di Maurizio Verdenelli
Tra Oscar Pettinari (nome maceratesissimo) e la provincia ‘al plurale’ per definizione (di Guido Piovene) è scoccato l’amore. Di sicuro, il prossimo anno, nascerà un ‘figlio’. Naturalmente, cinematografico. Visto che sono la stessa ‘cosa’ il sopracitato Pettinari, centauro protagonista di ‘Troppo forte’ e Carlo Verdone. Che venerdì scorso nella sala a lui dedicata nel ‘Museo Cinema a pennello’ di Montecosaro ha rivisto dopo tanti anni la ‘Yamaha’ del film che lo consacrò definitivamente. Così come accadde, ancora a Montecosaro, una decina d’anni fa a Catherine Spaak con la Lancia Aurelia del ‘Sorpasso’, film-mito di Dino Risi sull’Italia del boom. Tutti ospiti, naturalmente, di Paolo Marinozzi che dopo ‘Il Grande Fausto’, dedicato al Campionissimo, film di Alberto Sironi, prodotto da Manolo Bolognini, sta mettendo a segno un altro grande colpo.
«Tutto è nato proprio dal ‘Grande Fausto’ e dall’abito di scena che Ornella Muti mi ha regalato, e che è presente (ci mancherebbe!) nel museo. Verdone mi ha fatto un sacco di domande in proposito. Ed io gli ho detto che avevamo tutti in pratica sponsorizzato la produzione di quella fiction di grande successo. Tra Montecosaro e alla Pescheria di Civitanova sono state girate scene bellissime, con comparse che hanno partecipato gratis. Il Comune ed io, parimenti, ci mettemmo a disposizione in modo totale: le location nelle sale storiche della residenza municipale e il mio palazzo aperti alla troupe. E’ stata una grande esperienza, nel 1994..»
E Verdone?
«Si è illuminato a quel racconto dettagliato che aveva visto un concorso tanto generoso di sponsor ed un ambiente così suggestivo. Adesso sta lavorando con gli sceneggiatori per il nuovo film. Incentrato sulle problematiche metropolitane: Milano e Roma, la qualità della vita, dell’ambiente in primo piano. Tuttavia ha già detto che programmerà per il 2016 una storia ambientata nella sana provincia italiana. Non hanno forse le Marche i primati italiani del ‘buon vivere’ e della longevità (400 i centenari) come sarà testimoniato dall’Expo? E Verdone ha scelto già: da Sarnano, cittadina d’origine del suo grande amico Fabrizio Crucianelli, a Montecosaro che l’ha accompagnato nel suo viaggio nelle Marche. Non casualmente Carlo ha già avuto modo di elogiare pubblicamente Montecosaro per il welfare, l’ornamento pubblico, il decoro architettonico, il rispetto, la tranquillità. Di contro criticando Roma, la capitale ‘scarabocchiata’ dove anche i contorni urbanistici non sono quasi più visibili (leggi articolo)».
Allora, si fa questo film?
«Penso proprio di sì, la cornice paesana marchigiana l’ha stimolato grandemente. L’amicizia consolidata con il ‘sarnanese’ di Roma, Crucianelli, 50 anni, già dipendente Agis e quella nascente con me stanno facendo il resto. A gennaio avevo avuto la visita da parte del nipote di Marcello Mastroianni, Gianni Renzetti con la moglie. Che, entusiasti, si erano fatti carico di ‘convincere’ Verdone a fare un giro anche lui a Montecosaro ‘dove c’era un museo unico al mondo’. Lui mi ha invitato prima a Roma ed ho scoperto che, come me, è un appassionato collezionista di ‘cose del cinema’. A casa sua mi ha mostrato come ‘reliquie’, locandine dei suoi film. Pensava di stupirmi, ma …’Di queste ho i bozzetti originali’ gli ho detto. A cominciare da ‘Borotalco’, con Eleonora Giorgi, uno dei suoi film più amati con l’attrice tra le preferite…»
Che è diventata un po’ marchigiana da quando quest’estate è diventata la suocera della jesina Alice Bellagamba, andata sposa a suo figlio Andrea Rizzoli (leggi l’articolo)…
«Vero. Inviteremo la prossima volta anche lei, allora, insieme con Carlo. Con il quale è nato un fil rouge fatto ora di scambi di foto, mail ed informazioni tipiche da collezionisti…»
Cioè?
«Al centro della ‘passione’ ogni sorta di oggetti cult. Ad esempio ho avuto modo di regalargli dischi a 45 giri e originali di colonne sonore di film famosi, musicassette perché non mai dimenticato che l’adorata madre lo voleva musicista. Si è commosso poi alla lettera originale di suo padre, il celebre prof. Mario, docente universitario, critico cinematografico, inviato alla propria Casa editrice nella quale si illustrava il progetto di un suo nuovo libro. Nel quale c’era un posto, guarda caso, tutto particolare per i grandi disegnatori dei bozzetti a cominciare da quello che lui considerava il ‘principe’ di tutti: Anselmo Ballester al cui nome ho dedicato la sala principale del museo. Dove Carlo ha sostato per firmare autografi. A Verdone ho regalato riproduzioni di bozzetti originali di un altro grande artista: Enzo Sciotti».
Poi..
«Tanto entusiasmo, si può dire che sia venuto a Montecosaro per il bozzetto ‘ di Un sacco bello’. Tuttavia non credeva ai suoi occhi nel ‘ritrovare’ non solo la moto ma pure il flipper di ‘Troppo forte’, originale che io ho acquistato un mese fa da un collezionista di Avellino. Esposto insieme con il juke box dei ‘Compagni di scuola’…»
Solo di cinema…
«Macché, Verdone è un tifoso romanista da infarto. Gli ricorda il padre, la domenica allo stadio con lui. A cena, venerdì sera, ho chiesto che fosse con noi, a ‘La Luma’ il portiere di quegli anni, Luciano Panetti da Porto Recanati. Che ho avuto ospite insieme con Ricky Albertosi al penultimo evento qui al centro del Collezionismo (leggi l’articolo). Luciano ha tuttavia 90 anni e così è rimasto solo nei nostri discorsi e nel ricordo di Carlo ragazzo: ‘Panetti mi emozionava con le sue parate da giaguaro, ‘arpionato’ al pallone, rotolandosi tra le gambe degli avversari’. Un protagonista con un posto particolare nelle figurine, cartonate, che la Sidam di Torino produsse nel 1959 ancor prima di ‘Panini’. Naturalmente un quadro con la figurina di Luciano Panetti e degli altri campioni di allora è adesso a casa Verdone, a Roma…».
Pensiero (stupendo) finale?
«In futuro una visita a Palazzo Leopardi. Per dire a Recanati e alla famiglia di Giacomo che ‘Il perbenista’ di trent’anni fa in Tv, da lui impersonato, intendeva soltanto dare un’immagine ‘affettuosa’ del Giovane Favoloso ospite di Antonio Ranieri a Napoli (leggi l’articolo). Parola di Verdone»
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