Si riuscirà per il 1 settembre 2015 ad avere tutti i docenti in cattedra? Se sì, con quali novità per insegnanti di ruolo e precari? Non sono pochi i dubbi intorno al disegno di legge sulla scuola approvato dal consiglio dei ministri che prevede la figura del preside manager che sceglie i docenti. Diversi insegnanti della provincia fanno sentire la loro voce in merito alle iniquità che il piano proposto dal governo prevede per le assunzioni dei docenti della primaria e secondaria di primo e secondo livello, per il prossimo triennio. Paola Calafati Claudi e Paola Ciocci entrambe docenti di ruolo della scuola primaria e appartenenti al “Gruppo Docenti Consapevoli”, che solo a Civitanova conta una trentina si iscritti, protestano: “No alle liste di proscrizione nella scuola”.
Il pericolo prospettato nella segnalazione per i docenti di ruolo e precari sarebbe quello delle assunzioni affidate in esclusiva ai dirigenti scolastici che a quel punto potrebbero fare il bello e cattivo tempo anche per chi da anni è in graduatoria per essere assunto. «Un coordinamento – si legge in una nota – di oltre 33mila docenti di ruolo e precari si sta esprimendo (oltre ogni sigla sindacale e partitica) contro il testo del documento per la pericolosità dei meccanismi che si vorrebbero introdurre. In sintesi si vuole modificare la statuto giuridico dei docenti, precari e di ruolo, violando la Costituzione e azzerando i diritti acquisiti di tutti gli insegnanti. Si attivano meccanismi favorevoli alla delazione e alla corruzione, conferendo ai dirigenti scolastici il potere di scelta dei docenti. Introduce un albo regionale di docenti precari e di ruolo perdenti, con il chiaro significato di una lista di proscrizione, in quanto i dirigenti scolastici dovranno scegliere da questa lista la “loro” squadra. Il resto del documento è in ritardo sulla scuola reale. Iniqui i finanziamenti e male allocate le risorse. I docenti si sono espressi anche a favore di una diffida preventiva nei confronti del governo e nel questionario di Orizzonte Scuola hanno espresso un deciso “no” alla scelta dei docenti da parte dei presidi».
L’organico funzionale di ogni scuola dovrà essere determinato entro maggio 2015. Una prima attivazione, per la quale gli istituti dovranno presentare il piano dell’offerta formativa cui sarà legata la dotazione organica in tempi risicati. Una volta determinato l’organico, il ministero dovrà assegnare i docenti agli albi regionali in base alla graduatoria ad esaurimento e ai risultati regionali del concorso nazionale. Una volta assegnati agli albi dall’ufficio scolastico regionale di riferimento i docenti passeranno alla valutazione dei presidi che potranno scegliere liberamente i docenti in base al curriculum».
(Cla. Ri.)
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Rispetto il parere di questi docenti che ovviamente conoscono il mondo della scuola meglio di me ma personalmente sono favorevole ad introdurre nella scuola come un qualsiasi altra struttura pubblica meccanismi basati sulla responsabilità e sulla meritocrazia. Ogni singolo istituto dovrebbe essere incentivato a fare del proprio meglio in termini di offerta di formazione e se il preside viene responsabilizzato in questa direzione che cosa c’è di male nel fatto che possa operare per selezionare colori che a suo parere rispondono alle esigenze del suo istituto ? Finché non sarà in grado di operare in tal senso (non solo nella scelta del perdonale ma anche nella organizzazione delle risorse) nessuno potrà chiamarlo seriamente a rispondere dei risultati del suo istituto .
Va a ruota libera la politica di Renzi: organizzare lo Stato in modo da mettere persone “sue” nei posti di comando e di controllo.
La cosa piace? No, ma comunque vedremo che anche alle regionali sarà il primo.
La buona sQuola
LA RIFORMA RENZI IN 5 PUNTI, che lui si permette di chiamare “la buona” sQuola.
