Da sinistra il capitano Enzo Marinelli della Compagnia dei carabinieri di Civitanova e il maresciallo Giuseppino Carbonari della stazione dei carabinieri di Porto Recanati
di Laura Boccanera
Un residence utilizzato come deposito di armi. E’ il risvolto delle indagini dei carabinieri della Compagnia di Civitanova dopo l’arresto per droga di Davide Storlazzi, 27 anni, di Porto Recanati finito in manette sabato ad Ancona(leggi l’articolo). Oltre allo stupefacente rinvenuto nella sua auto, erano spuntate le armi dopo una perquisizione in casa del giovane che abita a Porto Recanati. Nello specifico una seconda casa utilizzata dal 27enne, figlio di Victoria Leiva, la prostituta di origine argentina uccisa nel novembre del 2005 da un cliente ad Ancona. Il 27enne aveva qualche precedente come tifoso dell’Ancona. Nessuno poteva sospettare che in un residence avesse un arsenale di 5 pistole, di cui due riproduzioni a cui era stato tolto il tappo rosso e praticamente identiche al vero, 12 chili di hashish e due carte d’identità contraffatte. Tra gli scaffali della libreria anche una serie di letture come “Gomorra” e “Io e il boss”. Una doppia vita la sua ancora tutta da ricostruire. Titolare di una concessionaria di auto, apparentemente un tipo a posto, poi la droga, le armi e una montagna di soldi nascosti in 3 valige. L’identificazione ha preso avvio quasi per caso, dal momento che l’uomo viaggiava a bordo della sua Chrysler Voyager con una targa di prova. I militari insospettiti l’hanno fermato e il 27enne ha iniziato a mostrare segnali di nervosismo. I carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile di Ancona hanno perquisito l’auto e da lì sono spuntati fuori 5 kg di hashish, 20 grammi di cocaina e un grammo di marijuana. A quel punto i carabinieri di Porto Recanati guidati dal Capitano Enzo Marinelli della Compagnia di Civitanova hanno effettuato una perquisizione a casa: non nell’abitazione che il giovane divide con la zia dopo la morte violenta della madre, ma in un residence, anche questo scovato per caso.
E’ stata infatti la scaltrezza di un militare della stazione di Porto Recanati a permettere di risalire a quell’appartamento. Il carabinieri qualche giorno prima, libero dal servizio, aveva notato Davide Storlazzi davanti ad un residence di Porto Recanati e al momento degli approfondimenti si è pensato che una delle chiavi sequestrate potesse aprire una di quelle porte della struttura abitativa. Così è stato e una volta dentro dalle valige sono spuntati 12 chili e 400 grammi di hashish divisi in 12 panetti e mezzo, 80 grammi di cocaina, una pistola Colt Phyton 357 magnum rubata a Monte Giberto nel 2012, una Beretta calibro 7,65 con caricatore bifilare e 15 colpi rubata a Milano nel 2004 ad un 72enne, Antonio Moroni.
Un’altra pistola, autentica, era la semiautomatica Tanfoglio modello Force 99 calibro 9×21 con matricola abrasa e un contenitore con 6 cartucce, 60 cartucce calibro 9 tipo Browning 380, altre due riproduzioni di pistole, del tutto simili al vero, 7200 euro in contanti in banconote con tagli da 5, 10, 20, 50 euro e una da 100. Tra gli oggetti ritrovati nel residence ci sono anche due carte d’identità false intestate a due persone residenti a Teramo, Carlo Cordara e Carlo Stucchi la cui identità è al momento oggetto di indagine, ma anche telefoni cellulari di sospetta provenienza e 3 bombe carta chiamate “colpo sicuro” calibro d49/mm capaci di far saltare in aria una vettura o un locale.
Tutto questo materiale sarà ora oggetto di accurate indagini per capire contatti, spostamenti e la rete di Davide Storlazzi. In particolare le armi saranno inviate ai Ris di Roma per capire attraverso accertamenti balistici se utilizzate in occasione di alcuni crimini. Altri accertamenti saranno invece compiuti sui documenti falsi e sulle carte sim dei telefoni, agenda e traffico telefonico. La convalida dell’arresto è stata fissata per mercoledì nel carcere di Montacuto, alla presenza dell’avvocato Anna Indiveri del foro di Fermo, dove il 27 si trova rinchiuso.
(Servizio aggiornato alle 18)
Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati
Resta arestato (scusate il gioco di parole) oppure va ai domiciliari anche lui in attesa del pocesso?
Il capitano Marinelli infonde serenità e sicurezza su tutto il territorio. Tutti come lui dovrebbero essere gli ufficiali comandanti!
Si tratta evidentemente di un arresto molto importante, utile a far comprendere i collegamenti, le teste di ponte, i settori di attività di qualche clan della criminalità organizzata operante nelle Marche.