Giorni di trasformazione per l’Autopalazzo di Macerata dove da oggi sono operativi gli uffici della nuova Confcommercio di Macerata. Il trasferimento era stato annunciato lo scorso novembre (leggi l’articolo). Lo storico locale era anni fa occupato da una discoteca, in seguito per pochissimo tempo da un negozio di stock e fallimenti poi è rimasto chiuso per circa 5 anni. Ora, dopo mesi di lavoro per la ristrutturazione del piano terra, la Confcommercio ha caratterizzato lo spazio con una inedita divisione. Sono al loro posto uffici, scrivanie e armadietti. Naturalmente sono già in postazione anche gli impiegati.
«Ci siamo trasferiti – spiega Elisa Bolognesi, attuale presidente – ma abbiamo ancora diverse cose da ultimare per cui non prevediamo di inaugurare il locale prima della metà di giugno. Intanto lavoriamo nei nuovi spazi».
Tutti gli interventi sono stati approvati dalla Sovrintendenza visto il valore storico e artistico dell’Autopalazzo, di viale Puccinotti, nato come autorimessa e inaugurato nel 1911.
Oggi Massimiliano Polacco, direttore regionale della Confcommercio, è arrivato a Macerata per un sopralluogo nei locali che ha permesso anche di valutare i futuri impegni.
(a.p.)
COM’ERA – L’autopalazzo è rimasto chiuso per cinque anni dopo una breve parentesi di un negozio di fallimenti (nella foto)
Il direttore regionale Massimiliano Polacco durante il sopralluogo di questa mattina ha incontrato il candidato sindaco Romano Carancini
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Bene! Una struttura recuperata. Avanti con le altre…Una su tutte: ex Upim!
Ma bene di che, Florentino? Recuperato cosa? Come si può parlare di recupero di un palazzo Liberty che porta la firma di Ugo Cantalamessa , avendoci messo degli uffici in pianta stabile ? ( per non parlare degli arredi, da ufficio ).
l’Auto Palace di Macerata è una delle tre costruzioni presenti in provincia insieme a quella di Corridonia e Mogliano, nata come edificio per ospitare un’attività infrastrutturale quale all’epoca il trasporto extraurbano, con sopra una terrazza dove poter pattinare, e la sovrintendenza , approva. Approva tutto. Approva questo, approva il similmarmo dell’orologio, approva opere pubbliche dove andrebbero fatti scavi archeologici.
So che la proprietà dell’Autopalazzo è privata, ma l’amministrazione avrebbe dovuto interessarsi da tenerla per sé, perchè oltre al valore architettonico e storico della struttura , così a ridosso della cinta muraria è in un punto strategico per il centro storico. Non sto qui a dire perché. Quella sì, era la sede ideale ” naturale” per qualsiasi esposizione .
Cinque anni fa ne commentavamo , sempre in periodo elettorale ,con il compianto ex sindaco Maulo a cui ricordo feci alcune proposte , fra cui come sede di una scuola su scala provinciale per arti e (antichi )mestieri con laboratori e officine al piano inferiore ( come originariamente ospitava un’officina meccanica) e vetrina espositiva a piano strada dei prodotti di artigianato artistico, antiquariato, etc. – ma lui mi rispose che ci sarebbe stato il problema del parcheggio di servizio. Si vede che ora per gli uffici avranno risolto avvalendosi di quello sottostante ai Giardini, ma allora, non doveva essere un problema nemmeno utilizzarla come altra sede. Per quanto mi riguarda quindi, bene niente! anzi, male tanto, con oltre 600 metri quadri di spazio che poteva essere meglio fruito dalla collettività.
Si parla sempre di ” bene comune”, ma al dunque quando lo si ha per le mani non si sa riconoscerlo e valorizzarlo perché resti ” comune”.
Complimenti Tamara, come sempre hai sezionato criticamente il cuore della questione.
Anche io, a suo tempo, immaginai una destinazione espositiva o qualcosa del genere. Destinazioni d’uso suggerite sia dalla qualità storica del sito (l’ampia ansa semicircolare delle mura sud a ridosso dell’antica “Porta di S. Domenico” ora del Convitto), sia dalla qualità architettonica espressa dal progettista marchigiano Ugo Cantalamessa nel 1911. Egli, infatti, interpretò magistralmente la “contemporaneità” del linguaggio stilistico della “secessione viennese”, coniugandolo con la domanda di modernità delle funzioni (industriale, commerciale ecc. connesse alla nascente rete dei trasporti pubblici su gomma), posta chiaramente dal committente Cav. Vincenzo Perogio . Allo stesso tempo, però, l’opera del Cantalamessa aprì la strada (non facile nella conservatrice Macerata) alla modernizzazione dell’architettura residenziale di inizio secolo nelle nuove zone di espansione (il liberty maceratese).
Ora, questa straordinaria struttura a pianta poligonale, nata per essere si polifunzionale ma anche sufficientemente rigida e selettiva, avrebbe meritato una maggiore attenzione da parte dell’Amministrazione Comunale (che in origine era proprietaria dell’area), affinché avesse una destinazione meno generalista e più appropriata rispetto alla sua attrattività storico-culturale.
Grazie a te Silvano, al tuo sempre prezioso contributo alla discussione.
@Moroni e Iommi
Noi plebei ci accontentiamo di poco….