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(In alto lo slideshow, foto di Lucrezia Benfatto, foto del dopofestival di Andrea Petinari)
di Marco Ribechi
Sono i Turkish Cafè e Davide di Rosolini a guadagnare l’accesso alla finalissima di Musicultura in programma per domenica. La giuria popolare delle grandi occasioni, in uno Sferisterio già tutto esaurito da vari giorni, ha decretato il suo giudizio regalando il sogno alla band formata da studenti dell’università di Macerata, con la canzone “L’amore cade addosso” e allo scanzonato cantAttore, così ama definirsi, proveniente dalla città del cioccolato, Modica, di cui richiama la dolcezza nel testo de “Che fine ha fatto la poesia?”. Pagano invece lo scotto dell’esordio all’arena Artù, che forse non è riuscito a creare un legame emotivo con gli spettatori, e Chiara dello Iacovo, giovanissima promessa di soli 19 anni (vincitrice del premio come migliore interpretazione) che invece non è stata capace di mostrare tutto il suo talento offrendo una performance di livello inferiore a quelle già presentate alle audizioni e al concerto dei vincitori.
Con “Soldatini” ha comunque regalato un brano emozionante supportato da un testo profondo che descrive in maniera non banale le difficoltà di chi non è più adolescente ma allo stesso tempo si rifiuta di entrare in un mondo predatorio e spersonalizzante.
Nella 26° edizione del festival canoro ad intervenire è addirittura Lady Musicultura che nelle fasi iniziali della serata intrattiene un vanitoso siparietto con Fabrizio Frizzi, storico mattatore delle finali che come al solito non perde un colpo. «A 26 anni sono ancora bella e giovane, sono eterea ma concreta allo stesso tempo, sono Musa Cultura» spiega una seducente voce fuori campo come a voler ribadire che la manifestazione punta a diventare una vera e propria fonte di ispirazione per tutti gli artisiti “sperduti” nel complesso mondo discografico italiano. Lo dicono anche i 1268 artisti iscritti e i 25 mila voti conquistati su Facebook. Soddisfatte le aspettative del pubblico dagli artisti in gara che hanno saputo onorare l’occasione vincendo anche la grande difficoltà di essere intervistati di fronte a 3mila persone, un’emozione da togliere la voce.
Meno bene invece gli ospiti che hanno occupato la seconda parte della serata. Fabi, nel mezzo di una preoccupante pioggerellina, ha presentato un sound particolare e insolito grazie all’accompagnamento dello GnuQuartet catturando soprattutto col primo brano “Oriente” e con l’ultimo “Una buona idea”, senza però riuscire a mantenere alto il pathos nella parte centrale dell’esibizione. Lascia insoddisfatti i propri appassionati Vinicio Capossela che solo la sera prima era stato acclamato in un tripudio al Teatro Lauro Rossi (leggi l’articolo).
L’artista irpino, dopo essere stato premiato dai due rettori degli atenei maceratesi per “Averci accompagnato in viaggi che senza di lui non avremmo mai immaginato”, non soddisfa le aspettative dei suoi fan: quelli presenti allo Sferisterio con un’esibizione che più che emozionare annoia (molte le facce dormienti degli spettatori in arena), quelli che invece desideravano seguirlo da casa con la sorpresa della sospensione delle trasmissioni in diretta perché l’artista non ha rilasciato i diritti. Poco male, verrebbe da dire a chi ha assistito ai 28 minuti di esibizione live animati solo dall’affermazione «Non merito tutto quello che questa città mi sta dando, se fossi venuto prima invece che il paese dei coppoloni avrei scritto il paese dei pistacoppi». Conclude la serata Chiara che invece magicamente riesce a suonare la sveglia agli spettatori con l’esecuzione, con tanto di okulele, della cover di “Over the Rainbow” strappando un battito di mani di accompagnamento ad un pubblico quasi assopito. Serata conclusa la carovana si è spostata all’asilo Ricci per la consueta cena a porte chiuse per musicisti, staff e giornalisti.
E’ in questo contesto che gli artisti hanno forse offerto il loro meglio annullando le distanze con i fan, conversando e regalando foto e autografi ai fortunati presenti nel salone. Vinicio Capossela ha rivestito i suoi soliti panni aggirandosi con una bottiglia personale di vino (forse non ha gradito quello del pasto?) e conversando amabilmente con il suo pubblico. Fabi con tanto cappellino ha regalato foto alle fans, prima di partire per la Puglia dove giocherà la partita del cuore, di cui è da sempre un grande sostenitore. Anche Frizzi, visibilmente provato, si è intrattenuto con i tanti curiosi, felici di poter stare, almeno per un giorno, fianco a fianco con personaggi che a Macerata si vedono solo in tv o in rare occasioni come La Controra e le serate finali.
Anche gli artisti in gara, compresi quelli che dovranno esibirsi stasera, hanno rotto gli indugi lasciandosi finalmente conoscere dai maceratesi, cosa che a causa dell’emozione non era accaduta nel “salotto di decompressione” di Joe Vignola, il presentatore di Rai Radio 1 incaricato di coprire i cambi di palco intervistando le giovani promesse. Ad interrompere la festa, come nella più classica tradizione leopardiana, è stata la natura che con un violento acquazzone ha messo la parola fine ad una serata piacevole ma che certo non ha saputo regalare emozioni forti. Questa sera arriva il Banco del Mutuo Soccorso che senza alcun dubbio si impossesserà di una batteria praticamente immacolata (quasi tutte le canzoni della serata di ieri sono state realizzate senza percussioni e senza strumenti elettrificati) per portare un pò di vecchio sound progressive dritto ai cuori maceratesi. I massimi esponenti del rock targato Italia sono pronti a colpire, i fan scalpitano dal desiderio di ricordare Francesco di Giacomo scomparso tragicamente poco più di un anno fa. L’appuntamento stanotte è con la seconda serata quando conosceremo gli ultimi due finalisti.
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L’artista nella foto che premia Chiara Dello Iacovo sembra più Massimo Di Cataldo che Michele Zarrillo.