1. TITOLARITÀ TERRITORIALE. Quelle di quest’anno sono state le ultime domande di trasferimento libere. I NEO-ASSUNTI finiranno tutti in un ruolo regionale, all’interno del quale potranno scegliere solo un ambito territoriale, inseriti in un albo territoriale (come gli insegnanti di religione, che operano nei limiti di una diocesi). Dovranno quindi fare la questua dai dirigenti scolastici di quell’ambito per ottenere il posto in un istituto: quest’incarico avrà durata triennale che, se non riconfermato, obbligherà al ritorno nel limbo territoriale. Chi non verrà scelto rimarrà a disposizione nell’intero territorio a fare solo supplenze e sostituzioni. CHI È GIÀ DI RUOLO, pur conservando il posto attuale, verrà inserito comunque nell’albo territoriale, ma se dovrà chiedere trasferimento o risulterà perdente per il posto, sarà obbligato a fare la stessa trafila dei neo-assunti. Ogni dirigente avrà mano totalmente libera nello scegliere fra docenti ed ATA le persone di sua fiducia, premiandole o penalizzandole come meglio crede. Tutti i docenti, per trasferimento o perdita di posto, perderanno la titolarità sul proprio istituto: con l’organico funzionale ognuno diventerà titolare in una rete di scuole ed inserito in un albo, dal quale i dirigenti pescheranno il loro team. Se necessario, potranno venire obbligati a sostituire gli assenti anche in scuole diverse (La buona scuola, pp. 14 ss.). Il dirigente chiamerà nella propria scuola i docenti che vuole, scegliendoli dal Registro senza vincolo alcuno di graduatoria o di diritti acquisiti (CHIAMATA DIRETTA). I docenti diventeranno gli UNICI nel settore pubblico a non avere più diritto alla titolarità sul posto di lavoro, che invece gli ATA manterranno. Perciò la MOBILITÀ dei docenti verrà DECONTRATTUALIZZATA.
2. ELIMINAZIONE DELLE GARANZIE CONTRATTUALI. Più avanti, i giorni di chiusura delle scuole agli alunni e di sospensione didattica entreranno nelle banche ore: cioè ogni docente dovrà restituirli integralmente lavorando in più (prevalentemente supplenze gratuite) in periodi decisi dal Dirigente oppure, se serve, anche durante le vacanze natalizie, pasquali ed estive, con mansioni diverse da quelle didattiche (La buona scuola, pp. 51 ss.). Si potrà essere spostati su materie diverse (purché affini!) (La buona scuola, pp. 27 ss.). Un gruppo di esperti del Governo definirà (in tre mesi – sic!) le competenze dei docenti (La buona scuola, pp. 45 ss.), rivedendone completamente lo stato giuridico (trasformando la docenza da lavoro non subordinato a prestazione subordinata). ENTRO 6 MESI dall’entrata in vigore della legge il governo imporrà in sede negoziale (di fatto decontrattualizzandoli) il «riordino della disciplina della mobilità del personale DOCENTE secondo i vincoli dell’art. 8» (vedi TITOLARITÀ TERRITORIALE), nonché la «abrogazione esplicita di ogni disposizione contrattuale precedente» (art. 22, comma 2, punti b e d). TUTTO, dagli obblighi di servizio (che al momento esentano i docenti dalla presenza estiva se non per riunioni statuite dal Collegio Docenti), all’orario settimanale, alla durata delle ferie, al Testo Unico sullo stato giuridico e disciplinare, DOVRÀ imperativamente essere RADICALMENTE RIVISTO e riscritto.
3. VALUTAZIONE. Il dirigente avrà fidati esecutori e controllori, chiamati mentor (2 per scuola), scelti solo fra chi sarà risultato meritevole per 3 volte consecutive (ottenendo la elargizione del bonus per ben 9 anni). I mentor, in pista solo fra una decina d’anni (e solo per il tempo che resteranno tali), saranno al massimo il 10% della categoria, matureranno una indennità di posizione e saranno gli unici ad incrementare minimamente lo stipendio base (La buona scuola, pp. 57 ss.). Passeremo la vita a raccogliere crediti. Ci saranno CREDITI DIDATTICI, FORMATIVI E PROFESSIONALI, che confluiranno nel PORTFOLIO del docente, “vagliato” discrezionalmente dal Dirigente Scolastico, sentiti il Collegio Docenti ed il Consiglio di Istituto (componente dei genitori compresa), su «istruttoria del docente tutor». Il nucleo interno di ogni scuola potrà operare in modo diverso dai nuclei delle altre (La buona scuola, pp. 51 ss.). Ogni insegnante sarà schedato nel “Registro Nazionale dei docenti della scuola” (albo), con le informazioni del fascicolo personale accessibili a tutti, perché visibili on line. Il Dirigente potrà anche licenziare: “in caso di valutazione negativa, il Dirigente Scolastico provvede alla dispensa, senza obbligo di preavviso”. Per premiare i meritevoli, vengono stanziati 200 milioni: il primo scatto di merito si avrà solo nel 2018 (La buona scuola, pp. 55 ss.). Il budget di scuola (in media 25-30 mila euro) sarà gestito direttamente dal Dirigente («sentito il Consiglio di Istituto», dice il Disegno di Legge) e non sarà più materia di contrattazione con le Rappresentanze Sindacale Unitarie. Infine, il direttore dei servizi generali e amministrativi sarà, per docenti ed ATA, braccio esecutivo e sentinella del Dirigente (La buona scuola, p. 69).
