realtà piccole che si creano le grandi amicizie».

Oltre alla medaglia d’oro ha ottenuto anche il pass per i giochi di Rio. Ci racconti cosa prova in questo momento.
«Devo essere sincero, sono entusiasta al solo pensiero di andare alle Olimpiadi. Ovvio, essere campione del mondo è di per se una gioia fuori dal comune, ma il settimo posto nella dieci chilometri, anche senza medaglia, vale come una vittoria. Mi ha permesso di staccare il pass per i giochi olimpici: per un atleta questa è la soddisfazione più grande».

Questo successo è arrivato in un momento particolare della sua carriera.
«Sì è vero. Dopo gli ottimi risultati agli Europei del 2010 ho continuato ad allenarmi con passione e abnegazione. In questo sport l’esperienza è fondamentale, sei in mare e devi nuotare. Occorre farsi le ossa, crescere di giorno in giorno e credo che ora la mia carriera si sia rilanciata anche se, in realtà, non è mai stata ferma. Spero che questo oro sia un altro punto di partenza».

Oltre alla gioia per la vittoria, quella per il sì della sua fidanzata alla proposta di matrimonio. Sa che con questo gesto romantico sei diventato l’idolo di tantissime ragazze?
«E’ vero, ora Aurora deve stare attenta (dice ridendo, ndr). In realtà mi preoccupa di più la reazione degli uomini, soprattutto i miei amici che ora mi “insultano” perché le loro ragazze vorrebbero la stessa proposta. Scherzi a parte, devo dire che è stato un gesto spontaneo e che sono davvero troppo felice che abbia accettato».

 



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