di Massimo Scoponi
Il fumetto è stato protagonista ieri sera al Centro Sociale Sisma di Macerata per un evento con musica e degustazioni che ha coinvolto circa 100 persone. Quattro artisti marchigiani si sono cimentati nella realizzazione di storie sul tema del famoso detto romanesco “mejo ‘n morto dentro casa cchè ‘n marchisciano fora daa porta” che risale al 1585/1590 circa durante il pontificato di Papa Sisto V di Grottammare. Il papa per combattere la dilagante corruzione dei funzionari locali dell’epoca (ora non è che stiamo meglio!) reclutò a Roma i suoi conterranei marchigiani, noti per l’onestà e rettitudine, per incaricarli di riscuotere le tasse presso le abitazioni dei Romani.
In un periodo storico come il nostro dove il fumetto ha il potere di ribaltare le sorti dell’umanità quattro artisti marchigiani: Christian Ben Bendelari e Fausto Bradipanda Medori di Ancona, Ugo Nooz Torresi e Francesco Paciaraw Paciaroni di Macerata hanno affrontato un progetto coraggioso quanto bizzarro. La creazione di un fumetto interamente autoprodotto dove ognuno dei quattro ha dato vita ad una storia composta da sei tavole sul tema comune non semplicissimo del famoso detto. Nel corso del partecipato evento al Centro Sociale Sisma di Macerata abbiamo avuto la possibilità di parlare con gli artisti di questo progetto in particolare ce lo ha illustrato Francesco Paciaroni in arte Paciaraw, una delle matite che hanno dato vita al fumetto– “La sfida principale, come al solito, è anche il peggior nemico di ogni fumettista o illustratore: il fattore tempo. Le storie sono state partorite e realizzate a tempo di record in una quindicina di giorni sotto Natale, tra obblighi sociali, tortellini e arrosti vari. E’ stata una prova stimolante e ardua e ne è venuto fuori, a mio avviso, un interessante prodotto artistico; di certo non segue la struttura del fumetto tradizionale , è bensì la prova che si possa fare un prodotto innovativo fuori dagli schemi senza doversi piegare ad un sistema che impone stereotipi editoriali.”
Seguendo un’etica del “do it your self”(fai da te), essere indipendente, i quattro artisti marchigiani esprimono la propria visione del mondo e del proprio tempo fuori da logiche di mercato, autoproducendo la propria arte e cercando di rimanere coerenti in un periodo storico e sociale non semplice. Negli ultimi tempi il tema dell’autoproduzione si sta facendo sentire e sta acquistando un valore non solo d’unicità dal momento che le copie in vendita sono in tiratura limitata e numerata ma di garanzia d’un futuro che sta cambiando. Spesso l’autoproduzione che sia essa musicale, design, in generale nell’arte da la possibilità a chi la produce di intravedere uno spiraglio ma soprattutto dona una boccata d’aria nuova ad une economia stagna e un sistema capitalistico in declino. Come ci spiega Ugo Nooz Torresi: “La crisi c’è ed è fortunatamente solo finanziaria. Non c’è una crisi di idee o di coraggio. I momenti difficili sono quelli che anzi stimolano a rimboccarsi le maniche col desiderio di voler cambiare le cose. Un forte desiderio, ci spinge all’autoproduzione.. A questo uniamo la capacità di fare rete e di collaborare con gl’altri ed abbiamo sicuramente qualcosa di meravigliosamente rivoluzionario”. Il fumetto Meglio un morto in casa che un marchigiano alla porta verrà presentato anche a Civitanova (14 Febbraio, Megacomics) e Tolentino (28 Febbraio, Fumetteria 42)
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Se ve more un marchigiano in casa sete finiti!
Il vero detto dice:”meglio un porco morto in casa,che un marchigiano alla porta…”
Proprio qualche tempo fa, non ricordo per quale motivo, nella mia bacheca di Facebook ho proprio evocato, questo detto :Meglio un morto dentro casa, che un marchigiano fuori della porta, spiegando appunto il perché. Sono contenta che voi ora ne parlate. Ciao a tutti voi.
In questo momento politico: ” E’ meglio un Marchigiano in casa… che un semi-fiorentino fuori dalla porta…!!!
eppure chi viene qui, finisce per trasferirsi x sempre..