4. SCATTI D’ANZIANITÀ. Restano, ma come? L’Unicobas lo sostiene da anni: se la scuola non esce dal Decreto Legislativo 29/1993, che vieta gli scatti, aumenti superiori all’inflazione programmata ed il ruolo per chi è nel pubblico impiego (ma non per docenti universitari, magistrati, esercito, etc.) anche la retribuzione d’anzianità non è che un infingimento. Senza un contratto fuori dal Pubblico Impiego (per docenti ed ATA), la conservazione degli automatismi d’anzianità è solo una vittoria di Pirro. Infatti, non potendosi per legge stanziare fondi per un capitolato vietato, i fondi vanno presi da quelli stanziati per i progetti e gli straordinari: ovvero dal fondo di Istituto, riducendo altre forme di retribuzione.
5. ASSUNZIONI. Renzi ha promesso 150.000 assunzioni solo perché obbligato dalla Corte di Giustizia Europea (pena far pagare all’Italia 4 miliardi di multa). Unici beneficiari dovevano essere i precari delle Graduatoria A Esaurimento – GAE (anche quelli che, fra loro, rifiutano incarichi da anni), ma non ne assumerà neppure la metà: escluse le insegnanti di scuola dell’Infanzia e cernita per gli altri a seconda delle classi di concorso. Per chi non è nelle GAE e neppure fra i vincitori dell’ultimo concorso (ma magari ha più anni di servizio), una sola ipotesi: vincere un concorso o cambiare lavoro a giugno 2018, perché si fa divieto di stipulare contratti per più di tre anni. Gli stanziamenti erano calcolati al lordo stato (come le inesatte tabelle stipendiali del testo de “La buona scuola”) e non bastavano: ora, la montagna partorirà il topolino di 40.000 ASSUNZIONI (fra ATA e docenti), ovvero poco più della copertura del turn-over (35.000 pensionandi), oltre le 8.000 cattedre di sostegno scoperte. Avrebbero dovuto disapplicare le norme sulla costituzione degli organici, ma per Settembre non erano (e non sono) in linea con i tempi di approvazione. Questo significa anche che NON CI SONO LE CONDIZIONI PER REALIZZARE L’ORGANICO FUNZIONALE né per ELIMINARE LA CLASSI-POLLAIO, cose che richiederebbero più assunzioni delle cattedre fisse da coprire e la revisione dei PARAMETRI PER LA FORMAZIONE DELLE CLASSI. La sentenza europea del 26.11.2014 chiarisce che Renzi s’era fatto uno sconto: infatti vanno assunti anche i precari ATA e tutti i docenti rientranti nella tipologia, anche se non sono nelle GAE. I 36 mesi incardinerebbero il diritto all’assunzione per 250.000 insegnanti (più 30.000 precari ATA, nonostante i 2.000 posti tagliati dalla legge di stabilità). Il resto dovrà aspettare l’approvazione del Disegno di Legge scuola, probabilmente fino alle elezioni politiche: Renzi spera che i posti promessi si trasformino in voti… Nel frattempo, il Governo farà sparire i posti vacanti (per regolarizzarsi con l’Unione Europea), obbligando i neo-assunti ad un orario maggiorato e flessibile nell’ambito di un Organico funzionale indegno di questo termine, obbligando il personale di ruolo a sostituire gli assenti a costo zero (sulle supplenze brevi, vedi legge di stabilità e vedi calcolo a debito dei giorni di chiusura delle scuole con la banca delle ore). L’organico funzionale non sarà aggiuntivo: perciò nessun arricchimento dell’offerta formativa.
@ Domenico, beato tu che ci hai capito qualcosa. Per me questa legge è ostrogoto. Una cosa però, salta all’occhio, ogni volta che un cr.., mi scuso per l’errore ortografico,volevo dire che ogni nuovo politico alla ribalta, mette mano sulla scuola sembra non faccia altro che peggiorare la situazione precedente, fomentando le proteste di professori e studenti, fregandosene altamente della bontà o meno della nuova legge, orgoglioso di aver finalmente legiferato tanto per dire ” Io c’ero “. Poi tutto si calma e si aspetta il prossimo genio. E intanto si continua a parlare a vuoto di vera meritocrazia.
qui siamo alla follia.
manco in mozambico un preside si sceglie i professori come un imprenditore fa coi propri dipendenti.
e siccome non siamo in norvegia dove i prof scelti saranno quelli più bravi ma solo quelli più lacchè,
se renzi crede di cancellare in un sol colpo l’intera costituzione PRIVATIZZANDO di fatto l’intero sistema scuola, dovrà passare sul cadavere di molte decine di migliaia di insegnanti non disponibili a slinguazzare il deretano dei dirigenti per portare il pane a casa.
OK
Modello Yankee… Mi può anche stare bene, viva la meritocrazia.
Ma sulla base di cosa il Preside scegliebbe??
Cioè c’è una qualche forma, modello, griglia per cui si possa scegliere in base a criteri OGGETTIVI i migliori insegnanti??
Oppure è tutto fatto “all’italiana” per cui la valutazione è complicata, confusionaria, soggettiva e, alla fine, se hai santi in paradiso, insegni anche se sei una capra???
E se poi si certifica che il Preside ha assunto delle capre: viene licenziato??
Questo nuovo modello di assegnazone cattedre rischia di finire per essere l’ennesima icompiuta italiana…
sembra il solito pastrocchio all’italiana…non mi sono chiare le modalità di valutazione dell’operato dei presidi, una gestione manageriale della scuola ha senso solamente se si crea un clima di sana competizione e meritocrazia tra gli istituti.
ricordiamoci sempre che siamo il paese del Rinascimento ma anche paradiso di bifolchi, dove i ragazzini di terza media cacciano a pedate dalla classe il proprio professore…
http://corrieredelveneto.corriere.it/veneto/notizie/cronaca/2015/17-marzo-2015/cestino-testa-cori-umiliazioni-prof-costretto-lasciare-l-aula-2301122272251.shtml
Pantos ci dice che siamo alla follia perché neanche in Monzambico il preside sceglie gli Insegnanti. Accidenti mi sono detto questa volta Renzi l’ha fatta davvero grossa, neppure in Monzambico….Forse no in Mozambico ma invece si in Belgio, Repubblica ceca, Estonia, Irlanda, Lettonia, Lituania, Slovacchia, Svezia Regno Unito .Completa autonomia degli istituti nella selezione degli insegnanti. Ed in altri paesi europei esiste una autonomia parziale a riguardo. Insomma se si guarda alla situazione dei paesi europei possiamo concludere che la scelta fatta oggi dalla riforma del governo rappresenta la situazione più comune. Naturalmente questo di per se non significa che la scelta fatta sia corretta o ben applicata ma certo dimostra che Pantos, come molti altri e molto frequentemente, non è disposto a ragionare cercando di capire le ragioni delle posizioni diversa dalla sua. Ma utilizza soltanto le armi della polemica a volte anche disinformata. Per conferma si può consultare a proposito in rete il documento “Livello di responsabilità e autonomia delle scuole in Europa” http://www.indire.it/lucabas/lkmw_file/eurydice/euridice09_bassa.pdf
L’Italia la conosciamo bene. Non si possono fare paragoni con nessun altro Paese del Mondo, per il semplice fatto che quando si fanno leggi del genere si sa in partenza come verranno usate. Non siamo solo per caso uno dei Paesi più corrotti al Mondo e più mal dispendiosi quando si tratta di denaro pubblico.
A volte sembra che l’inganno venga studiato prima della legge.
Lei Iesari cos’è? un aspirante mentor o tutor a disposizione dei presidi?
non me ne frega niente se in belgio ed estonia i professori sono scelti dai presidi.
se per questo, nel mondo ci sono crimini ben peggiori ai quali non necessariamente dobbiamo adeguarci.
come mai difende il disegno (anzi, lo scarabocchio) di legge?
e come mai mi dà dell’irragionevole senza neanche conoscermi?
cerchi di ragionare lei, piuttosto, se ha esperienza in merito, cosa di cui dubito, circa i diritti delle persone e degli insegnanti, categoricamente negati a libero arbitrio ed abuso dei dirigenti.
gli insegnanti hanno vinto un concorso pubblico. quindi, si rassegni Iesari. costoro DEVONO insegnare. punto.
anch’io ho avuto alcuni insegnanti pessimi, fannulloni ed incapaci. ma non può essere un dirigente a valutarli SENZA UNO STRALCIO DI CRITERIO OGGETTIVO!!
va bene la valutazione, ma purchè sia riscontrabile oggettivamente.
altrimenti la scelta verterà solo per i professori che danno sempre voti buoni.
il criterio attualmente in voga per i presidi è non abbassare il “numero di iscrizioni” alla stessa stregua di una scuola privata, col risultato che per bocciare uno studente, o per mettere un voto negativo, occorrerà prendere a bastonate un professore.
vedansi il caso del prof. veneto menato e deriso da tutta la classe, costretto ad andarsene, ottenendo solo 2 espulsioni. il resto della classe l’ha fatta franca.
correggo il tiro del mio ultimo intervento, avendo appena letto che metà classe del liceo veneto che ha bullizzato il prof è stata sospesa.
ma il succo non cambia.
pensate che i dirigenti non possono bandire l’uso dei cellulari a scuola per paura di ridurre il numero degli iscritti. e i prof sono tormentati, interrotti e disturbati (e anche filmati) dai cellulari in classe ma nulla possono altrimenti il preside li redarguisce (per ora. poi semplicemente, NON LI SCEGLIERA’).
quindi i prof sono lasciati soli, in balìa dei presidi e degli alunni.